Giorgio ha lavorato per tanti anni in
una piccola fabbrica di mobili per ufficio, come operaio. Era bravo,
il lavoro gli piaceva ed era portato in palmo di mano dai suoi capi,
ma a un certo punto gli viene diagnosticata una forma di allergia,
probabilmente alla segatura. A malincuore, si mette a cercare un
altro lavoro; lo trova in un'industria metalmeccanica piuttosto
grande, molto più grande di dove lavorava prima. Lo mettono alla
fonderia; non è un altoforno, ma è comunque un lavoro pesante e
Giorgio proprio non ce la fa. Passa per scansafatiche, dopo un po' si
licenzia, chi lo ha raccomandato si lamenta perché gli ha fatto fare
brutta figura e adesso non lo ascolteranno più se segnala qualcun
altro. Giorgio torna a lavorare nella sua fabbrica di prima, pazienza
per l'allergia, starà attento, prenderà qualche precauzione. Non
passa molto tempo, ed ecco venire a galla la verità: non era
allergia, era cancro. Un tumore già allo stadio avanzato, a Giorgio
non resta molto da vivere ma finché si può glielo tengono nascosto.
Che cos'era successo? Probabilmente
questo: nei mobili dagli anni '60 in qua non si usa più il legno, ma
trucioli o segatura tenuti insieme da colla; basta guardare un'antina
qualsiasi di un mobile moderno e si vedrà come funziona. Queste
colle, così come le vernici, erano spesso cancerogene; di regola in
casa non succede niente, ma se si taglia, si sega, se ci si lavora
sopra ogni giorno per otto ore al giorno, si finisce con l'inalare polveri sottilissime e pericolose.
Questa potrebbe essere l'origine del tumore che ha portato via
Giorgio da sua moglie e dai suoi bambini, ben prima dei
cinquant'anni; dico che potrebbe esserne l'origine, ma di preciso non
lo sapremo mai. Nessuno ha indagato su Giorgio, probabilmente la
famiglia è stata aiutata finanziariamente dalla ditta in cui lavorava
(era bravo e gli volevano bene), nemmeno il servizio sanitario o
l'Inail hanno ritenuto opportuno intervenire. Insomma, niente di
niente, fatalità, cose che capitano a tanti. Nel frattempo, le
tecnologie sono cambiate; i ricercatori hanno preso atto del pericolo
e oggi si possono avere pannelli di truciolato senza colla. Ma, per
Giorgio, ormai è tardi.
Ecco qualcosa che non entrerà mai
nelle statistiche degli infortuni sul lavoro. Eppure, è successo per
davvero e non è certo un caso isolato. Così va, ancora oggi: come
nelle sentenze sul petrolchimico di Marghera, dove è bastato dire
che gli operai fumavano e bevevano per far assolvere i responsabili,
o come il processo di Casale sulle cave di amianto. Eccetera.
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