domenica 8 dicembre 2019

Settimana bianca


« Odio la neve » dice Roberta, e io rimango sorpreso perché so che pratica diversi sport, pallavolo e ginnastica artistica se non ricordo male (sono passati tanti anni). Lo dice in risposta a due o tre dei nostri compagni di classe, che stanno insistendo con tutti noi per la settimana bianca. A scuola, si sa, ci sono di queste occasioni: non ci sono solo le gite istruttive, c'è anche la possibilità di divertirsi in compagnia. Il problema, a scuola, è che per andarci serve un numero minimo di aderenti, e il numero minimo non c'era. Lo avevano chiesto anche a me: « E' un affare, conviene, una settimana bianca normale costa quasi il doppio! Dai, vieni anche tu! » Io avevo risposto che non avevo l'attrezzatura per andare a sciare, loro avevano insistito: gli sci si noleggiano, idem gli scarponi; e poi sulla neve puoi andare con i jeans. Sì, i jeans sulla neve... roba che se si bagnano poi servono due giorni per farli asciugare. Avrei dovuto spendere una montagna di soldi, partendo da zero, e tutto per fare un piacere a loro che già andavano a sciare con papà e mamma. Non sarei mai andato dai miei genitori a chiedere quella cifra, avevo solo quattordici o quindici anni ma stavo già attento a quello che succedeva in casa; sapevo bene che quella cifra, "un affare", equivaleva a metà busta paga di mio padre. E' stato probabilmente in quell'occasione che ho cominciato a percepire qualcosa che esisteva sottotraccia, in modo sottile: anche nei paesi meno grandi c'era una divisione tra famiglie "bene" e poveracci, e io stavo toccando quel limite. Si andava nella stessa scuola, ma poi la cosa finiva lì. Niente di che, s'intende: il figlio di un assicuratore, il figlio di un negoziante, queste cose qui. Ma loro potevano permettersi la spesa per la settimana bianca, io no.

Penso che qualcosa di simile sia passato anche per la testa di Roberta, figlia di un dipendente comunale e con l'aggravante di essere la prima della classe. Secchiona, quindi antipatica: ma a me non era antipatica, anzi era piacevole parlare con lei. Ripensandoci, forse Roberta sarebbe andata volentieri a fare la settimana bianca, ma scegliendosi meglio la compagnia: questi qua erano gli antenati dei paninari, e oggi starebbero con Casa Pound e Forza Nuova. Forse i loro figli e nipoti ci sono per davvero, in Casa Pound e Forza Nuova: all'epoca si insultavano chiamandosi "operaio", facevano già battute sui forni crematori e sui lager, dicevano "spastico" e "mongoloide". Insomma, erano all'avanguardia e di sicuro in questo duemilaventi si trovano benissimo. Inutile dire che da adulti se la sono passata bene, piacevano alle mamme, hanno sposato le ragazze più belle, hanno fatto mestieri dove non ci si sporcava le mani.

Andare a sciare costa. Non è come andare al mare, o in piscina; non è come giocare al pallone, e non è nemmeno come andavano a sciare i montanari di una volta, che usavano gli sci per spostarsi quando nevicava. Costano i vestiti, costano gli skypass, costa andare e venire dalla montagna. Per andare a fare una camminata, invece, basta un buon paio di scarpe; ed è quello che ho fatto io da adulto, qualche buona camminata in montagna ma senza mai toccare sci e scarponi. Lo so che è divertente sciare, non sto dicendo che sia sbagliato, ma io non ne ho più voluto sapere. Mi sono divertito molto con partite di tennis improvvisate con quel che c'era, con partite a pallone alla come viene viene, con la bicicletta, ma di settimane bianche non ho più voluto sentir parlare. Mi è costato qualcosa, lo so, ma preferisco essere così come sono, con tutti i miei difetti.

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