sabato 19 febbraio 2011

I molti meriti della Lega Nord

Stamattina sono uscito presto, e ho trovato i vigili urbani – pardon, la Polizia Locale – intenta a dare multe dentro il parcheggio della Ferrovia. Il parcheggio era quasi vuoto, c’erano solo tre o quattro automobili, come mai queste multe? Molto semplice: la pulizia delle strade, e del parcheggio. Quella del parcheggio si fa il sabato mattina nei giorni dispari dei mesi pari, col novilunio, dalle 8 alle 8.30 d'estate e dalle 8.17 alle 8.44 d'inverno, che diamine: come si fa a non saperlo? C’è anche scritto fuori, che leggano, s’informino, le strade ben pulite sono un nostro orgoglio.
Avranno messo giù anche la cera, suppongo: mi metto nei panni di quei due o tre disgraziati che avevano bisogno di usare i mezzi pubblici, il sabato mattina – c’è gente che lavora, il sabato, ma forse i nostri assessori non lo sanno perché non hanno mai fatto lavori scomodi, l’operaio, la cassiera... Ma pazienza: dunque questi poveri disgraziati (e in Lombardia ce ne sono tanti) decidono di usare i mezzi pubblici, magari per inquinare di meno come dice Formigoni, e poi alla sera si ritrovano pesanti multe da pagare. La volta dopo, cosa faranno? Penso che diranno “col cavolo che uso ancora i mezzi pubblici...”, o qualcosa del genere.

Queste cose qui, nei paesi piccoli, fino a poco tempo fa erano impensabili. Se ne favoleggiava su Milano, dove ogni tanto qualche conoscente te lo spiegava: ho preso la multa perché c’era la pulizia delle strade, ma il cartello era coperto e non si vedeva. La multa per le pulizia delle strade è una delle multe più infami che io conosca: perché la pulizia delle strade, lo si capisce subito, è solo una scusa. Se si volesse fare la pulizia delle strade, e solo quella, la sera prima si metterebbero cartelli, delle transenne mobili, un cavalletto, un nastro bianco e rosso: lo si vede, non si parcheggia, et voilà. La multa per la pulizia delle strade (pesca facile e abbondante) è in realtà uno di quegli stratagemmi astuti, come quella dei semafori truccati o dei limiti di velocità abbassati nottetempo e senza preavviso, messi in atto per avere più soldi, ma facendo finta di non aumentare le tasse. Allo stesso modo, per non dire “irpef” o “ici”, da qualche anno in qua chi ha bambini in età scolastica paga 400-500 euro al mese di rette scolastiche, e nella scuola pubblica: così poi i cittadini dicono “tanto vale scegliere una scuola privata”, ed è esattamente quello che si voleva, un po’ come quando si andava a caccia e si usavano i battitori per spingere la selvaggina proprio lì, dove la vogliono i cacciatori. La differenza è che stavolta la selvaggina - pardon: gli elettori – appare felice e contenta.
Ma sorvoliamo anche su questo. Come diceva sempre un mio collega, prendendo in prestito una frase da un film di Totò, “siamo in mano ai Caini”. E ormai penso che sia tardi per tornare indietro.

PS: sul giornale di ieri leggo una dichiarazione esilarante di Matteo Salvini, consigliere leghista a Milano: riguarda la recentissima inchiesta sulle case di proprietà del Pio Albergo Trivulzio (lo storico ospizio per i vecchi, gloriosa istituzione milanese), che pare siano state affittate a prezzi di favore ai soliti noti. Salvini commenta così: «Spero che nella assegnazione di un patrimonio accumulato grazie alla generosità dei milanesi non ci siano sconti o favori». Che dire? Chiedo scusa, ma non ce la faccio a non trascrivere il primo pensiero che mi è venuto in mente, e che è questo: «...ma va’ a dà via i ciapp, Salvini: tu e il tuo partito, la Lega Nord, siete al governo a Milano da vent’anni, ininterrottamente, dai tempi del sindaco leghista Formentini, poi con la giunta Albertini, poi con la Letizia Moratti. Non vi siete accorti di niente? Scusa se lo dico, ma allora siete proprio dei ciula...»

2 commenti:

annarita ha detto...

Non è necessario nessun commento a queste tue parole.

Giuliano ha detto...

cara Annarita, la gente li vede, li ascolta, e li vota, da vent'anni...