La questione del razzismo negli stadi
torna periodicamente, e con molta frequenza. Le domande da porsi sono
molte, la questione si trascina da tanto di quel tempo che finisce
per sembrare irrisolvibile; per provare a fare un po' di ordine
prendo le dichiarazioni del capo degli ultras del Verona, apparse in
questi giorni sulla stampa.
La prima cosa che mi ha colpito è
l'appartenenza di questo capo ultras a Forza Nuova: se non ho capito
male, un dirigente di Forza Nuova. Non è una novità, praticamente
tutti gli ultras sono di estrema destra, e spesso confondono il tifo
per una squadra di calcio con un'organizzazione paramilitare. Questo
è il primo punto di cui si dovrebbe discutere, cioè come sia stato
possibile che organizzazioni dichiaratamente nazifasciste e
dichiaratamente razziste abbiano potuto prosperare in tutti questi
anni (venti, forse trent'anni di propaganda senza che si sia cercato
seriamente di fermarli).
Il secondo punto è la parola "negro":
qui il capo ultras ha ragione, è una parola italiana e di per sè
non va considerata offensiva. Negro viene dal latino, niger,
nigra...in quasi tutti i dialetti italiani parole molto simili a
"negro" equivalgono a "nero". In spagnolo,
"negro" è proprio la parola che si usa per definire il
colore nero. Su questo punto si potrebbe sorvolare ed evitare di fare
polemiche che fanno perdere tempo, tanto più che perfino Martin
Luther King usa spesso le parole "Negro people" nei suoi
discorsi, e Leopold Senghor usò la parola "Négritude"
(Negritudine) con orgoglio. Ma so già che è una battaglia persa, la
parola "negro" resterà come un'arma nelle mani dei
razzisti quando invece potrebbe essere smontata facilmente con un
sorriso.
Il terzo punto riguarda la presenza di
calciatori dalla pelle scura in tutte le squadre di calcio, a tutti i
livelli. Quando il capo ultras del Verona fa notare che anche nella
sua squadra ci sono dei "negri", dice una cosa ovvia e
andrebbe ascoltato. E' dunque razzismo quello che c'è negli stadi?
Io direi che è qualcosa di peggio, è pura e semplice stupidità,
una stupidità colossale. L'idea dei cori razzisti nasce dal pensiero
di mettere in difficoltà i calciatori avversari: e per far questo
ogni cosa va bene. Se si viene a sapere che a un calciatore della
squadra avversaria è morta la madre, si fanno cori contro la madre
di questo calciatore. Se si viene a sapere che il figlio di un
calciatore avversario ha una grave malattia, si fanno cori contro il
figlio (bambino) del calciatore avversario. Funziona questa tattica?
Alle volte sì, per esempio in un Inter-Napoli il senegalese
Koulibaly venne talmente esasperato da avere una reazione nervosa
(non violenta) per la quale venne espulso: volete sapere come finì
la partita? Koulibaly scontò la sua squalifica, gli autori della
provocazione rimasero impuniti.
Quarto punto, poi mi fermo perché
tanto so già che non serve a niente ragionare e che tutto continuerà
come prima, ad offendersi sulla parola "negro" per esempio.
Il capo ultras del Verona dice un'altra cosa interessante, questa:
"Che cosa mi faranno? Mi faranno arrestare dalla commissione
Segre?". Una frase terrificante, orribile se si pensa che
Liliana Segre è passata, da bambina, attraverso i lager nazisti.
"Una vecchia non eletta in Parlamento", si aggiunge; ed è
ancora più orribile, perché in Parlamento sono stati eletti di
recente dei capi ultras. Vale a dire: invece di fermare il fenomeno
degli ultras li si è incoraggiati, non solo a Bergamo o a Verona ma
anche (soprattutto) a Roma, sui due versanti Roma e Lazio.
Che dire? Questi ultras sono
pericolosi, spesso protagonisti di scontri di piazza con poliziotti
feriti e città messe a soqquadro (eufemismo). Il capo ultras del
Verona irride polizia e magistrati, e purtroppo per noi può farlo.
Ci sono responsabilità politiche precise dietro questa deriva, e mi
fa effetto vedere che nessuno le ricorda, e che anzi i promotori e i
difensori di movimenti come Forza Nuova e Casa Pound siano
intervistati in merito e dicano parole di circostanza.
Il razzismo negli stadi è una
maschera, dietro la quale si nascondono interessi preoccupanti. O,
meglio, che dovrebbero preoccupare: invece ci si nasconde dietro a
parole ormai svuotate di senso.
Cosa si può fare, dunque? Molto: tanto
per cominciare, a Torino la Juventus ha denunciato questi ultras, e
la polizia è intervenuta; e la società calcistica del Verona ha vietato l'ingresso alle partite a questo capo ultras per i prossimi dieci anni. Cosa aspettano le altre società?
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