Un'esperienza molto comune è quella di sbucciare un mandarino, o un'arancia, e di ritrovarsi sulla pelle il liquido profumato, e anche un po' unto, contenuto nella buccia: le mamme invitano sempre, da piccoli, a non pulirsi sul tovagliolo perché macchia di giallo e poi si fa fatica a lavarlo via. Si tratta di un olio essenziale, composto da una sostanza che per i chimici si chiama terpene. In profumeria, un terpene molto usato si estrae dal bergamotto: un altro agrume, che richiede una pazienza enorme per estrarre l'olio essenziale (quanto olio ci può essere nella buccia di un agrume? pochissimo...) e che si può anche mangiare ma non a tutti piace perché ha un sapore forte.
La voce "terpeni" sulla
Garzantina della Chimica comincia così:
TERPENI: vasto ed eterogeneo gruppo
di composti organici molto diffusi in natura, soprattutto quali
componenti di resine ed oli essenziali estratti da un gran numero di
piante. Il loro nome deriva dal tedesco "terpentinöl",
essenza di trementina, il più comune prodotto contenente terpeni,
ricavato dalle resina di varie conifere. (...)
Andando avanti a leggere (la voce
intera occupa due pagine fitte) si scopre che i terpeni possono anche
essere di origine animale, e non solo vegetale; che possono essere
sia liquidi che solidi (cerosi) ma comunque volatili. Alla loro
facile evaporazione (volatilità) è dovuto l'uso nell'industria
profumiera, dato che si tratta quasi sempre di odori gradevoli. I
terpeni trovano impiego non solo in profumeria ma anche in
farmaceutica, nelle vernici, nelle materie plastiche, come solventi e
come intermedi nell'industria chimica. Vengono suddivisi in
monoterpeni (trementina, canfora, mentolo, eccetera: le molecole più
semplici), sesquiterpeni (olii essenziali di conifere e rutacee),
diterpeni (caroteni, vitamina A), triterpeni (resine e cere naturali,
della frutta o dell'incenso), politerpeni (gomme
naturali, caucciù e guttaperca). Da un punto di vista teorico, alla
base dei terpeni c'è un gruppo di atomi chiamato "isoprene",
utile soprattutto per la classificazione delle diverse molecole.
Metto qui intorno qualche formula, sempre dalla Garzantina della
Chimica, per chi volesse approfondire.
Io ho incontrato i terpeni come
intermedi nell'industria tessile, in tessitura soprattutto, dove
possono essere come lubrificanti o come antistatici, o come intermedio per altri prodotti. Possono essere
di sintesi, ma mantengono le caratteristiche che avete
trovato sbucciando i mandarini e le arance: un olio leggerissimo e
untuoso, che tinge leggermente di giallo la pelle e il tovagliolo. E'
un bel prodotto, profumato, un olio leggerissimo che definirei etereo
se non fosse per il fatto che in chimica la parola "etere"
ha altri significati. Ho conosciuto di persona il terpene di
limone e quello di arancia, e dalla tabella qui sopra apprendo che
esiste anche quello di geranio (geraniolo), di menta (mentolo) e
chissà quant'altro ancora. Vien voglia di iniziare una collezione di
terpeni, insomma: ed è probabile che qualcuno lo abbia già fatto,
magari tra i profumieri.
(la foto in alto è mia; le altre immagini vengono dalla "Garzantina della Chimica")
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