domenica 25 agosto 2019

Storia di Giorgio


Giorgio ha lavorato per tanti anni in una piccola fabbrica di mobili per ufficio, come operaio. Era bravo, il lavoro gli piaceva ed era portato in palmo di mano dai suoi capi, ma a un certo punto gli viene diagnosticata una forma di allergia, probabilmente alla segatura. A malincuore, si mette a cercare un altro lavoro; lo trova in un'industria metalmeccanica piuttosto grande, molto più grande di dove lavorava prima. Lo mettono alla fonderia; non è un altoforno, ma è comunque un lavoro pesante e Giorgio proprio non ce la fa. Passa per scansafatiche, dopo un po' si licenzia, chi lo ha raccomandato si lamenta perché gli ha fatto fare brutta figura e adesso non lo ascolteranno più se segnala qualcun altro. Giorgio torna a lavorare nella sua fabbrica di prima, pazienza per l'allergia, starà attento, prenderà qualche precauzione. Non passa molto tempo, ed ecco venire a galla la verità: non era allergia, era cancro. Un tumore già allo stadio avanzato, a Giorgio non resta molto da vivere ma finché si può glielo tengono nascosto.

Che cos'era successo? Probabilmente questo: nei mobili dagli anni '60 in qua non si usa più il legno, ma trucioli o segatura tenuti insieme da colla; basta guardare un'antina qualsiasi di un mobile moderno e si vedrà come funziona. Queste colle, così come le vernici, erano spesso cancerogene; di regola in casa non succede niente, ma se si taglia, si sega, se ci si lavora sopra ogni giorno per otto ore al giorno, si finisce con l'inalare polveri sottilissime e pericolose. Questa potrebbe essere l'origine del tumore che ha portato via Giorgio da sua moglie e dai suoi bambini, ben prima dei cinquant'anni; dico che potrebbe esserne l'origine, ma di preciso non lo sapremo mai. Nessuno ha indagato su Giorgio, probabilmente la famiglia è stata aiutata finanziariamente dalla ditta in cui lavorava (era bravo e gli volevano bene), nemmeno il servizio sanitario o l'Inail hanno ritenuto opportuno intervenire. Insomma, niente di niente, fatalità, cose che capitano a tanti. Nel frattempo, le tecnologie sono cambiate; i ricercatori hanno preso atto del pericolo e oggi si possono avere pannelli di truciolato senza colla. Ma, per Giorgio, ormai è tardi.

Ecco qualcosa che non entrerà mai nelle statistiche degli infortuni sul lavoro. Eppure, è successo per davvero e non è certo un caso isolato. Così va, ancora oggi: come nelle sentenze sul petrolchimico di Marghera, dove è bastato dire che gli operai fumavano e bevevano per far assolvere i responsabili, o come il processo di Casale sulle cave di amianto. Eccetera.

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