mercoledì 11 maggio 2011

Sempé

«L'ironia non deve mai trasformarsi in cattiveria. Un vignettista non deve infierire né prendersi troppo sul serio, pensando d'essere migliore degli altri. Al contrario, deve essere dotato di una certa autoironia. Nei miei disegni evito di fare la morale, preferisco far sorridere con leggerezza, una qualità che però domanda moltissimo lavoro. In fondo, mi sento come un trapezista che si allena per ore per poi volteggiare nell'aria per un brevissimo istante».  Per questo ricomincia le sue illustrazioni infinite volte, senza mai esserne pienamente soddisfatto, sebbene oggi sia più indulgente con se stesso di quanto non lo sia stato in passato:  «In fondo, cerco sempre la perfezione, anche se non so mai bene cosa sia».
Per ottenere un buon disegno occorre naturalmente saper osservare la società, cogliendone i dettagli che ne rivelano le debolezze e le contraddizioni, le incongruenze e le stranezze. E Sempé, seppure abbia spesso dichiarato d'essere poco interessato alla realtà, sa osservare benissimo il mondo che lo circonda.  « Se disegno una strada, non mi metto certo a disegnare cavalli e carrozze, ma automobili e camion. E così che la realtà entra nei miei disegni, benché sempre filtrata dal mio punto di vista», spiega, ricordando che la società contemporanea gli sembra «molto più dura, più violenta, più rapida, ma anche molto più monotona», di quella della sua giovinezza.  «Oggi tutto tende all'uniformità, tutto si assomiglia, quindi per un disegnatore è meno divertente rappresentare il reale. Ecco perché cerco di metterne in luce gli aspetti più buffi o stravaganti», conclude l'autore del Segreto di Monsieur Taburin, che, «di fronte ai grandi maestri del passato», considera un suo dovere restare «necessariamente umile».
E mentre ci saluta, accendendosi l'ennesima sigaretta, si lascia andare a un'ultima confidenza: «Sono sempre stupito dalla caparbietà degli uomini che cercano in ogni situazione di crearsi almeno un pezzetto di felicità. Che per me, poi, ha sempre qualcosa a che fare con la poesia».
(da un'intervista con Jean Jacques Sempé, La Repubblica 27 marzo 2011, f.gambaro)

(a casa mia avevamo una Dyane 6, non una 2CV, ma a questo disegno sono ugualmente molto affezionato perché i colori li ha messi uno dei miei nipotini, non dico quale) (Qui, Quo, Qua? ah, saperlo...)  (i marziani di Sempé vengono da un numero del mensile Linus degli anni '70; la buona notizia è che l'editore Donzelli sta ristampando tutti i libri di Sempé)

2 commenti:

giacy.nta ha detto...

:-)))))
Grazie!

Giuliano ha detto...

un pensiero riconoscente all'editore Donzelli!!!
:-)