lunedì 7 febbraio 2011

Laurence Sterne ( II )

Scrivere, quando è fatto a dovere - e potete esser sicuri che tale reputo il mio - non è che un altro nome per conversare.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume secondo, capitolo undicesimo)

Se volete fare un'esperienza curiosa, andate in libreria e cercate un'edizione qualsiasi di "La vita e le avventure di Tristram Shandy, gentiluomo". Sfogliatela a caso, e vi troverete di tutto: lineette, asterischi, pagine bianche, pagine in latino, capitoli spostati, citazioni, manine puntate a indicare qualcosa di rimarchevole, lapidi, riproduzioni più o meno riuscite della carta con le quale si facevano un tempo le copertine dei libri... Quanto alla struttura narrativa, basti dire che la prefazione dell'autore è nel ventesimo capitolo del terzo volume (prima non c'era tempo), e che Tristram -che ne è protagonista e narratore - nasce dopo due terzi delle pagine che avete tra le mani. Quello che precede, e buona parte di quello che segue, sono digressioni, chiacchierate e discussioni tra i personaggi fatte nella casa del padre di Tristram. Il padre del protagonista e lo zio Tobia discorrono tra di loro, coinvolgendo servitori e altri personaggi, in attesa che il bambino, al piano di sopra, si decida a nascere; in più, deve arrivare un medico che soprintenderà al parto, grande novità per l'epoca. Il personaggio più bello del libro è senza dubbio lo zio Tobia, reduce da una delle infinite guerre dell'epoca e spirito pacifico che, debilitato da una grave ferita, si appassiona ormai, più che alle discussioni filosofiche del fratello, a quello che è il suo hobby (hobby horse, nell'originale: il cavallino con cui giocano i bambini...). L'hobby dello zio Tobia è quello di ricostruire, nel giardino di casa, le battaglie alle quali ha partecipato. Insomma, qualcosa di molto inglese ma anche di molto universale: chi di noi non ha il suo "hobby horse" nel quale perdersi e dimenticarsi di qualche ferita?

Cordialmente, con tutta l'anima raccomando alla protezione di Colui che non fa del male ad anima viva, voi ed i vostri affari. Solo nel prossimo mese, se qualcuno di voi dovesse digrignare i denti, e tempestare e infuriare contro di me, come avvenne nel maggio scorso, quando ricordo che il tempo era molto caldo, non si esasperi se io ci passo sopra un'altra volta filosoficamente, essendo risoluto finché vivo o scrivo (che per me è lo stesso) a non dire una parola o far mai a nessun galantuomo augurio peggiore di quello che mio zio Tobia fece alla mosca che gli aveva ronzato sul naso per tutto il desinare. "Va', va', diavolaccia, - disse mio zio Tobia: - vattene; perché dovrei farti del male? Il mondo è di certo largo abbastanza per contenere tanto te che me. "
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume terzo, capitolo quarto )

(facendo clic sulle immagini si riesce a leggere meglio)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

sintesi quanto mai efficace e appropriata.Occorre sottolineare,altresì, l'originalità narrativa, la teatralità, il rapporto diretto con il lettore/spettatore, chiamato continuamente ad esprimere "opinioni" e affiancare il narratore nelle sue scorribande mentali.Non si tratta di un romanzo, ma di un'intera enciclopedia.

Giuliano ha detto...

Sterne richiede pazienza, ma si è ripagati con grande abbondanza
:-)
è una cosa che mi preoccupa per il futuro: si è insegnato a non avere pazienza, ad avere tutto premasticato e predigerito. Va anche detto che con l'ebook il Tristram Shandy non sarebbe mai esistito (e non si può pubblicare su ebook, ha bisogno della carta...). Il libro elettronico è un oggetto utile e pratico, ma è solo un supporto mediatico, in fin dei conti.

Anonimo ha detto...

Sterne è un'autentica miniera d'oro; mi dispiace che nessun insegnante a scuola me lo abbia mai presentato... Credo che il solo Cervantes eguagli il suo talento.
A proposito del libro elettronico eccoti un processo di vero e proprio straniamento:https://www.youtube.com/watch?v=iwPj0qgvfIs

Giuliano ha detto...

Sì, è una di quelle letture che poi ti rimangono dentro, ritrovi i personaggi del libro nelle persone che incontri e che conosci, molte trovate comiche sono fantastiche.
L'unico libro del quale mi piacerebbe molto avere la prima edizione
:-)
anche solo per cinque minuti

Anonimo ha detto...

mi piacerebbe che spiegassi cosa intende Tristram quando afferma che tutto è colta dei verbi ausiliari...
Grazie

Giuliano ha detto...

Gadda se la prendeva con i pronomi
:-)

Anonimo ha detto...

Ho combinato un "pasticciaccio"...Sterne scrive che "tutto dipende dai verbi ausiliari"...(non che "tutto"è colpa...).Chiedo scusa!Ho ritrovato il passaggio in questione,eccoti le coordinate cap. 42/43 vol.V pag 366 traduzione Antonio Meo.
Saluti