- Perché l’opera è il luogo dell’incanto per eccellenza?
- Perché nasce a cavallo tra finzione, mito, seduzione e virtuosismo. Le sue convenzioni non la obbligano alla verità (...) il suo unico obbligo è piacere, permettere la felicità. E quando l’opera porta in scena le muse incantatrici, propone allora la rappresentazione del suo stesso potere. (...) In fondo, molto spesso l’opera è stata la rappresentazione lecita della seduzione illecita. (...) La sorgente del suo incanto si trova nell’elementare potere del canto, lo stesso potere che agisce sulla ninna nanna che riesce a calmare un bambino (...) tale incanto si trova nel profondo delle nostre esperienze elementari, arricchito però da un bisogno di elaborazione raffinata. (...) Il mondo è apparso disincantato quando gli uomini lo hanno visto dominato solamente dalle concatenazioni delle cause fisiche, quando è stato abbandonato al calcolo della scienza, dell’economia e dell’industria. La musica, e in particolare l’opera, si sono allora viste attribuire il compito di restituire al mondo una certa profondità magica, ma anche di innalzarlo al di sopra delle servitù dell’utilitarismo economico attraverso l’ironia e il comico. La creazione poetica e la musica hanno ricevuto la missione, specialmente per Hoffmann, di affermare un principio di libertà spirituale. (...) E.T.A. Hoffmann fa riferimento proprio a Mozart per confortare le sue idee sul valore liberatorio della favola e dell’ironia; ma evoca anche Carlo Gozzi, che fu l’ispiratore delle “Fate”, la prima opera di Wagner. (...)
- E allora perché i giovani e l’opera sono due mondi che difficilmente comunicano?
- Spesso si parla dei giovani come di un’istanza decisionale, capaci di definire e legittimare scelte ragionate. In realtà sono troppo spesso il riflesso passivo di ciò che le diverse industrie del divertimento riescono a vendere loro quando sono ancora immaturi, non abbastanza preparati. Ne risulta un impoverimento di fatto che è difficile da combattere. (...)
(Jean Starobinski, intervista a L’Espresso 14 settembre 2006, F.Gambaro)
Il libro a cui si accenna è “Le incantatrici” di Jean Starobinski (EDT Torino edizioni), che al tempo dell’intervista era stato appena pubblicato in Francia. Starobinski, svizzero di lingua francese, è nato nel 1920; è medico psichiatra ma è anche laureato in lettere classiche.
Life History of the Forget-me-not
10 ore fa
6 commenti:
Ricordo di aver letto qualcosa di questo autore agli inizi degli anni Novanta, sulla rivista "Leggere". Le considerazioni che riporti qui sono raffinatissime. Utile anche l'osservazione finale. Insegnando, mi sono resa conto che le proposte apparentemente più lontane dalla attuale "cultura" giovanile, finiscono per essere accolte dai ragazzi con curiosità ed interesse. Grazie.
La conoscenza di Starobinski la devo a Paolo Terni, su Radiotre. Poi mi sono accorto che per me è forse un po' troppo difficile, però è stato bello conoscere quello che scrive.
E anche L'Espresso, anni fa, pubblicava cose interessanti.
Poi, non so cos'è successo: Repubblica apre le pagine culturali con il calcio e con Vasco Rossi, l'Espresso lo rigiro tra le mani e lo finisco in mezza giornata (prima mi durava per tutta la settimana), e anche Radiotre, da quando hanno fatto il restyling del sito internet, chi ci capisce più niente? Ho cercato se c'è ancora qualche trasmissione condotta da Paolo Terni, ma dopo dieci minuti ho rinunciato.
Mi sono chiesto, come d'obbligo: sarà mica colpa mia? Poi mi sono messo in standby, e al momento in cui scrivo aspetto ancora la mia risposta alla mia domanda.
E " Dentro la sera", una trasmissione sempre di Radio tre, la ricordi? Era con Maurizio Ciampa. Non sento più parlare di lui, purtroppo! Ho passato dei momenti bellissimi ascoltando, stesa sul divano, al crepuscolo. Non riesco a trovare neanche l'archivio in rete di questa trasmissione. :-(
Mi ricordo com'era prima il sito di Radiotre: una pagina con tutti i concerti - ma tutti tutti - facevi clic su quello che t'interessava e c'era il dettaglio completo. Due passaggi, veloci...
Adesso devi prima sapere se è un Concerto del mattino, se è un Concerto del Quirinale, se è un Concerto del... (ma chi è quel !!??***!!! che se le inventa?)
Oppure: fai clic su "in onda" e non vai al programma che stai ascoltando, no, troppo semplice, qualsiasi stupido lo farebbe così, invece qui bisogna dimostrare che non siamo di fronte a uno stupido qualsiasi.
:-(
è facile intuire il perchè di tutto questo e la situazione non potrà che precipitare del tutto, tempo qualche anno. Vorrei sbagliarmi, naturalmente.
Sono andata a riprendere "Leggere". Ho conservato diverse riviste. Molti editoriali erano di Maurizio Ciampa.
Ho trovato due saggi di Starobinski, uno sulla musica, l'altro su Kafka. Forse ne vedrai traccia ( un giorno... ) sul mio blog. Cari saluti:-)
devo molto a Radiotre, soprattutto a quella degli anni '70. Un conduttore su tutti: Sergio Vecchio. Per me la radio dovrebbe essere così, tanta musica e pochi commenti; quando proprio si devono fare commenti, farli bene - altrimenti si finisce come negli intervalli dei concerti e dell'opera, mamma mia quante scemenze anche su Radiotre!!! No, non ci salveremo più.
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