giovedì 7 novembre 2019

Il razzismo negli stadi


La questione del razzismo negli stadi torna periodicamente, e con molta frequenza. Le domande da porsi sono molte, la questione si trascina da tanto di quel tempo che finisce per sembrare irrisolvibile; per provare a fare un po' di ordine prendo le dichiarazioni del capo degli ultras del Verona, apparse in questi giorni sulla stampa.

La prima cosa che mi ha colpito è l'appartenenza di questo capo ultras a Forza Nuova: se non ho capito male, un dirigente di Forza Nuova. Non è una novità, praticamente tutti gli ultras sono di estrema destra, e spesso confondono il tifo per una squadra di calcio con un'organizzazione paramilitare. Questo è il primo punto di cui si dovrebbe discutere, cioè come sia stato possibile che organizzazioni dichiaratamente nazifasciste e dichiaratamente razziste abbiano potuto prosperare in tutti questi anni (venti, forse trent'anni di propaganda senza che si sia cercato seriamente di fermarli).

Il secondo punto è la parola "negro": qui il capo ultras ha ragione, è una parola italiana e di per sè non va considerata offensiva. Negro viene dal latino, niger, nigra...in quasi tutti i dialetti italiani parole molto simili a "negro" equivalgono a "nero". In spagnolo, "negro" è proprio la parola che si usa per definire il colore nero. Su questo punto si potrebbe sorvolare ed evitare di fare polemiche che fanno perdere tempo, tanto più che perfino Martin Luther King usa spesso le parole "Negro people" nei suoi discorsi, e Leopold Senghor usò la parola "Négritude" (Negritudine) con orgoglio. Ma so già che è una battaglia persa, la parola "negro" resterà come un'arma nelle mani dei razzisti quando invece potrebbe essere smontata facilmente con un sorriso.

Il terzo punto riguarda la presenza di calciatori dalla pelle scura in tutte le squadre di calcio, a tutti i livelli. Quando il capo ultras del Verona fa notare che anche nella sua squadra ci sono dei "negri", dice una cosa ovvia e andrebbe ascoltato. E' dunque razzismo quello che c'è negli stadi? Io direi che è qualcosa di peggio, è pura e semplice stupidità, una stupidità colossale. L'idea dei cori razzisti nasce dal pensiero di mettere in difficoltà i calciatori avversari: e per far questo ogni cosa va bene. Se si viene a sapere che a un calciatore della squadra avversaria è morta la madre, si fanno cori contro la madre di questo calciatore. Se si viene a sapere che il figlio di un calciatore avversario ha una grave malattia, si fanno cori contro il figlio (bambino) del calciatore avversario. Funziona questa tattica? Alle volte sì, per esempio in un Inter-Napoli il senegalese Koulibaly venne talmente esasperato da avere una reazione nervosa (non violenta) per la quale venne espulso: volete sapere come finì la partita? Koulibaly scontò la sua squalifica, gli autori della provocazione rimasero impuniti.

Quarto punto, poi mi fermo perché tanto so già che non serve a niente ragionare e che tutto continuerà come prima, ad offendersi sulla parola "negro" per esempio. Il capo ultras del Verona dice un'altra cosa interessante, questa: "Che cosa mi faranno? Mi faranno arrestare dalla commissione Segre?". Una frase terrificante, orribile se si pensa che Liliana Segre è passata, da bambina, attraverso i lager nazisti. "Una vecchia non eletta in Parlamento", si aggiunge; ed è ancora più orribile, perché in Parlamento sono stati eletti di recente dei capi ultras. Vale a dire: invece di fermare il fenomeno degli ultras li si è incoraggiati, non solo a Bergamo o a Verona ma anche (soprattutto) a Roma, sui due versanti Roma e Lazio.

Che dire? Questi ultras sono pericolosi, spesso protagonisti di scontri di piazza con poliziotti feriti e città messe a soqquadro (eufemismo). Il capo ultras del Verona irride polizia e magistrati, e purtroppo per noi può farlo. Ci sono responsabilità politiche precise dietro questa deriva, e mi fa effetto vedere che nessuno le ricorda, e che anzi i promotori e i difensori di movimenti come Forza Nuova e Casa Pound siano intervistati in merito e dicano parole di circostanza.
Il razzismo negli stadi è una maschera, dietro la quale si nascondono interessi preoccupanti. O, meglio, che dovrebbero preoccupare: invece ci si nasconde dietro a parole ormai svuotate di senso.
Cosa si può fare, dunque? Molto: tanto per cominciare, a Torino la Juventus ha denunciato questi ultras, e la polizia è intervenuta; e la società calcistica del Verona ha vietato l'ingresso alle partite a questo capo ultras per i prossimi dieci anni. Cosa aspettano le altre società?

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