venerdì 27 agosto 2010

La tessera del tifoso e l'era delle multe

Una contestazione al ministro Maroni, per di più a Bergamo, è una cosa che sorprende: i leader leghisti erano ormai figure mitologiche, santi protettori, oggetti di fede non soggetti a critiche, figuriamoci le contestazioni di piazza con i lacrimogeni. Cosa sarà mai successo?
L’argomento però è serio, e va trattato con attenzione. Detto subito che la violenza è sempre da condannare, soprattutto quando dietro ci sono futili motivi (ma questo lo stanno già dicendo tutti, lo dicono sempre tutti ma poi tutto rimane come prima), da che mondo è mondo (o, per meglio dire, da quando esiste il campionato di calcio) si è sempre fatto così: lo zio o il fratello maggiore o il cugino hanno l’abbonamento al Milan, alla Juve, al Napoli: capita però che una domenica non possano andare allo stadio e allora passano la tessera al nipote, al fratello minore, al cugino o all’amico. Una consuetudine molto simpatica: l’abbonamento è già pagato, per la società è bello avere gli spalti gremiti. Da quando esiste Maroni, questo non si può più fare: per punire i pochi facinorosi (per lo più giovanissimi, quindi educati alla violenza: e questo è un altro discorso importante, che coinvolge decisamente la destra e la Lega Nord), si sono gravemente penalizzate le persone oneste. Adesso il biglietto per la partita ha scritto sopra il tuo nome, non è più cedibile. Una norma facilmente aggirabile, si sa; così come aggirabili (aggirabilissimi) sono anche i tornelli e la tessera del tifoso; sono già arrivati in cronaca casi clamorosi, come capita da tempo nelle discoteche steward e buttafuori fanno entrare chi gli pare senza alcun controllo, e sono meticolosissimi con altri che magari si sono solo portati dietro qualcosa da bere o per ripararsi dalla pioggia.
Ma passi, non è di questo che volevo parlare. Volevo piuttosto parlare di come si vada avanti, tetragoni, su una strada che si è sempre dimostrata fallimentare: più punizioni meno delitti. Ahinoi, non è così. Ci si rivolge all’America della “tolleranza zero” e della pena di morte, e si ignorano volutamente le statistiche che dicono che gli USA sono uno dei Paesi con il più alto tasso di criminalità al mondo. Il perché è facile da capire: chi commette un reato, rapina o omicidio, o è fuori di zucca (e quindi l’aggravamento delle pene non serve) oppure pensa/spera di farla franca (e quindi l’aggravamento delle pene non serve).
Come si risolve la criminalità, dunque? Non si risolve, ma si può fare qualcosa lavorando quotidianamente nel sociale e investendo nell’educazione scolastica e nella formazione delle forze dell’Ordine, tutte cose che non hanno visibilità e che non portano voti alle elezioni. Per prendere voti alle elezioni, molto meglio gli slogan: “tolleranza zero”, “trecentomila mafiosi arrestati”, “reato di clandestinità” (così il lavoro delle forze dell’Ordine è triplicato), “pena di morte”, “castrazione chimica”, eccetera eccetera eccetera.
Una volta, fino a non molti anni fa, avevamo una classe politica magari discutibile ma che stava attenta a non creare più esaltati di quanti già non ne esistano in natura; oggi c’è una classe politica che fa l’esatto contrario. Una volta, negli anni ’70 e ’80, DC e PCI affrontarono pericoli gravissimi (il terrorismo) con serietà e senza creare allarmismi. Ricordo ai distratti che negli anni ’70 e ’80 ci furono stragi di piazza, bombe sui treni, e altre amenità: ma non ho mai visto gli atteggiamenti dei leghisti e di questa classe dirigente odierna. Quei problemi si sono risolti, questi problemi si ingrossano: per esempio furti e rapine non sono affatto diminuite, anzi (basta leggere le cronache quotidiane, magari parlare con conoscenti e vicini di casa...). Le multe e le tessere del tifoso, da quel che vedo, piacciono solo a chi vuole dare una svolta autoritaria al Paese; e non funzionano mai, perché non possono funzionare. Sembra un paradosso, ma è così: e lo dicono tutti i criminologi più seri, la pena di morte non fa diminuire i reati e questo lo sappiamo da secoli. (un altro discorso inutile, con questa classe politica...).

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