lunedì 27 gennaio 2020

Titanio

 
In cucina c’era un uomo molto alto, vestito in un modo che Maria non aveva mai visto prima. Aveva in testa una barchetta fatta con un giornale, fumava la pipa e dipingeva l’armadio di bianco. Era incomprensibile come tutto quel bianco potesse stare in una scatoletta così piccola, e Maria moriva dal desiderio di andare a guardarci dentro. (...) quando l’armadio fu bianco, raccolse la scatola e molti giornali che erano per terra e portò tutto accanto alla credenza e cominciò a dipingere anche quella. L'armadio era così lucido, pulito e bianco che era quasi indispensabile toccarlo. Maria si avvicinò all’armadio, ma l’uomo se ne accorse e disse: - Non toccare. Non devi toccare -.
Maria si arrestò interdetta, e chiese: - Perché? - al che l’uomo rispose: - Perché non bisogna -. Maria ci pensò sopra, poi chiese ancora: - Perché è così bianco? - Anche l’uomo pensò un poco, come se la domanda gli sembrasse difficile, e poi disse con voce profonda: - Perché è titanio.
Maria si sentì percorrere da un delizioso brivido di paura, come quando nelle fiabe arriva l’orco; guardò con attenzione, e constatò che l’uomo non aveva coltelli, né in mano né intorno a sé: poteva però averne uno nascosto. Allora domanda - Mi tagli che cosa? - e a questo punto avrebbe dovuto rispondere «Ti taglio la lingua». Invece disse soltanto: - Non "ti taglio": titanio.  (...)
(Primo Levi, da "Il sistema periodico", il racconto intitolato "Titanio")

Il Titanio, elemento chimico con numero atomico 22, è molto presente intorno a noi, nei telai delle biciclette, nelle vernici, e perfino nelle pastiglie delle medicine (ma non come farmaco); è presente anche negli oli che si usano come filtri solari, per non scottarsi quando ci si abbronza. Lo abbiamo insomma sempre intorno a noi, ma è difficile rendersene conto. Non è come per il ferro, per il rame, per il piombo o per l'oro e l'argento, che siamo abituati a toccare e che impariamo a conoscere fin da bambini. Anche il nome, "titanio", sembra tratto da un film di fantascienza ed è facile confonderlo con il pianeta quasi omonimo. Scoperto nel 1791, il titanio venne isolato per la prima volta nel 1910 e ha avuto un uso industriale solo a partire dal 1946, cioè da pochissimo tempo. Sulla Terra esiste in grande quantità, ma non è mai allo stato puro ed estrarlo dalle rocce in cui è imprigionato richiede molta pazienza. Resiste alla corrosione, non è tossico, è l'ideale per rendere più resistente e più leggero l'acciaio. 
Quanto al colore bianco, Primo Levi (un chimico che dirigeva una fabbrica di vernici), lo spiega bene in una nota a questo racconto: "Il biossido di titanio è il più importante dei pigmenti bianchi impiegati nella fabbricazione delle vernici." Quando vediamo del bianco intorno a noi, ma proprio bianco bianco, è più che probabile che si tratti di una vernice a base di ossido di titanio, che è bianchissimo.  L'ossido di titanio, per intenderci, è un po' come la ruggine per il ferro (che, per essere precisi, in realtà è un idrossido), con la differenza fondamentale che non si sfalda ma anzi rende più resistenti i materiali con cui viene ricoperto.
Il titanio, per me, è anche parte consistente delle lenti per gli occhiali: vent'anni fa mi sono fatto operare per la miopia ma mi ricordo ancora che, per rendere più sottili le mie lenti da miope, molto spesse (dieci diottrie per occhio, le ho portate per più di trent'anni fin da quand'ero bambino) dovevo comperare le lenti al titanio. Per questo, soprattutto, sono ancora molto affezionato al titanio; o, quanto meno, è il primo pensiero che mi sorge quando penso al titanio. Dopo il colore bianco, s'intende: anche questa scrivania, e l'armadio qui di fronte, bianchissimi, me lo ricordano di continuo.

 
(le immagini: la copertina di un lp dei Kraftwerk, e un fotogramma da The day the earth stood still", che in Italia è conosciuto come "Ultimatum alla Terra")
 


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