venerdì 25 ottobre 2019

I Legnanesi non fanno politica (forse)


Antonio Provasio, erede di Felice Musazzi alla guida dei Legnanesi, dice in una lunga intervista alla TSI che il teatro deve stare lontano dalla politica, e lo dice come se fosse una cosa ovvia. Io lo ascolto e penso invece che se i legnanesi recitassero Brecht ne uscirebbe uno spettacolo da leggenda, ma loro preferiscono la gabbietta dorata di un mondo che non c'è più. Brecht, oppure Carlo Goldoni: chi risponde che Goldoni non faceva politica non conosce "La bottega del caffè" e nemmeno "Le baruffe chiozzotte". Anche "Arlecchino servitore di due padroni" mette in scena le differenze sociali, e qui si può ricordare che Goldoni nasce negli anni che portano alla Rivoluzione Francese (1707-1793: nasce a Venezia, e muore a Parigi: quattro anni dopo la Rivoluzione), fare politica in teatro significa tenere conto del mondo in cui viviamo e tenere conto dei mutamenti in atto. Più si è bravi nel farlo, e più si rimane attuali. Come sarebbe bello riscrivere Goldoni con i Legnanesi, e con attori extracomunitari... Oppure mettere in scena "Il cerchio di gesso del Caucaso" o "L'anima buona di Sezuan", o magari proprio "L'Opera da tre soldi", vista la quantità di ladri che c'è in giro e le continue commistioni fra malavita e politica. Ma Provasio, proprio quando si vanta della propria apoliticità, dice di essere amico di Salvini; se si occupasse di politica saprebbe che il governatore della Lombardia, che ha governato con la Lega Nord per quindici anni, è oggi in carcere per una condanna in via definitiva, legata a ruberie nella Sanità lombarda. Mi si vuole dire che la Teresa non ne terrebbe conto, per esempio dei ticket da pagare e delle lunghissime attese per un'ecografia quando poi se vai in privato ti ricevono all'istante? Io direi che ci sarebbe spazio per una gran tirata delle sue... Nonostante la bravura sua e di tutta la sua compagnia, mi viene da dire che Provasio è un attore servo. Spero di sbagliarmi, ma la Mabilia, il varietà, Wanda Osiris, erano già più che vecchi cinquant'anni fa quando io ero bambino; oggi chi li capisce più, chi se li ricorda. Gli anni di Wanda Osiris erano anche gli anni di Samuel Beckett, tra l'altro; non è che tutto il mondo fosse legato alla discesa dalle scale di una soubrette attempata, c'era tanto altro da vedere e da conoscere oltre l'orizzonte limitato delle nostre piccole corti. Provasio è ovviamente libero di fare ciò che più gli piace, ma quando dice che il teatro non fa politica sta già facendo politica, e in una direzione ben chiara.
  (novembre 2018)

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