Nell'aria di democrazia artistica instaurata ai suoi tempi dal romanticismo, Wagner ha fatto una grandiosa leva di gente negata alla musica, chiamandola a sè e al suo teatro con ogni sorta di pretesti filosofici, letterari, medievali, mistici, erotici ed esoterici; e a quei catecumeni immersi nel buio egli ha offerto la sacra macchina dei suoi drammi, i cui ingranaggi non chiedevano altro che di essere smontati e consegnati agli ascoltatori come altrettante chiavi per penetrare nei difficili dominii della musica. Il miracolo non consiste nei risultati ottenuti, che tuttavia perdurano sino ad oggi, ma nel fatto che Wagner, con tante preoccupazioni estranee alla musica, sia anche riuscito, sovente, a comporne di vera e propria. (Beniamino Dal Fabbro, da “ I bidelli del Walhalla” ,frammento n.19)
(...) ... ma dopo una mezz'ora o un'ora, durante un amareggiato sermone di Wotan o un complesso riassunto agnatizio di Sigmundo, o nel bel mezzo d'un groviglio di temi conduttori, vien sempre un minuto in cui nella nostra disattenzione si determina una fessura, uno spiraglio: di qui la musica di Wagner penetra in noi, fa strage dei nostri sentimenti personali e c'impone la sua legge di sproporzione e di crudeltà, di sangue e d'istinto. Siamo perduti, ormai Wagner fa di noi quel che vuole, a tradimento c'insuffla il suo enorme respiro per costringerci al suo passo inumano, per tenerci immoti nelle tenebre del teatro, mentre lui ogni tanto sale a lambirci tempestosamente la faccia con le sue acque sinfoniche. (Beniamino Dal Fabbro, da “ I bidelli del Walhalla” ,frammento n.21)
"Tristan und Isolde" è finito nel 1859. Non sto a riassumere la storia perché è famosa; il suo preludio viene indicato come l'inizio della musica del '900 (una "melodia infinita" che per molte battute sembra non volersi appoggiare sulla teoria musicale fin lì usuale...). E' un'opera estenuante ed affascinante, bellissima.
Nel 1867 Wagner ultima "I maestri cantori di Norimberga": è un grande affresco storico sulla musica medievale tedesca, una commedia con un humour tutto teutonico che ruota intorno alla figura storica di Hans Sachs, poeta e calzolaio (1494-1576). Famosissimo il preludio, e la grande scena finale con la marcia delle corporazioni. Molto bella, ma bisogna essere tedeschi e ben ferrati in storia (e in storia della musica ) per capire tutto...
In questo periodo, Wagner si separa dalla prima moglie, viaggia e studia; inoltre conosce Ludwig II di Baviera, suo ammiratore. Conosce Nietzsche, e si risposa con la figlia di Franz Liszt, Cosima. Riprende a lavorare alla Tetralogia, e nel 1871 finisce il Siegfried. (la foto qui sotto, Cosima con Wagner e figlio, viene da un vecchio programma di sala).
"Sigfrido", protagonista dell'opera omonima, è il figlio di Siegmund e di Sieglinde (la loro storia d'amore è nell'opera precedente, "La Walkiria"); è l'eroe che dovrebbe salvare il mondo... All'inizio lo vediamo, poco più che un bambino, presso Mime, il fratello di Alberico che lo ha allevato. Mime non ama il ragazzo; lo ha cresciuto solo perché sa che è l'unico che può arrivare all'Oro e all'Anello, custoditi dal gigante Fafner. Infatti, il giovanissimo Sigfrido, in una scena famosa e musicalmente un po' goffa, rimette insieme i pezzi della spada Notung; si sbarazza del perfido Mime e si mette in viaggio. Va da Fafner, che grazie al potere dell'elmo magico si è trasformato in drago, e lo uccide. Adesso l'oro, l'Anello e l'elmo sono in sua mano. Dal sangue del drago, Sigfrido ottiene il dono di comunicare con gli animali; un uccellino gli farà da guida. Sulla sua strada incontrerà il Viandante, che è Wotan stesso (non il padre ma il nonno, in un certo senso: non so che significato psicoanalitico possa avere, un conflitto con il nonno in Freud non c'è, a quanto mi risulta); saprà superare anche lui, e si inoltra sulla montagna dove il fuoco custodisce Brunilde. La risveglia, e i due si uniscono in matrimonio.
Qui finisce il Sigfrido; è l'opera più brutta della Tetralogia, e risente dei ripensamenti e della lunga gestazione. Però contiene delle cose belle: su tutte, il "mormorio della foresta", dove l'eroe impara a comunicare con la Natura. A me piace molto il momento in cui incontra il drago; gli rivolge la parola, e il drago è seccato perché sta dormendo. "ich lieg' und besiegt, lass mich schlafen..." gli risponde : "io giaccio e posseggo, lasciami dormire...", traduce un po' goffo ma preciso il Manacorda. Mi piace vedere una forte metafora anticapitalista in queste parole del drago.
Nel 1872 Wagner si trasferisce in Baviera alla corte del famoso Ludwig; nel 1874 finisce Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dèi) e nel 1876 è pronto il teatro di Bayreuth, dono del principe, dove ancora oggi continua il festival wagneriano per eccellenza. In questo teatro, Wagner attua alcuni dei suoi progetti: sue invenzioni sono la fossa orchestrale, il buio in sala, i posti numerati, e il carattere sacrale che accompagna ancora oggi il teatro in musica (prima era tutto più approssimativo, ma forse ci si divertiva di più e c'era più vita...).
(continua)
domenica 9 dicembre 2012
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