lunedì 22 agosto 2011

Bachianas brasileiras

Una musica meravigliosa, un tappeto sonoro ideale per scrivere, pensare, fare l’amore, tutte le cose belle che vi vengono in mente. Questa musica è opera di Heitor Villa-Lobos, uno dei più grandi compositori del Novecento: sto parlando dei “Choros” e delle “Bachianas brasileiras”.
E’ importante far notare subito che la parola “Bachianas” viene dal nome di Johann Sebastian Bach, e quindi va pronunciata con la “ch” alla tedesca: non cominciamo a fare confusione, prego. “Choros” invece si pronuncia con la c dolce, “cioros” (ma i brasiliani veri già li vedo che mi tirano le orecchie per questa semplificazione)
La Bachiana n.5 è sicuramente la più famosa, è l’unica cantata, ed è molto eseguita anche perchè piace moltissimo alle cantanti. Il motivo di questo gradimento è chiarissimo fin dalle prime parole, quelle che fanno:
1. Aria (Cantilena) by Ruth Valladares Corrêa
Tarde uma nuvem rósea lenta e transparente. Sobre o espaço, sonhadora e bela...
e che continua così nella seconda parte:
2. Dansa (Martelo) by Manuel Bandeira (1886-1968)
Irerê meu passarinho do sertão do Carirì, irerê meu companheiro, cadê viola ? Cadê meu bem ? Cadê Maria ? Ahi triste sorte do violeiro cantadô ! Ah ! ...
Cerco informazioni, ma scopro che su Heitor Villa Lobos, a parte la bella faccia aperta, da attore (sarebbe stato perfetto nei film di John Huston), non c’è molto da dire: c’è invece molto da ascoltare, la sua musica è bellissima, quando comincio ad ascoltarla poi vado avanti per settimane, e mi capita ogni volta, anche a conoscerla a memoria il piacere non cambia. Si potrebbe chiamarle sinfonie, volendo: ma Villa-Lobos ha scritto dodici sinfonie chiamandole Sinfonie, e quindi quando si parla di Bachianas Brasileiras si tratta di qualcosa di diverso. Tutto qui quello ho da dire, a parte la riconoscenza infinita che si deve sempre a chi ci dà qualcosa di bello; perciò mi appoggio, come faccio spesso, alla Garzantina della Musica. Che recita così:
Villa-Lobos, Heitor (Rio de Janeiro 1887-1959) compositore brasiliano. Di madre indigena, ebbe dal padre le prime nozioni di musica, imparando a suonare il violoncello, il pianoforte e alcuni strumenti a fiato. Soltanto dopo il 1906, quando già componeva, intraprese studi regolari, ma si formò soprattutto compiendo viaggi all'interno del paese alla scoperta del canto popolare. Esordì nel 1915, suscitando vivaci polemiche e trovando poi in Anton Rubinstein un valido sostenitore. Dal 1923 VillaLobos risiedette per lo più in Europa (Parigi, Londra, Vienna, Berlino); rientrato in patria, nel 1930, fu sovrintendente all'istruzione musicale e si batté per la creazione di una pedagogia musicale su basi etnologiche. Nel 1942 fondò il conservatorio di canto Orfeónico e nel 1946 l'Accademia di musica, cui presiedette sino alla morte. VillaLobos è il maggior compositore brasiliano. Autore d'una fecondità eccezionale (il catalogo delle sue opere tocca le 1300 composizioni), rifiutò per tutta la vita l'educazione musicale accademica. Prima i lunghi viaggi nell'Amazzonia, poi i contatti col canto popolare più tipicamente brasiliano determinarono in lui il gusto per una musica colta imbevuta di tradizione locale. Nacquero così le 12 sinfonie (molte delle quali con cori su testi indigeni), i 16 poemi sinfonici, i 17 balletti (tra cui Uirapurrí e Amazonas, entrambi del 1917; Cainxinha de boas festars, 1932; Emperor Jones, 1955), le numerose suites sinfoniche e cameristiche e soprattutto i celebri 14 Chóros, composizioni per vari complessi strumentali a plettro e a fiato di cui 3 con partecipazione di cori. Altra importante serie di lavori è costituita dalle 9 Bachianas brasileiras, ispirate, come dice il titolo, alla musica di Bach, nelle quali è ricercata un'ideale fusione tra l'universale linguaggio bachiano e le melodie popolari. Nel suo catalogo figurano inoltre 10 opere teatrali (Aglaia, 1908; Izhat, 1912; Jesús, 1918: Malazarte, 1921), vari concerti (per pianoforte, per violoncello, per arpa, per chitarra, per armonica a bocca), 17 quartetti e altra copiosa musica da camera, moltissime pagine pianistiche, con raccolte di vasta notorietà come i quaderni “Prole do bébé”, i pezzi “Cirandas” (riferito a giochi per l'infanzia), brani vocali, opere teoriche e pedagogiche.
(voce su Heitor Villa-Lobos, dalla Garzantina della Musica)

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