Magari a vederlo non si direbbe, ma Jean Renoir è stato pilota d'aereo, in guerra. La Grande Guerra, 1914-18: i tempi del Barone Rosso, i pionieri dell'aviazione. Renoir fu ferito in un'azione di guerra, fu una lunga convalescenza e la ferita non guarì mai del tutto, lasciando il grande regista leggermente claudicante per tutta la sua vita.
Durante la convalescenza, a Parigi, Jean Renoir scopre il cinema.
Jean Renoir, da "La mia vita e i miei film":
Qualche volta di pomeriggio la sala era vuota. Mi ricorderò sempre di una proiezione in un cinema dei Boulevards che si chiamava Parisiana. Quella sala era stata un café-concerto di successo, vi avevano calcato le scene vedette come Spinelli. Io ci ero andato attratto da un film americano, evitavo i film francesi, troppo intellettuali per i miei gusti. In sala ero solo, o almeno così credevo. Dopo alcuni minuti di proiezione ebbi la sensazione di una presenza, in una poltrona non lontana dalla mia. Eppure, nonostante la semioscurítà potevo constatare che ero davvero l'unico spettatore. Mi alzai, deciso a penetrare quel mistero. Il film che proiettavano era sul fantasma di una signora assassinata che perseguitava i suoi assassini con continue apparizioni. Per quanto si rifugiassero nei nascondigli più inverosimili, il fantasma li ritrovava infallibilmente. Ormai mi aspettavo quasi di trovarmi faccia a faccia con qualche creatura dell'aldilà. Invece mi ritrovai davanti a un grosso topo che, comodamente sistemato su una poltrona, stava seguendo lo spettacolo. Ebbe una gran paura di me e fuggì via. Io potei tornare al mio fantasma.
(Jean Renoir, da "La mia vita e i miei film", ed. Marsilio, pag.40)
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2 commenti:
posso farti i complimenti per il titolo? :)
è da tempo nella mia top-ten
:-)
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