- Tasse, tasse, sempre
tasse! - si lamenta Maurilio, sedendosi al tavolo della mensa. - Ma
ti lo sa quante tasse che go fatto oggi?
Maurilio è friulano:
anzi, è ladino e ci tiene a specificarlo. Il suo dialetto è affine
al romancio, e infatti mi racconta che quelli del suo paese si
capiscono bene con gli Svizzeri del Canton Grigioni, loro confinanti.
Però anche i ladini sono di area veneta, e il mio amico non se la
sta prendendo con il governo: l'oggetto della sua deprecazione sono
le tazze , come in
fabbrica vengono definiti i fusti di plastica da 120 Kg, quelli blu
col coperchio nero che si vedono un po' dappertutto. Tazze si pronuncia "tasse", come in veneziano insomma; e sapendomi di origini venete Maurilio ne approfitta un po' e mi strizza l'occhio.
Maurilio sorride e
scherza: gli manca poco ad andare in pensione, è già vicino ai sessanta. Ispira simpatia
immediata, ma ha l'aspetto e i modi (spesso discutibili) di un
vecchio soldato dell'impero austroungarico, statura e baffoni
spioventi compresi, ed è ormai un esemplare in via d'estinzione.
Operai così non se ne vedono più, ormai hanno studiato tutti almeno
un po', si sono dirozzati ma sono anche molto meno spontanei e
caratteristici, se mi si passa la brutta parola: ma non saprei in che
altro modo definire Maurilio.
Adesso siamo seduti a
tavola, in mensa; strizza l'occhio e comincia a raccontare uno dei pezzi forti
del suo repertorio: la descrizione di una delle specialità del suo
paese, il formaggio con i vermi.
- ...che poi la cosa più
buona è proprio dove ci sono dentro i vermi. - dice - Ma devi stare
attento, che i vermi scappano e poi gli devi correre dietro per il
piatto...
Il vicino di posto guarda
nel suo, di piatto, e chissà perché gli scappa la voglia di
mangiare. Eppure ormai dovrebbe sapere con chi ha a che fare, dopo
tanti anni. Ma Maurilio si diverte, guarda verso di me, strizza
l’occhio, e insiste, serissimo:
- Ma varda che non
scherso, sai? Dìghelo ti, che le cose le sai...
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