mercoledì 7 agosto 2019

Bersi il profumo

Una fascinosa Cindy Crawford passeggia per le vie di una storica città italiana, camminando elegantemente tra scalinate e monumenti; altrettanto elegantemente si siede al tavolo di un caffè e le versano del profumo da bere. A questo punto Cindy beve il profumo, e io mi chiedo cosa mai stia succedendo - poi capisco, non è profumo, è la bottiglietta di un tè freddo (uno dei tanti tè in bottiglia) che è uguale a quella del profumo, ma dentro il profumo non c'è (almeno, lo spero). Una trovata degli astutissimi managers del marketing: la bottiglietta sexy che differenzia quel tè dagli altri tè più volgari e ordinari.

Che dire, la prima cosa che mi viene da pensare è che bere il profumo lo avevo visto fare solo nei film americani, con gli alcoolizzati che bevono ogni cosa che abbia dentro dell'etanolo. La seconda immagine che mi viene in mente è il tè dei distributori automatici, una delle cose peggiori che mi sia mai capitato di bere nella mia vita. Il tè dei distributori automatici è acqua bollente, acido citrico, colorante, e una tonnellata di zucchero. Forse c'è anche del tè, chissà, ma come si fa a saperlo?

I tè freddi in bottiglia o in lattina sono più o meno identici a quelli dei distributori automatici, con la differenza che oggi ci mettono gli edulcoranti, o dolcificanti, al posto dello zucchero. I dolcificanti hanno un sapore terribile. Lo so, non dovrei scriverlo e non lo scrive mai nessuno, ma il sapore dei dolcificanti (tutti quelli che ho avuto la disgrazia di assaggiare) non solo è orribile, ma ti rimane in bocca per ore ed ore. Anche la gazzosa dei supermercati, ho scoperto, è strapiena di dolcificanti: ne avevo già messa una nel carrello, poi mi è venuto in mente di leggere l'etichetta (lo faccio quasi sempre) e l'ho rimessa sullo scaffale, inorridito. La gazzosa, o gassosa, è acqua, zucchero e limone: una delle bevande gassate più semplici e più antiche. Non è una cosa indispensabile, si può anche non berla; idem per il tè freddo, che è un po' più complicato da produrre. Alle volte, per dissetarsi basta un po' di acqua del rubinetto.
 
Provo a pensare ad un bel tè fatto come si deve, freddo o caldo che sia. Non importa neanche che sia un tè di qualità pregiata, basta anche quello delle bustine che si trovano nei negozi: "quanto zucchero vuole?". Anche niente, grazie, io mi sono abituato a bere tè e caffè senza zucchero e mi ci trovo benissimo. "Latte o limone?" Qui dipende dalle giornate, alle volte mi piace il latte ma se c'è un bel limone non trattato (senza il difenile nella buccia, intendo) mi piace una fettina sottile di limone, che è anche bella da vedere. Mi rendo conto che sto sognando, chi mai ti venderebbe un bicchiere di tè freddo vero?
Le pubblicità del tè in tv sono tra le più brutte in assoluto, così brutte che mi vergogno perfino a citarle. Lo vendono, quindi può darsi che io mi sbagli; comunque sia preferisco vedere Cindy Crawford che beve il profumo piuttosto che ascoltare il tizio che ti dice che "bere il tè freddo sviluppa gli addominali quando sei in spiaggia". Cretinata per cretinata, mi tengo Cindy Crawford; ma poi il tè freddo me lo preparo in casa mia, e se sono fuori casa evito, non si sa mai cosa ti possono portare.


(come sarebbe a dire, "chi è Cindy Crawford?" Cindy Crawford è Cindy Crawford, se non sapete chi è siete dei tamarri - chiedo scusa, sto scherzando, se avete meno di trent'anni siete più che autorizzati a non conoscere le top model di fine millennio)
(nelle immagini: una pubblicità inglese anni '30; un poster francese di inizio '900; Cindy Crawford in una foto di Irving Penn del 1994)

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