mercoledì 20 novembre 2019

Questione di target

"No alla violenza sulle donne", dice il manifesto appeso davanti alla biblioteca, per una conferenza con dibattito. E' la quinta o sesta volta che passo di qui, il messaggio è più che chiaro: ma perché vengono a dirlo a me? Io non ho mai picchiato nessuno, né maschi né femmine, e spero di poter continuare così la mia vita. Anche in tv, finisco sempre sui programmi che parlano di violenza sulle donne: sono più che informato, ma perché vengono a dirlo a me?
Vi sembrerà una stupidaggine, invece siamo davanti a un clamoroso errore di comunicazione. Hanno sbagliato il target, direbbero i pubblicitari. I veri violenti non leggeranno mai questi poster, non guarderanno mai quelle trasmissioni, e quanto ad andare a quella conferenza pubblicizzata dal manifesto davanti alla biblioteca, figuriamoci. Se proprio uno di loro volesse andarci, sarebbe per farsi quattro risate.
Intendiamoci, è un problema serio. Che fare? La stessa cosa succede con chi irride i lager nazisti, con chi esalta il fascismo, con il bullismo... L'ultima uscita in ordine di tempo, quella spaventosa del sindaco di centrodestra che definisce "di parte" l'informazione su Auschwitz, parla purtroppo molto chiaro. Come è stato possibile arrivare fino a questo punto?

Pongo il problema perché mi sembra che si stia sbagliando, e tanto. Ci troviamo sempre tra di noi, sempre gli stessi e già più che informati, a dirci quanto è brutto e quanto è necessario intervenire, ma poi i "femminicidi" aumentano, idem le stragi in famiglia, idem le esaltazioni del fascismo e le irrisioni su Auschwitz. Penso a queste cose anche quando leggo gli interventi di Moni Ovadia, come l'ultimo sulle minacce e sulle ironie verso Liliana Segre: a un certo punto segue una dotta spiegazione sull'attuale governo di Israele, con i necessari distinguo, e vorrei tanto dire a Moni Ovadia (da lui ho imparato tanto, fin dai tempi del Gruppo Folk Internazionale; ho i suoi dischi e i suoi dvd) che sta sbagliando bersaglio anche lui, perché è inutile sensibilizzare chi è già sensibilizzato. L'attuale risorgere dell'antisemitismo e del nazifascismo nasce prima di tutto negli stadi del calcio, tra gli ultras: è con quella gente lì che bisogna confrontarsi, e non è facile. Io ho un ricordo nitido, purtroppo molto nitido, di battute e sarcasmi ascoltati negli ultimi quarant'anni, già a scuola, e poi sul lavoro; nel mio piccolo ho cercato di rispondere, di informare, ma l'ignoranza è una brutta bestia e con chi fa sarcasmi sulle ragazzine di tredici anni rapite e seviziate (come Anna Frank, come Liliana Segre) i dibattiti e i distinguo non servono. Possono essere utili ragionandone tra di noi, ma - appunto - siamo sempre qui a parlarne tra di noi, loro se ne fregano (citazione storica, ahimè) e pensano anche di essere furbi. E anche Michele Serra, che prende fiera posizione sui pagamenti senza contante, dimentica sempre di ricordare che con trecento o cinquecento euro al mese è dura tenere aperto un conto corrente; e su queste cose la destra specula e non poco, con le conseguenze che vediamo quando si va a votare.
 
E' un discorso complicato, lo so, e francamente non sono io quello che può salvare il mondo; ma le cure sbagliate, e le diagnosi sbagliate, non curano le malattie. Anche adesso, pochi minuti fa, ho sentito dire in tv (ed è l'ennesima volta) che la colpa di tutto è dei maschi, che i maschi sono violenti per natura, che qui sta il male. Mah. Io sono un maschio, per di più grande e grosso, ma non ho mai picchiato nessuno; e se volete vi porto un centinaio di esempi di maschi come me che non hanno mai picchiato nessuno, o di matrimoni felici che durano da quarant'anni e anche più. In compenso, sta aumentando il bullismo tra le ragazze. Mala tempora currunt, ma noi stiamo qui a contarcela tra di noi, ci innamoriamo di soluzioni semplicistiche, e anche questa è una forma di pigrizia mentale.

AGGIORNAMENTO al 3 dicembre 2019: adesso salta fuori anche il negazionista (professore universitario di diritto, pensa un po') che si appella alla libertà di pensiero per poter elogiare il nazismo; le risposte che leggo e ascolto sono poco adatte ai tempi che viviamo. Una risposta chiara e semplice è questa: dunque in un dibattito sulla pedofilia questo signore metterebbe un pedofilo di qua e le sue vittime di là, in nome della libertà di pensiero? E in un dibattito sui ladri in casa metterebbe un ladro di qua e un derubato di là, sempre in nome della libertà di pensiero?
Viviamo in tempi in cui la gente è distratta e smemorata, mai dimenticarselo quando si risponde: soprattutto se scrivi su Repubblica, sul Corriere, o se parli in tv.

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