domenica 29 dicembre 2019

Forza Ajax


L'unica maglietta di calcio che io abbia mai comperato è quella dell'Ajax di Amsterdam: ero in Olanda in vacanza, tanti anni fa, e ne ho approfittato. L'ho messa qualche volta e poi l'ho regalata, non mi è mai piaciuto portare simboli in evidenza (compresi quelli religiosi e politici) ma per l'Ajax avevo fatto un'eccezione. Ci ho ripensato quest'anno, in primavera, per le belle partite disputate dagli olandesi (finale di Champions mancata di poco) dopo anni di scarsa rilevanza. L'Ajax è una delle poche grandi squadre di calcio che si sono, di fatto, rifiutate di assimilarsi al pessimo circo che è diventato il football professionistico.
All'Ajax funziona così: se a un giovane calciatore arriva una forte offerta economica da parte di un'altra società, lo lasciano andare. Anche se si chiama Marco Van Basten, per intenderci. Con i giovani talenti che ha lasciato partire, l'Ajax avrebbe vinto una decina di Coppe dei Campioni: l'elenco è lungo, butto giù qualche nome a caso: oltre a Van Basten, Sneijder, Davids, Rijkaard, Suarez, Robben, Bergkamp, l'elenco è davvero lungo e parte da Cruijff e Neeskens, quasi quarant'anni fa, per terminare (ma è solo questione di tempo) con de Jong e de Ligt. Sento già i tifosi e i commentatori professionisti obiettare: ma così non si vince niente. Intanto, non è vero: negli anni in cui comperavo quella maglietta, l'Ajax aveva vinto la Champions League proprio contro il ricchissimo Milan di Berlusconi (gol di Edgar Davids). E poi, soprattutto: è così importante vincere le Coppe? Non è vero che vincere è l'unica cosa che conta, le società sportive possono e devono avere altri obiettivi. L'Ajax, per esempio, ha di sicuro aiutato moltissimi ragazzi a diventare adulti, tramite il calcio; e continua in quest'opera con attenzione. Un confronto con i nostri club può fare spavento: per esempio l'Inter di Moratti, campione di sprechi quanto l'Ajax lo è di attenta gestione economica e sportiva, ha seriamente rischiato di sparire (qualcuno si ricorda di Kondogbia, di Vampeta? l'elenco sarebbe interminabile, giocatori strapagati e poi mandati in tribuna dopo tre partite...). E le romane, Roma e Lazio, delle quali si dice che siano state salvate dalla scomparsa grazie a tifosi importanti. Della crisi interminabile del Milan si occupano le pagine di cronaca in questi giorni.

La Champions League è diventata un tavolo al quale le persone intelligenti non dovrebbero mai sedersi. E' come un tavolo tra amici dove si gioca a carte: si comincia per divertimento, poi qualcuno comincia a puntare qualcosa, un caffè, una pizza, si sta al gioco, magari ci si diverte anche. Ma, se qualcuno alza troppo la posta, la cosa migliore da farsi è alzarsi e salutare tutti. Qui la posta è stata alzata in maniera esponenziale, da trent'anni in qua è un continuo gioco al rialzo: da noi ha cominciato Silvio Berlusconi, negli anni '80, poi sono arrivato i russi (Abramovic al Chelsea), gli arabi (Paris St Germain, squadre inglesi), e sono cominciati i fallimenti, anche illustri. Fallimenti non nel senso di non vincere, ma proprio nel senso di portare i libri in tribunale: Fiorentina, Napoli, Sampdoria, Genoa, Torino... Un elenco infinito, che comprende anche la catastrofe delle serie minori. Impossibile competere con chi spende e spande, i possibili investitori fuggono e oggi è difficile trovare una squadra italiana in mano a un industriale italiano, forse solo il Sassuolo di Squinzi (de Laurentiis rilevò il Napoli al tribunale fallimentare). E non si può dimenticare che Real Madrid e Barcellona ebbero e continuano ad avere aiuti cospicui (un vero pozzo senza fondo) da banche compiacenti: c'è stata un'inchiesta, ma è finita subito sotto la sabbia: è possibile saperne di più? (possibile che questa notizia non interessi?). L'impressione è che se si muovesse decisa la Guardia di Finanza succederebbero sfracelli; non so quanti dirigenti sportivi rimarrebbero in libertà.

Ma questi sono solo alcuni mali del calcio moderno, e non sono neanche i più gravi. Per esempio, adesso, fine dicembre, esultano i tifosi della Lazio: mi unisco ai complimenti, un'ottima partita e un'ottima squadra, ma la Lazio ha una delle peggiori tifoserie in Europa. Già dimenticato tutto? I saluti fascisti, i pestaggi, gli insulti ad Anna Frank, i legami con droga e criminalità comune emersi in modo clamoroso con l'omicidio di un capo ultras? Ebbene sì, tutto dimenticato, non se ne parla più. Basta una partita vinta, e cala l'oblio su tutto. Per fortuna, abbiamo ancora la Magistratura, i Carabinieri e la Guardia di Finanza - ma chi si occupa professionalmente di calcio a queste cose non pensa, ed è grave.
E' per tutte queste cose che, da juventino, dico sempre soltanto "Forza Ajax". La bacheca rimane vuota, ma la squadra è grande lo stesso. La storia non si fa solo con gli "albi d'oro", ci sono altre cose più importanti e l'Ajax di Van der Sar è qui a ricordarcelo.
 
(le immagini vengono da wikipedia.it )
 

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