Non mi ricordo neanche già più chi l’ha detto, l’altro giorno, se Veltroni o Bersani o D’Alema o Renzi chissà chi altro: «Bisogna uscire finalmente dal Novecento!!!» Che significa? Dovrebbe essere uno slogan vincente? Mah... Oltretutto, detta da un partito politico che aspira ad essere l’erede del PCI di Enrico Berlinguer, suona davvero male: perché operai e lavoratori, nella loro storia millenaria, non sono mai stati così bene come nel Novecento: in Italia e dal 1945 in su, intendo. Non è che tutto fosse rose e fiori, ma se si potesse davvero tornare agli anni ’70, o agli ’80...Io c’ero, e lo auguro di cuore a tutti i ventenni che stanno per finire la scuola e cominciare a lavorare, perché io e i miei coetanei abbiamo davvero potuto progettare un futuro e vivere abbastanza bene, grazie a quel Novecento. Tutte quelle nostre piccole certezze, conquistate a fatica dai nostri padri e dai nostri nonni, sono state però spazzate via in meno di dieci anni, e ancora mi chiedo come sia potuto succedere.
Uscire dal Novecento, tornare al Novecento: ma che significa? Come si fa a perdere tempo con questi slogan senza significato? Innanzitutto, dal Novecento siamo già fuori da un bel pezzo – mi sembrava quasi cretino ricordarlo, ma siamo a febbraio 2011...
Questi giochini sul passato sono sempre penosi. Non è detto che andando avanti si migliori, non è detto che i tempi andati fossero migliori: nel caso si volesse affrontare l’argomento bisognerebbe distinguere, ragionarci sopra, dividere cosa da cosa. Per alcune cose, ad essere sincero, io tornerei indietro anche al ‘500, al ‘600, al ‘700, all’800....E’ vero che oggi viviamo al caldo e con ottimi servizi igienici in tutte le case, ma provate a chiedere, per esempio, a un appassionato di vela: meglio il Tirreno di oggi, o quello dei tempi di Napoleone? Ed è meglio la sanità di oggi, o quella dei tempi di Giuseppe Verdi? Meglio il cinema di oggi, o quello degli anni ’70 quando io aspettavo tutti gli anni un nuovo Kurosawa, Fellini, Bergman, Kubrick, ed erano nuovi e mai visti Lo squalo di Spielberg, ET, Guerre stellari...? Ah, saperlo.
Mi fermo qui, perché mi ero già annoiato prima di iniziare. A dire il vero, non mi sarei mai fermato a ragionare di queste cose se non fosse per un dettaglio: che questa battuta sull’uscire dal Novecento rivela molto bene la mancanza di idee della nostra classe dirigente, e spiega magnificamente il suo scarso appeal elettorale. Come si fa ad andare dietro a dei leader come questi? Come si fa, a secolo XXI abbondantemente iniziato, a ragionare ancora per slogan? Di pubblicitari al governo ne abbiamo già fatto grama esperienza negli ultimi vent’anni, e quindi, per piacere, almeno a sinistra, basta con gli slogan. Ecco, vorrei che se uno slogan ci debba essere per forza, che lo slogan sia ormai obbligatorio, che sia questo: “basta con gli slogan, basta con i pubblicitari, basta con i consiglieri sul look dei politici!”. E tornate a lavorare, che è da almeno trent’anni che non si vede un politico che viene dal mondo del lavoro.
Life History of the Forget-me-not
5 ore fa
2 commenti:
se chi dice fesserie così uscisse dalle palle...
Tipico slogan pubblicitario: la frase che non significa niente ma che suona bene. Un'altra frase idiota è la "rottamazione" di Renzi, un linguaggio che fa accapponare la pelle. Rottamare chi? E perché? Per prendere Renzi? Nel caso in questione, mi tengo stretto Napolitano...
Non è un caso che, ovunque, alla primarie del PD, vince sempre quello più a sinistra. Sarebbe anche ora di prenderne atto.
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