Maria si arrestò
interdetta, e chiese: - Perché? - al che l’uomo rispose: - Perché
non bisogna -. Maria ci pensò sopra, poi chiese ancora: - Perché è
così bianco? - Anche l’uomo pensò un poco, come se la domanda gli
sembrasse difficile, e poi disse con voce profonda: - Perché è
titanio.
Maria si sentì percorrere
da un delizioso brivido di paura, come quando nelle fiabe arriva
l’orco; guardò con attenzione, e constatò che l’uomo non aveva
coltelli, né in mano né intorno a sé: poteva però averne uno
nascosto. Allora domanda - Mi tagli che cosa? - e a questo punto
avrebbe dovuto rispondere «Ti taglio la lingua». Invece disse
soltanto: - Non "ti taglio": titanio. (...)
(Primo Levi, da "Il
sistema periodico", il racconto intitolato "Titanio")
Il Titanio, elemento chimico con numero
atomico 22, è molto presente intorno a noi, nei telai delle
biciclette, nelle vernici, e perfino nelle pastiglie delle medicine
(ma non come farmaco); è presente anche negli oli che si usano come
filtri solari, per non scottarsi quando ci si abbronza. Lo abbiamo
insomma sempre intorno a noi, ma è difficile rendersene conto. Non è
come per il ferro, per il rame, per il piombo o per l'oro e
l'argento, che siamo abituati a toccare e che impariamo a conoscere
fin da bambini. Anche il nome, "titanio", sembra tratto da
un film di fantascienza ed è facile confonderlo con il pianeta quasi
omonimo. Scoperto nel 1791, il titanio venne isolato per la prima
volta nel 1910 e ha avuto un uso industriale solo a partire dal 1946,
cioè da pochissimo tempo. Sulla Terra esiste in grande quantità, ma
non è mai allo stato puro ed estrarlo dalle rocce in cui è
imprigionato richiede molta pazienza. Resiste alla corrosione, non è
tossico, è l'ideale per rendere più resistente e più leggero
l'acciaio.
Quanto al colore bianco, Primo Levi (un chimico che dirigeva una fabbrica di vernici), lo spiega bene in una nota a
questo racconto: "Il biossido di titanio è il più importante
dei pigmenti bianchi impiegati nella fabbricazione delle vernici."
Quando vediamo del bianco intorno a noi, ma proprio bianco bianco, è
più che probabile che si tratti di una vernice a base di ossido di
titanio, che è bianchissimo. L'ossido di titanio, per intenderci, è
un po' come la ruggine per il ferro (che, per essere precisi, in
realtà è un idrossido), con la differenza fondamentale che non si
sfalda ma anzi rende più resistenti i materiali con cui viene
ricoperto.
Il titanio, per me, è anche parte consistente delle lenti
per gli occhiali: vent'anni fa mi sono fatto operare per la miopia ma
mi ricordo ancora che, per rendere più sottili le mie lenti da
miope, molto spesse (dieci diottrie per occhio, le ho portate per più di trent'anni fin da quand'ero bambino) dovevo comperare le
lenti al titanio. Per questo, soprattutto, sono ancora molto
affezionato al titanio; o, quanto meno, è il primo pensiero che mi
sorge quando penso al titanio. Dopo il colore bianco, s'intende:
anche questa scrivania, e l'armadio qui di fronte, bianchissimi, me lo ricordano di
continuo.
(le immagini: la copertina di un lp dei Kraftwerk, e un fotogramma da The day the earth stood still", che in Italia è conosciuto come "Ultimatum alla Terra")
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