Sul cartone del latte c’è scritto, bello in grande: «Alta Qualità». Lo giro, lo rigiro, lo confronto con le altre confezioni della stessa marca: se lì c’è scritto «Snello», questo qua dev’essere il latte intero, non scremato...Lo prendo e lo metto nel cestello, a casa guarderò meglio.
«Alta Qualità» è un po’ come l’acqua allegra, e come le molte definizioni senza senso inventate dai pubblicitari, che sembrano messe lì apposta per fare confusione (e forse lo scopo è proprio quello). “Latte intero” è invece una definizione merceologica, chiara, comprensibile: latte intero significa che il latte non è stato scremato. Latte con tutti i suoi grassi naturali, dunque: se poi uno preferisce quello scremato, basterebbe indicarlo sull’etichetta, bene in chiaro. Ma che ci sia scritto “Latte Scremato”, per piacere, perché “Snello” non vuol dire niente: snella è una persona, non il latte o il groviera. Provate a pensarci un po’: c’è qualcuno che dichiara apertamente di vendere merce di Bassa Qualità? Se è poi il latte ad essere di Bassa Qualità, apriti cielo...
L’acqua frizzante, gasata, etichettata come “Allegra” è un altro esempio di stupidità applicata alla merceologia. Le acque minerali, oltre al latte, sono diventate il ricettacolo delle invenzioni stupide dei pubblicitari: con il risultato che sono diventate incomprensibili, io ho studiato chimica e qualcosa sulle acque lo so, ma ieri stavo sbagliando a comperare l’acqua. Quale sarà mai quella gasata, addizionata di anidride carbonica? Ho camminato avanti e indietro tre volte, spostando i cartoni e leggendo le etichette, prima di capire; e poi non ero ancora sicuro, quando sono arrivato a casa e svitando il tappo ho sentito “pssst” mi sono detto: “ah, meno male!”.
Sulle etichette dell’acqua minerale ci dovrebbero essere solo due indicazioni, le uniche che servono: la durezza (cioè il contenuto di sali) e l’indicazione “liscia” o “gasata”. Anche l’indicazione “naturale” è fuorviante: tutte le acque sono naturali, l’acqua frizzante (o gasata) è acqua naturale con aggiunta di anidride carbonica. Se poi si vogliono aggiungere le analisi complete, ben vengano: ma per capirle bene bisogna aver studiato almeno un po’ di chimica.
Esistono delle ottime leggi, riguardo le etichette e la possibilità per i consumatori di avere indicazioni utili sul contenuto di quello che comperano: ma vengono continuamente disattese, eluse, sporcate. Autori di questi depistamenti sono i pubblicitari e gli addetti al marketing, alle vendite: che, evidentemente non convinti della bontà del prodotto, pensano di far convogliare su di esso l’attenzione del consumatore sparando xxxxxxx.
Non crediate che i pubblicitari siano degli idioti: funziona, questi mezzucci funzionano benissimo. Alta Qualità, Bassa Qualità, Acqua Allegra e Acqua Cupa diventano presto i punti di riferimento, e invece di dare informazioni al consumatore si fa l’esatto opposto. Poi saltano fuori le mozzarelle blu e rosa, e tutti si stupiscono, s’indignano: in altre parole, come dicevano i nostri vecchi, cascano giù dal pero (o dal fico, secondo la versione che più vi piace).
E qui il discorso si farebbe ampio, per oggi preferisco chiudere: non prima di aver fatto notare che sulle confezioni del latte UHT (lunga conservazione) c’è scritto che si può conservare anche fuori dal frigorifero, a temperatura ambiente: e già, ma cosa significa “a temperatura ambiente”? Io direi, visto che si tratta di latte, qualcosa tra i 10 e i 18 gradi centigradi. E adesso vediamo, che temperatura c’è sullo scaffale del latte UHT?
Life History of the Forget-me-not
5 ore fa
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