« Odio la neve » dice Roberta, e io
rimango sorpreso perché so che pratica diversi sport, pallavolo e
ginnastica artistica se non ricordo male (sono passati tanti anni).
Lo dice in risposta a due o tre dei nostri compagni di classe, che stanno
insistendo con tutti noi per la settimana bianca. A scuola, si sa, ci
sono di queste occasioni: non ci sono solo le gite istruttive, c'è
anche la possibilità di divertirsi in compagnia. Il problema, a
scuola, è che per andarci serve un numero minimo di aderenti, e il
numero minimo non c'era. Lo avevano chiesto anche a me: « E' un
affare, conviene, una settimana bianca normale costa quasi il doppio!
Dai, vieni anche tu! » Io avevo risposto che non avevo
l'attrezzatura per andare a sciare, loro avevano insistito: gli sci
si noleggiano, idem gli scarponi; e poi sulla neve puoi andare con i
jeans. Sì, i jeans sulla neve... roba che se si bagnano poi servono
due giorni per farli asciugare. Avrei dovuto spendere una montagna di
soldi, partendo da zero, e tutto per fare un piacere a loro che già
andavano a sciare con papà e mamma. Non sarei mai andato dai miei
genitori a chiedere quella cifra, avevo solo quattordici o quindici
anni ma stavo già attento a quello che succedeva in casa; sapevo
bene che quella cifra, "un affare", equivaleva a metà
busta paga di mio padre. E' stato probabilmente in quell'occasione
che ho cominciato a percepire qualcosa che esisteva sottotraccia, in
modo sottile: anche nei paesi meno grandi c'era una divisione tra
famiglie "bene" e poveracci, e io stavo toccando quel
limite. Si andava nella stessa scuola, ma poi la cosa finiva lì. Niente di che, s'intende: il figlio di un assicuratore, il
figlio di un negoziante, queste cose qui. Ma loro potevano
permettersi la spesa per la settimana bianca, io no.
Penso che qualcosa di simile sia
passato anche per la testa di Roberta, figlia di un dipendente
comunale e con l'aggravante di essere la prima della classe.
Secchiona, quindi antipatica: ma a me non era antipatica, anzi era
piacevole parlare con lei. Ripensandoci, forse Roberta sarebbe andata
volentieri a fare la settimana bianca, ma scegliendosi meglio la
compagnia: questi qua erano gli antenati dei paninari, e oggi
starebbero con Casa Pound e Forza Nuova. Forse i loro figli e nipoti
ci sono per davvero, in Casa Pound e Forza Nuova: all'epoca si
insultavano chiamandosi "operaio", facevano già battute
sui forni crematori e sui lager, dicevano "spastico" e
"mongoloide". Insomma, erano all'avanguardia e di sicuro in
questo duemilaventi si trovano benissimo. Inutile dire che da adulti
se la sono passata bene, piacevano alle mamme, hanno sposato le
ragazze più belle, hanno fatto mestieri dove non ci si sporcava le
mani.
Andare a sciare costa. Non è come
andare al mare, o in piscina; non è come giocare al pallone, e non è
nemmeno come andavano a sciare i montanari di una volta, che usavano
gli sci per spostarsi quando nevicava. Costano i vestiti, costano gli
skypass, costa andare e venire dalla montagna. Per andare a fare una
camminata, invece, basta un buon paio di scarpe; ed è quello che ho
fatto io da adulto, qualche buona camminata in montagna ma senza mai
toccare sci e scarponi. Lo so che è divertente sciare, non sto
dicendo che sia sbagliato, ma io non ne ho più voluto sapere. Mi
sono divertito molto con partite di tennis improvvisate con quel che
c'era, con partite a pallone alla come viene viene, con la
bicicletta, ma di settimane bianche non ho più voluto sentir
parlare. Mi è costato qualcosa, lo so, ma preferisco essere così
come sono, con tutti i miei difetti.
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