In natura non esistono elementi allo stato puro, tranne i gas inerti (che sono soltanto sei) tutti gli altri sono sempre combinati con qualcosa. C’è una spiegazione chimica precisa per questo fatto, che fa sempre capo al Sistema Periodico: perciò metto ancora qui sotto la Tavola degli Elementi, alla quale ho già dedicato parecchi post.
La ragione, detta molto in breve (la definizione completa richiederebbe almeno una discreta conoscenza della struttura degli atomi) è nel fatto che tutti gli elementi tendono a raggiungere la stabilità, cioè la conformazione atomica dei gas inerti. Nella Tavola Periodica, i gas inerti (o gas nobili) sono nell’ultima colonna a destra, che va letta in verticale.
Per questa ragione, come in un gioco di incastri (un tetris, o un domino, o forse più propriamente un puzzle) ogni elemento va a cercarne un altro che gli dia appoggio per raggiungere un minimo di stabilità: così per esempio il Ferro, comunissimo su tutto il pianeta, si coniuga con l’Ossigeno e con l’Idrogeno, per dare origine agli ossidi: la ruggine, ma anche il tipico colore rosso di molti minerali.
Elementi puri, a parte i gas inerti, si trovano in natura allo stato di cristalli o magari in conformazioni particolari, come accade nei diamanti (Carbonio purissimo): ma sono, appunto, cose rare. I diamanti non si trovano ovunque, ed è per questo che costano cari.
Questa è, molto in breve, la spiegazione chimica. Però, volendo, se ne può tentare anche una filosofica o teologica: per esempio, si può forse pensare che il Creatore non ama la purezza eccessiva, e la riserva solo a casi particolari; e forse il mondo è stato creato in questo modo proprio per farci ragionare almeno un po’. Noi umani invece abbiamo sempre cercato di raffinare i minerali, cercando di separare il ferro, il rame, l’oro, l’alluminio, dai rispettivi composti. Per fare questo abbiamo avuto le nostre ragioni, ma a questo punto bisogna menzionare la lunghissima catena di morti relativa all’estrazione dei minerali e alla loro purificazione, rivolgere un pensiero a Marcinelle, al Vajont, a fiumi e foreste avvelenate dal mercurio e dall’arsenico (così si separa l’oro dal suo minerale d’origine: con il mercurio e con l’arsenico), all’amianto, alle cave per l’edilizia, un elenco infinito.
La spiegazione più bella sulla purezza e l’impurezza dell’universo l’ha data il dottor Primo Levi (dottore in Chimica, classe 1919, che della Chimica fece il suo mestiere), nel racconto intitolato “Zinco” , in uno dei più grandi e divertenti libri del Novecento.
...il tenero e delicato zinco, cosí arrendevole davanti agli acidi, che se ne fanno un solo boccone, si comporta invece in modo assai diverso quando è molto puro: allora resiste ostinatamente all'attacco. Se ne potevano trarre due conseguenze filosofiche tra loro contrastanti: l'elogio della purezza, che protegge dal male come un usbergo; l'elogio dell'impurezza, che dà adito ai mutamenti, cioè alla vita. Scartai la prima, disgustosamente moralistica, e mi attardai a considerare la seconda, che mi era piú congeniale. Perché la ruota giri, perché la vita viva, ci vogliono le impurezze, e le impurezze delle impurezze: anche nel terreno, come è noto, se ha da essere fertile.
Ci vuole il dissenso, il diverso, il grano di sale e di senape: il fascismo non li vuole, li vieta, e per questo tu non sei fascista; vuole tutti uguali e tu non sei uguale. Ma neppure la virtú immacolata esiste, o se esiste è detestabile. Prendi dunque la soluzione di solfato di rame che è nel reagentario, aggiungine una goccia al tuo acido solforico, e vedi che la reazione si avvia: lo zinco si risveglia, si ricopre di una bianca pelliccia di bollicine d'idrogeno, ci siamo, l'incantesimo è avvenuto, lo puoi abbandonare al suo destino e fare quattro passi per il laboratorio a vedere che c'è di nuovo e cosa fanno gli altri. (...)
(Primo Levi, “Il sistema periodico”, dal racconto “Zinco”, pag.40 edizione Einaudi 1979)
Turno di notte - Carmen Giardina
5 ore fa
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