Mentre sto finendo di fare la spesa al
supermercato mi rendo conto che il mio carrello è rotto. Che fare,
lo metto via così o lo dico? Il mio senso civico mi spinge a recarmi
all'apposito sportello all'ingresso e a segnalare il fatto: il
carrello è rotto proprio dove ci si appoggia con le mani, spezzato
in due, e qualcuno potrebbe farsi male. La commessa capo,
efficientissima, mi ascolta e si complimenta con me: ma certo, ma
grazie, ha fatto proprio bene a segnalarcelo. Poi mi chiede se ho
messo nel carrello una moneta o un gettone: rispondo che è una
moneta da un euro ( il gettone lo avevo ma purtroppo non lo trovo più). La
gentile signora mi dice di lasciare il carrello alla guardia giurata
fuori dall'ingresso (è già stata avvertita) ma prima va a prendere
la moneta e me la porge con un gran sorriso: ecco. Ammetto di aver
preso quella moneta con una certa riluttanza. Siamo sicuri che sia
una moneta da un euro, questa cosa qui? Non ne ha il colore, non ne
ha l'aspetto, fa persino un po' schifo a vedersi, devo proprio
toccarla? Ma lei mi sorride come se fossimo appena usciti dal libro
Cuore, in effetti la scena è quella, e prendo con due dita quel
coso. Lo guardo: sì, forse è proprio una moneta da un euro ma Dio
solo sa cosa può esserle capitato e da dove sia stata recuperata. Il
mio euro, prigioniero del carrello, era invece nuovissimo e perfino
brillava. Siccome si direbbe che sia stata lavata (sembrerebbe
pulita) mi rassegno e con un sospiro la metto nel portafogli. Vado
dalla guardia giurata, è un tipo cordiale e gli abbandono il
carrello: ho diversi amici che fanno o hanno fatto quel mestiere, so
come funziona, conosco i turni di diciotto ore consecutive, non farei
mai polemica con uno di loro. Prendo le mie due borse in mano, e mi
allontano verso l'automobile.
E' finita qui? No, purtroppo no. Passa
qualche settimana e ritrovo proprio quel carrello, o comunque uno
rotto proprio nella stessa identica maniera e nello stesso punto. Cha
fare? Il pensiero mi torna a quella povera moneta che mi sono
vergognato di spendere (ho chiesto scusa in quel momento), e decido
di lasciar perdere. Non è proprio più il tempo del libro Cuore,
penso; e aggiungo altre considerazioni sulle quali è meglio
sorvolare.
(illustrazione da "Fun magazine", 1893)
(illustrazione da "Fun magazine", 1893)
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