Mi piace Wotan quando volta le spalle al pubblico per qualche mezz'ora: sono i suoi momenti più dignitosi. (Beniamino Dal Fabbro, da "I bidelli del Walhalla", frammento n.6)
L'Anello del Nibelungo si compone di quattro parti, dette da Wagner "giornate". La prima si chiama "L'Oro del Reno", ed è, propriamente, un Prologo; e non importa se è un'opera di tre ore e passa, quindi già molto più lunga della media.
Nel Prologo, Alberico ruba l'Oro e maledice l'Amore; con l'Oro farà forgiare da suo fratello Mime, grande fabbro e orefice, l'Elmo e l'Anello. L'elmo è quello famoso, l’elmo di tante fiabe, quello che consente di prendere mille forme e di essere invisibili; e l'Anello è l'Anello del Potere, fonte di mali e di corruzione. Appena forgiato già provoca passioni e delitti; il gigante Fafner uccide il fratello Fasolt per averlo, e Wotan - cioè Odino, il Giove nordico - deve scendere molto in basso, fino alla reggia dei Nibelunghi, e rubarlo. In quest'impresa lo aiuta Loge, cioè Loki: il Mercurio del romani, che tra le tante cose è anche protettore dei ladri. Loge e Wotan non si fanno tanti problemi: a loro serve l'Anello, e lo rubano ad Alberico. Alberico non la prende bene e maledice l'anello; ma poi gli dèi entrano nella loro nuova reggia. Ma non entrano tutti, Loge decide di rimanere fuori. Non si fida, c’è qualcosa che non gli torna; e poi gli si addice stare sulla soglia, “borderline”: è per metà un dio e per metà un démone, quindi né l’una né l’altra cosa. La sua parte recitata e cantata finisce qui, nella Tetralogia: ritroveremo Loge non più come personaggio ma in quella che è forse la sua vera natura, il fuoco. Tutto questo accadrà nel finale della prossima opera della Tetralogia, “La Walkiria”; per intanto bisogna rendere conto della breve apparizione di quella che è una dei personaggi chiave di tutto l’Anello del Nibelungo: Erda, dea della Terra.
Poco prima di entrare nel Walhalla, dalla terra sorge Erda; si rivolge a Wotan e ne segue un breve discorso, rivolto a lui soltanto. La parte più importante è questa: che tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. Dunque anche gli dèi sono destinati a scomparire, a morire? Anche questa reggia, appena costruita, è destinata a scomparire?
Erda torna subito da dove è venuta, ma la sua apparizione ha lasciato Wotan non solo molto inquieto ma anche affascinato. Wotan sa che Erda, in quanto dea della Terra, conosce il futuro; e decide di andare a interrogarla; ma, per intanto, entrerà ugualmente nella nuova dimora.
(nella fotografia, la cantante Martha Mödl nel ruolo di Brünnhilde)
venerdì 7 dicembre 2012
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2 commenti:
Continuo... :-)
Wotan volta davvero le spalle al pubblico per mezz'ora
:-)
lo fa spesso, in Wagner! non è un modo di dire...
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