sabato 13 luglio 2019

Revenant


Revenant, più o meno "colui che ritorna", è una parola francese che indica i fantasmi. E un po' fantasma mi sento anch'io nel riaprire - non so per quanto - questo blog chiuso da sei anni abbondanti. Devo dire che i lettori non l'hanno mai abbandonato, i miei ormai antichi scritti sulla chimica e sulle storie naturali hanno mantenuto un buon numero di visite anche durante tutto questo tempo, in cui non ho pubblicato niente a parte qualche nota o qualche correzione qua e là.
Fantasma mi sento io, sperduto in un mondo - sto parlando soprattutto di politica - che ha ben poco di razionale. A questo punto, a 2019 avanzato (quasi 2020) rileggo quello che avevo scritto sei anni fa nel chiudere e mi ritrovo a quello stesso punto, ma con la situazione ancora peggiorata e ancora più surreale. Surreale, perché ho passato gran parte della mia vita ad ascoltare chi diceva che i politici sono tutti ladri; e non era vero, non erano tutti ladri e provavo a dirlo. Ma oggi che abbiamo molte sentenze passate in giudicato, e quindi la certezza su chi sono i ladri, la gente continua a mandare al potere i ladri conclamati e ad ignorare le persone oneste e competenti (ormai quasi estinte: chi poteva è andato via dall'Italia, gli altri si nascondono sperando in tempi migliori). Era il ragionamento che facevo dopo le elezioni del 2013, sconsolato; nel frattempo la situazione è peggiorata e mi viene da pensare che il recente "caso Savoini" porterà alla destra centomila voti in più. In più, non in meno; i voti pioveranno sui politici scorretti soprattutto se le accuse verranno provate: ormai è una costante, un "trend" se preferite questa parola, e non resta che prenderne atto. Si può anche sperare che non vada così, ma speratelo voi perché io osservo quello che succede e faccio fatica a pensare che accada.

Devo anche dire che nel frattempo, ragionando sui versi di Delio Tessa che danno il titolo a questo blog, ho capito definitivamente (ma già lo sapevo) che "andar via con la testa", "aver la testa di un gatto" per usare le parole del grande scrittore milanese, non garantisce affatto serenità e buon umore. Credo che fosse anche il vero senso dell'osservazione di Tessa, ormai cent'anni fa: di là del muro si può cantare, ci sono dei momenti di serenità, momenti in cui non si pensa a niente e magari si riesce anche ad essere felici, ma il presente è quello che è e così rimane. Si possono anche avere degli incubi, "di là del muro"; la felicità non è affatto garantita ma - quantomeno - si può far a meno di occuparsi degli scandali finanziari, dei mafiosi (cent'anni fa a Milano i mafiosi non c'erano), degli intrallazzi e di certe facce di sedicenti politici che occupano stabilmente i telegiornali.
Di tutto quanto il resto, cioè delle cose che vorrei che fossero dette con chiarezza dai professionisti del settore (cioè dell'informazione) mi occuperò un po' alla volta, secondo l'umore e il momento.

P.S.: i post sugli animali (Storie naturali - L'entomologo) continuano qui.

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