giovedì 14 novembre 2019

Il refuso germoglia ( VIII )


Battendo un testo l'anagramma è sempre in agguato; e gli appassionati di enigmistica sapranno battezzare meglio di me gli eventi che seguono, forse dei neologismi ai quali provo a dare spiegazione plausibile:
riffare (rifare le estrazioni del lotto?); opeari (operai negli alveari?); diceci (invece di dieci) ; peperonauta (colui che attraversa una notte travagliata, tra incubi al bicarbonato, si direbbe ); Stati Unti (letto su un quotidiano...); pornostico (no comment).
Il chimico può facilmente vedersi confondere il ciclamino con la ciclammina, o magari il glucomannano con il lupomannaro; uno scrittore potrebbe trovarsi a scrivere dell'uomo invivibile (sarebbe un bel soggetto), oppure diventare un drammaturco (tragediografo bizantino?), oppure scrivere un romanzo uomoristico (umanista e umoristico). E, se fosse uno scrittore di gialli, trarre profitto da qualcuno che muore dal rudere.
Invece, ggrapparsi dà proprio l'idea di essere appesi ad un precipizio; ma chi mai cercherebbe asilo e protezione in un rifguio? E sarà lecito a uno scrittore di favole trasformare Tonino in un Tonno?
Trovo infine decisamente poetico lo scambio sognifica/significa (la o e la i sono vicinissime, sulla tastiera); ma sarebbe bello anche gaudagnare, cioè guadagnare con gaudio.


Storiche ostriche
tristi e stoiche
s'immolan tragiche
fra i nostri asparagi;
mancan le perle,
ma fra gli asparagi
forse un po' stonano
perfin le parole.
Io sto in disparte
osservo e medito
non amo asparagi
ma assaggio provole
non amo ostriche
ma ho amiche storiche
cui non dispiacciono
vongole amabili
giù nello stomaco.


Un'altra bella sagoma è lo scanner. Avete mai combattuto contro uno scanner, o meglio contro il suo software, incorporeo, assurdo, servizievole ma dispettoso? Basta poco, un puntino sulla carta di giornale, una carta un po’ ingiallita, un carattere tipografico particolare, per introdurre cambiamenti epocali, belli o raccapriccianti.
Per esempio, dopo aver cercato a lungo un libro con tutti i testi dei madrigali di Monteverdi, mi sono infine rassegnato a copiarli con lo scanner dai libriccini allegati ai cd. I caratteri di stampa però sono piccolissimi, e in questo caso il software ha dunque tutte le sue buone ragioni se "Ah dolente partita" mi diventa prima AH, DOLEN'E pZh'lu! e poi AH, d.leme p t. ; e se l'idol mio diventa L'idol inio (tra Metastasio e Guerre stellari...).

Ho portato sul computer qualche altro articolo (non molti), ed ecco una piccola antologia di cose che non avrei mai pensato d’incontrare: ariagrammi (anagrammi); crifico (critico) ; trainato (tramato); pretonde (pretende); orinai (ormai) ; semanfico, matemafico, ricombiriate (ricombinate); pennutazioni (permutazioni); squafiore (squallore) ; inondo (mondo) ; interiorniente; bicerto (incerto) e infine, parlando di un filosofo, apprendo che il suo maestro è raclito.

Ah, dolente partita!
Ah, fin de la mia vita!
Da te parto e non moro?
E pur i' provo
La pena de la morte,
E sento nel partire
Un vivace morire,
Che dá vita al dolore
Per far che moia immortalmente il core.
Guarini: "Il pastor fido 111, 3
(Claudio Monteverdi, Quarto Libro dei Madrigali)



(continua)


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