martedì 3 luglio 2012

Vespe e vespine ( I )

Una vespa richiede pochi bytes di spazio, però ha uno scopo e lo persegue. Quando una vespa decide che quello è il posto preciso dove fare il nido, lo fa: proprio lì, non un millimetro più in su, non un millimetro sotto. Non esiste posto migliore al mondo: ormai ha deciso. Se la cacciate via, la vespa ritornerà. Non sto parlando delle vespe più note e riconoscibili, ma di altre vespe (ce ne sono un’infinità) molto comuni ma che per noi non sono pericolose, che vivono solitarie, e che hanno per missione sulla terra l’arte muratoria.
Per esempio, queste vespe e vespine del genere Sphex, Sceliphron ed Eumenes, peraltro molto belle ed eleganti a vedersi, che da molte generazioni mi fanno i loro vasi di terra e di coccio proprio nel cassone della tapparella, o magari dentro il meccanismo a manovella per alzare il tendone: loro hanno quello da fare, i vasetti di coccio per allevare i loro figli. E lo fanno, instancabili, e guai a chi si trova sulla loro strada. Instancabili, implacabili, diritte allo scopo; e anche intelligenti, e attente. Insomma, hanno uno scopo e lo perseguono: Dio, come le invidio.
Se avete in casa una di queste vespe e vespine, fate attenzione: la vespa adulta vive succhiando il nettare dei fiori, o magari la frutta; ma le loro larve sono carnivore. A questo scopo, catturano dei piccoli ragni: li paralizzano e li portano dentro al loro nido di terra o di coccio. E lì si possono trovare, se vi capita di doverne rompere qualcuno, o di dover muovere qualcosa per fare dei lavori. Capita anche di trovare segni del loro passaggio sui davanzali, se ci si sta attenti: la vespa, spaventata o disturbata, lascia cadere il piccolo ragno o la minuscola pallina di terra meticolosamente impastata, e da lì poi bisognerà raccoglierle o spazzolarle via.
E’ stato l’altro giorno, riverniciando una tapparella, che ho trovato per l’ennesima volta un nido di terra accuratamente costruito; ho dovuto rimuoverlo, mica si può fare manutenzione lasciando lì il lavoro delle Eumenes e delle Sphex o magari della Sceliphron spirifex. Io glielo avevo detto, quando le ho viste: non venite a fare il nido qui, che poi mi tocca spazzar via tutto. Ma loro, le vespe, non mi hanno ascoltato, e così eccomi intento a raccattare terra e ragnetti, cosa per la quale forse verrò punito in una mia vita futura, sempre che io non riesca a meritarmi l’uscita dalla catena delle rinascite. Per fortuna, penso, sono solo queste vespine solitarie e innocue: se invece mi fossi trovato i grandi vespai delle polistes e delle vespe comuni (che sono fatti di cartone: legno masticato), o peggio ancora un nido di calabroni (vespa crabro), avrei dovuto munirmi di scafandro da palombaro oppure rimandare tutto il lavoro all’inverno.
Simili a queste vespe sono i nostri amministratori, sindaci e assessori spesso al soldo delle immobiliari e dei costruttori; il loro motto è “edilizia traino dell’economia” e guai a chi si mette di traverso. A differenza delle mie innocue vespe e vespine, infatti, questi signori hanno dietro un esercito e mezzi molto potenti, per non dir di peggio. La loro testa, è più o meno la stessa delle mie vespe e vespine: pochi bytes di spazio e di memoria, quello devono fare e quello fanno. Il posto, una volta deciso, deve essere quello; e se gli dite che quel posto non va bene, loro vanno avanti lo stesso. Per i risultati, andate a chiedere alle Cinque Terre, agli alluvionati di Genova 2011 e del Veneto 2010, ai piemontesi del 1994, o ai milanesi nella zona del torrente Seveso, o ai messinesi di collina, eccetera eccetera eccetera.
Viene da pensare che, a differenza delle mie vespe e vespine, questi signori non siano una creazione propriamente divina; direi che siamo più dalle parti del Golem di Rabbi Loew, o del suo parente stretto, L’apprendista stregone alias Mickey Mouse (Goethe, ma anche il Walt Disney di Fantasia). In conclusione, spero che i nostri discendenti mettano la stessa dedizione e la stessa ostinazione nel distruggere ciò che è stato fatto in questi ultimi venti o trent’anni, in fatto di speculazione edilizia. Nel caso, se sarò ancora abbastanza giovane e forte per farlo, prenoto subito un piccone anche per me.
PS: a queste vespe “muratrici” ha dedicate pagine meravigliose Jean Fabre (1823-1915) il libro, che temo sia fuori catalogo, è "Ricordi di un entomologo", edizione Einaudi,  (le immagini vengono da libri e riviste, ma soprattutto dal sito http://www.lucianabartolini.net/ che consiglio a tutti di visitare.) (il Golem e L’apprendista stregone sono immagini famose, che dò per scontate)

10 commenti:

Stefano ha detto...

Proprio ieri mia figlia di dice che una vespina continua a entrare in camera sua, andare dietro al cuscino della sua poltrona per poi, dopo un po', riuscire dalla finestra. Ebbene, tra cuscino e poltrona, ho trovato 4 tubini di coccio, pieni di ragnetti morti, ma senza larve ...

Rimango sempre affascinato.

saluti

Giuliano ha detto...

forse c'era l'uovo, ma ovviamente è piccolo ed è facile non vederlo.
Ho già portato qui altre storie di insetti, e anche un capitolo dal libro di Jean Fabre, però non sono bravo a mettere i link, dovrai cercarlo col motore di ricerca qui in alto.
Di queste vespe, alcune specie fanno una piccola giara altre fanno i tubini come quello che hai trovato, Fabre racconta che alcune fanno del vero e proprio cemento, durissimo, io però non ne ho mai trovate (forse al sud?)

Grazia ha detto...

Che meraviglia , le vespe! Che orrore, la speculazione edilizia! Sarà mai possibile disfarsene?
Ho paura che i " nidi" degli speculatori siano infinitamente più infestanti e più resistenti!

Stefano ha detto...

Non riesco a trovare il capitolo di Fabre, mi piacerebbe molto leggerlo e farlo leggere a mia figlia Giulia. Puoi darmi il titolo del post che lo conteneva ?

grazie

p.s.
il libro di Fabre non si trova da nessuna parte, purtroppo ...

Giuliano ha detto...

Grazia, ormai le nostre città sono state rimodellate a misura di automobile. Dal cemento non si torna più indietro, nemmeno con i terremoti (anzi, visto cosa è successo a l'Aquila e a San Giuliano di Puglia...)

Giuliano ha detto...

Stefano, sono riuscito a mettere un link sul nome di Jean Fabre, nel testo: prova a cliccarci sopra.
Io l'ho trovato dieci anni fa dai Remainders, una libreria che ormai è chiusa da molto tempo. Forse in rete, chissà. Se hai tempo da perdere
:-)
fai clic su "L'entomologo-Storie naturali": sono arrivato a quota 86 storie, in parte mie e in parte di atri autori importanti.

Stefano ha detto...

Grazie Giuliano ...

Giuliano ha detto...

quanti anni ha Giulia?
:-)

Stefano ha detto...

14, è in mezzo al guado ... non è ancora grande, non è più piccola

Giuliano ha detto...

40 meno di me, auguri!
ma occuparsi di animali non è una cosa da bambini, l'attenzione alle cose piccole come queste (e il rispetto per ogni creatura vivente) è quello che manca a quasi tutti noi.