domenica 6 ottobre 2019

Resentìn

 
Non so nemmeno bene io perché, ma ogni tanto mi torna in mente una canzone, questa:
La bella la va al fosso,
(ravanej e ramulasc, barbabietul e spinasc, tri palanch al mazz...)
va al fosso a resentar
(coro: "la va al fosso al resentar..." )
e intant che la resenta
(ravanej e ramulasc, barbabietul e spinasc, tri palanch al mazz...)
la gh'è cascà l'anel
(coro: la gh'è cascà l'anel...)
Mi chiedo se si capisca anche fuori Milano, direi di sì a parte il dubbio sui ramolacci: passi per rapanelli, barbabietole e spinaci, ma c'è ancora qualcuno che mangia i ramolacci? E, soprattutto, che cosa sono i ramolacci? Me lo chiedevo da bambino e continuo a chiedermelo ancora oggi, non perché nel frattempo non l'abbia imparato, ma perché me ne dimentico ogni volta. Così consulto un'enciclopedia delle erbe di uso comune e trovo la spiegazione: raphanus sativus, una radice a metà strada fra rapanello e rafano, detta anche rapanello nero o rapanello invernale.

Così, risolto l'enigma del ramolaccio, penso di aver risolto ogni dubbio; e invece no, ho sorvolato su resentare. Resentare sullo Zingarelli non c'è: sembra una parola toscana, ma lo sembra soltanto. Resentare significa lavare (risciacquare, per la precisione): intanto che la lava, o meglio - I beg your pardon - "mentre sta lavando" (questo sì che è italiano, e non una traduzione automatica computerizzata), le è cascato l'anello nell'acqua. Che si fa? Alla bella che è andata al fosso per resentare non resta che chiedere aiuto a un pescatore lì vicino.
- O pescator dell'onda
(ravanej e ramulasc, barbabietul e spinasc, tri palanch al mazz...)
pescatemi l'anel...
Eccetera eccetera, è una canzone famosa e caso mai rimando qui per chi volesse cantarsela tutta intera.

La parola resentare, così evocata, però mi ha fatto venire in mente un'altra cosa, che ha sempre a che fare col lavaggio ma che è davvero tutta un'altra cosa. Per la precisione: quando si beve il caffè, alla fine rimane sempre qualcosa sul fondo della tazzina. E allora si fa il resentìn, il "piccolo lavaggio": non con l'acqua, ma con la grappa. Un goccio di grappa, nella tazzina ancora calda, resenta sü che l'è una meraviglia. La grappa si aromatizza al caffè, e si scalda quel tanto che basta per renderla ancora più aromatica di suo - se la grappa è buona, s'intende. Ovviamente, si sa, c'è chi con la grappa poi esagera: e questo non è bene. La resentada definitiva, insomma, spetta alla lavastoviglie, o all'acquaio. La grappa è buona ma è sempre meglio non esagerare. A proposito, adesso che ci penso, devo averne una bottiglia di quella buona già aperta... no, è ancora chiusa. Aspetterò, caso mai passi di qui una persona simpatica, barbera e champagne, o caffè col resentìn, meglio bere in buona compagnia che da soli. (e attenti al controllo dell'alcool, se poi dovete guidare).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Resentare fa parte del processo di lavaggio dei panni, ma si riferisce unicamente alla fase di risciacquo.

Giuliano ha detto...

grazie per la precisazione, lo avevo dato per scontato ma ha fatto bene a scriverlo