lunedì 14 febbraio 2011

Pubblicità 1

La satira sulla pubblicità: chi la fa più? Sono secoli che non si vede o si sente qualcuno che fa satira “dura e pura” sulla pubblicità. Eppure, è la cosa più facile del mondo: data la quantità di xxxxxxx che i “creativi” riescono a inserire anche in un singolo spot, basterebbe pochissimo per far morire dal ridere gli spettatori. E invece...
Gli ultimi tentativi seri, in proposito, li ricordo una ventina d’anni fa nei primi programmi di Serena Dandini: con titoli come “Avanzi”, “La tv delle ragazze”. Erano molto divertenti, anche troppo. I pubblicitari sono molto permalosi e non sopportano di essere sfottuti, e la pubblicità è diventata la vera padrona del mondo della comunicazione. Oggi, se vi capita di sentire citare uno spot durante un numero “comico” in tv, si tratta quasi sempre di cose innocue, il più delle volte la semplice citazione dello spot o di un personaggio che vi compare. Se un comico provasse a fare qualcosa di più, difficilmente verrebbe mandato in onda. Si può provare a fare satira sul Papa, ma non sugli spot.
E’ per questo che ci provo io, sperando di non beccarmi querele: questo piccolo blog è del tutto “spot-free”, mi voglio divertire un po’ (e pazienza se rido da solo), e soprattutto sono stufo di tutte le xxxxxxx che mi tocca ascoltare, vedere, sentir ripetere. Ci dovrebbe essere un limite...
Da dove comincio? Comincio da una cosa innocua, che non è neanche una pubblicità vera e propria (lo è, ma è mascherata da comunicazione hi-tech). Cancello per bene i riferimenti, e spiego a chi ancora non lo sapesse: se copiate un disco a 33 giri sul pc, così come è, vi vengono giù anche tutti i tic e i tac e i toc. Basta una ciglia, un filo del pullover, un pelo del gatto, un granello di polvere visibile solo al microscopio e forse neanche lì, una lacrima, una ditata anche minuscola: con i 33 giri (che oggi va di moda chiamare “vinile”, come se fosse un vitigno pregiato e non banalissima plastica) era quasi impossibile ascoltare due volte un disco in condizioni perfette. I 33 giri si trattavano con estrema cura, come se fossero dei bambini piccoli: mai le dita sui solchi, avere sempre sottomano un panno antistatico (meglio se di lino), estrema cura, mai far cadere la puntina o dare scossoni...Eppure, anche trattati benissimo, prima o poi, magari nel punto che più richiede silenzio, tac tac tac ssss...
Se voi (inesperti, come tutti quelli che non hanno vissuto l’epoca del 33 giri) avete visto i rapper e i deejay mettere le loro manacce sudate sui microsolchi, e li avete imitati, e poi volete riportare su mp3 il vostro 33 giri, adesso saran dolori. Tra tic e tac e toc e sssst (le ditate), lo farete una volta e poi lascerete perdere. Io ne ho copiati parecchi, e ogni volta ho fatto un lavoro da certosino con i programmi per sistemare i file audio: si può fare un bel lavoro, ma bisognerà ripassare e ripulire con attenzione ogni secondo della vostra registrazione. Ve la sentite? (ecco una delle cose che la pubblicità non vi dirà mai...).

2 commenti:

annarita ha detto...

Io mi sarei fatta abbindolare senza pensare a tutte le tue giuste ossevazioni. Del resto la pubblicità, nella stragrande maggioranza dei casi, gioca prprio sulla nostra credulità :-)
Salutissimi, Annarita

Giuliano ha detto...

In questo caso, al massimo si rischia qualche arrabbiatura. Però, per esempio, con le istruzioni delle assicurazioni, o degli investimenti in banca e in posta, mamma mia!
Come si fa a capirci qualcosa?
(idem per tutti i contratti, luce gas acqua, acquisti case e automobili, capire cosa si sta facendo è diventato impossibile)