«Parlare di un politico inetto con la
satira spesso è tagliargli le gambe» dice l'attrice Anna Bonaiuto
in un'intervista (Il Venerdì di Repubblica, 27 settembre 2019). Ne
siamo proprio sicuri? Basta guardare a cosa è successo in questi ultimi
anni, per esempio con la caricatura del deputato Razzi fatta da
Maurizio Crozza. In teoria, Razzi poteva uscirne distrutto; all'atto
pratico, la satira "terribile" fatta da Crozza con la sua
imitazione lo ha fatto diventare famoso e popolare. Senza Crozza,
Razzi sarebbe stato dimenticato in poche settimane; grazie a Crozza,
oggi Razzi se la cava benissimo e anzi se la gode. Ricordo brevemente
come divenne famoso Razzi: eletto nel partito di Di Pietro, trasmigrò
immediatamente da Berlusconi, insieme ad altri, per potergli
garantire di governare. Si dice che Razzi sia stato letteralmente
comperato da Berlusconi, comunque sia non un bel comportamento
davanti agli elettori. Ricordo anche le imitazioni di Berlusconi
fatte da Sabina Guzzanti: satira graffiante, da uscirne distrutto, e
invece Berlusconi è ancora qui a spiegarci cosa si deve fare per
raddrizzare il bilancio dello Stato, anche dopo una condanna penale
definitiva e pesantissima (cinque anni per frode ai danni dello
Stato, tanto per la precisione). Gli esempi sarebbero tanti,
infiniti; preferisco fermarmi qui e scrivere cosa penso davanti a
certe satire tv, Crozza compreso: complimenti per il successo, ma
cosa c'è da ridere? La situazione è tragica, e io non riesco a
riderci sopra. Oggi ci sono addirittura politici che fanno battute su
ragazzine di tredici anni rapite e magari uccise, ed hanno grande
successo (Matteo Salvini quando parla di Liliana Segre e Anna Frank,
tanto per capirci). In un altro programma televisivo, pochi giorni fa
(quello di Serena Dandini) ho ascoltato una battuta (pessima,
oltretutto) perfino sulla catastrofe degli incendi in Australia.
Tanti auguri ad Anna Bonaiuto, quindi, per il suo nuovo spettacolo;
ma la situazione è quella che è. Una situazione che preoccupa, e
non poco.
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