Ieri pomeriggio l’ho fatto: ho detto “attenda un attimo in linea”, poi ho avvicinato il telefono all’altoparlante dal quale stavo ascoltando Vivaldi. Un bel Vivaldi, e una bella interpretazione: il Concerto in la minore per due violini e archi op.3 n.8 dalla raccolta “L’estro armonico”, numero di catalogo RV 522, eseguito dall’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone (per chi ha visto il film, era il brano d’apertura in “Fata Morgana” di Werner Herzog). Ha messo giù, peccato: dopo tante storpiature vivaldiane sulle segreterie telefoniche di mezzo mondo, per una volta che uno fa le cose per bene...
Lo so che non ha molto senso fare queste cose, che in questi casi di là dall’apparecchio c’è quasi sempre qualche disperato/disperata che tenta di mettere insieme qualche centesimo lavorando in un call center, ma l’invasione della vita privata da parte della pubblicità sta diventando insopportabile. Non è solo la telefonata a casa: avete mai provato ad andare in metropolitana, o in una stazione? Schermi giganti ovunque, che trasmettono pubblicità alla quale non ci si può sottrarre. Se il vostro treno è in ritardo, oltre al danno anche la beffa di essere inondati venti, trenta, quaranta volte da quel jingle mefitico e maledetto. A casa, con la tv, possiamo provare a difenderci, c’è pur sempre il telecomando; ma se sei in bagno e ti chiamano per venderti una fetecchia, che fare? Se sei in stazione e aspetti, e ti tocca sorbirti gli spot, che fare?
La cosa che più mi disturba, però, è che sia passata l’idea che se ho lo stesso numero di telefono da vent’anni la cosa non riguardi solo me e i miei amici e parenti, ma che debba diventare una merce: ho lo stesso numero di telefono da venti o da trent’anni, ed è da sempre pubblicato sull’elenco telefonico, ma a voi cosa ve ne frega? Quanto meno, se proprio volete telefonarmi a casa per vendermi qualcosa, ecco le mie tariffe: tra le ore 8 e le ore 18, cinque euro a telefonata; tra le ore 18 e le ore 20, venti euro a telefonata (è l’ora in cui cucino e mangio, non vorrei essere disturbato), eccetera. Il listino completo, con la partita IVA e il necessario per fare i versamenti, è disponibile facendo clic sul mio profilo utente di Blogger, qui sotto a destra.
Comunque sia, il governo Bossi-Berlusconi, sollecito alle mie e alle vostre lamentele, ha preso in merito solerti provvedimenti. Quali? Eccoli qua:
TELEMARKETING, COSÌ LA LEGGE (NON) CI PROTEGGE
di Paolo Casicci , Venerdì di Repubblica 26.11.2010
dirittierovesci@repubblica.it
Stavolta la pezza è peggio del buco. Da una settimana è in vigore la legge che vorrebbe tutelarci
dalle intrusioni del telemarketing. Come? Col «registro delle opposizioni»: un elenco cui deve iscriversi chi non vuol essere più disturbato dai call center. Una prima obiezione la suggerisce il buon senso: non era più logico che a iscriversi fosse chi vuol rendersi rintracciabile? Non solo: «l'iscrizione al registro non riguarda i cellulari» spiega Nadia Martini dello studio legale Nunziante Magrone. Inoltre, si potrà continuare a usare i numeri raccolti da fonti diverse dagli elenchi abbonati (per esempio, le tessere del supermercato) e si potrà contattare via fax, email, sms o mms anche chi è iscritto al registro. Chi gestirà l'elenco (un privato) sarà autorizzato pure a conservare sul sito web l'elenco degli utenti, senza che la legge esiga alti standard di sicurezza. «Il rischio, insomma, è che il registro disturbi più delle comunicazioni che vuole impedire».
(la strip viene dalla Settimana Enigmistica, http://www.aenigmatica.it/ )
giovedì 24 febbraio 2011
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