Da appassionato di calcio (mio
malgrado, smetterei volentieri) rimango sempre stupito ogni estate
dal modo in cui vengono raccontate le amichevoli estive. Del tipo:
Tizio batte Caio 7-6 ai rigori. E giù commenti sulla vittoria
dell'uno e la sconfitta dell'altro, commenti poi puntualmente ripresi
e amplificati dai tifosi nei bar (non avete idea di quanto queste
cose facciano subito presa). E ogni volta il mio pensiero è: chi se
ne frega dei rigori, se sono andati ai rigori significa che la
partita è finita in pareggio. E anche: chi se ne frega del
risultato, è solo un'amichevole estiva, ci sono calciatori che se ne
andranno subito, altri che non giocheranno mai da titolari in
campionato, la preparazione atletica è ancora da completare. Allo
stesso modo vengono recensiti gli otto a zero con le formazioni di
dilettanti in un altro tipo di amichevoli, quelle vecchio stile, le
"sgambate" di allenamento dove gli avversari si
guarderebbero bene dal tentare un intervento deciso sulle gambe di
campioni che guadagnano cento volte più di loro.
Cosa dovrebbe fare un giornalista serio
davanti a queste amichevoli? In primo luogo, riportare la formazione
iniziale con l'esatta disposizione in campo - ma quasi sempre è
un'informazione difficile da recuperare sui giornali, anche quelli on
line. Eppure, è l'unica cosa che può avere qualche interesse nel
calcio d'agosto: sta cambiando modulo la mia squadra, oppure gioca
come l'anno scorso? Può ben darsi che una sconfitta arrivi da nuovi
schemi di gioco non ancora memorizzati, da esperimenti che poi non
verranno mai ripetuti... Mah.
Porto qui queste riflessioni perché
quest'anno le amichevoli estive coincidono con una crisi di governo,
anch'essa mal raccontata. Chi se ne frega delle foto del politico al
mare, in spiaggia con i suoi fans? Chi si ricorda che quel tal
politico intervistato ha una condanna definitiva a cinque anni di
galera per aver frodato il fisco? Purtroppo, i giornalisti politici
non sono migliori di quelli sportivi. Ci sono molte eccezioni,
s'intende, molti cronisti politici sono bravi e molti fanno ancora
inchieste approfondite, ma purtroppo prevale la cretinata. La
cretinata è più spettacolare, fa audience; l'inchiesta approfondita
non la legge nessuno e nessuno la riprende, non solo al bar ma anche
nei commenti di politica sui quotidiani.
Ricordo ancora quando si iniziò con
questo andazzo, i giornalisti con il microfono che assediano per
strada il politico di turno, aspettando che dica chissà che cosa.
Allora era una novità, correvano gli anni '80 e l'informazione era
stata fin lì molto ingessata; ma, oggi? Oggi siamo ancora qui, al
7-6 ai rigori. In politica come nel calcio. E intanto al bar, nelle
strade, sui posti di lavoro, nei negozi, la gente parla e riprende
solo le cretinate. Chi prova ad affrontare un discorso serio e
approfondito viene guardato con sospetto, dopo un po' viene evitato.
Un altro brutto segnale per il futuro.
(la vignetta viene da La Settimana Enigmistica)
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