La notizia è questa: c'è chi chiede
di far cantare Faccetta nera come "compensativo" se si
canta Bella ciao. Ho letto e ascoltato molte risposte in merito, ma mi sembra
che nessuno vada a cogliere il vero significato della questione, e la
cosa mi sorprende. Di regola, c'è lo sdegno; che è giusto, ma
magari per un adolescente di oggi è comunque difficile capire, gli
adolescenti sono stati cresciuti con il dogma "uno di qui, uno
di là, sono tutti uguali", e dal fascismo ci separa ormai quasi
un secolo.
In casi come questi io sono per
l'analisi del testo: andiamo a vedere se è giusto comparare le due
canzoni, "una di qui, una di là". Comincio da "Faccetta
nera", che fin dal primo dei suoi versi (bell'Abissina) svela la
sua origine, la guerra in Etiopia. L'Italia fascista occupa
militarmente l'Etiopia nel 1936, e la perderà molto presto, dopo
cinque anni, nel 1941. Per la conquista dell'Etiopia, l'Italia fu
duramente condannata dalla comunità internazionale e venne
sottoposta alle cosiddette "inique sanzioni", che erano
inique solo per la propaganda fascista. Nel corso della guerra per la
conquista dell'Etiopia furono inoltre usate armi chimiche
espressamente vietate dalle convenzioni internazionali. Il tutto è
stato accuratamente documentato dallo storico Angelo Del Boca, ma
anche da persone come lo scrittore Luigi Meneghello, che dopo il 1945
si trasferì in Inghilterra per insegnare all'università di Reading
e scoprì che gli inglesi diffidavano di noi italiani anche (o
soprattutto) per queste cose, che in Italia vennero tenute
accuratamente nascoste. La propaganda fascista continua a funzionare,
insomma, e neanche la documentazione storica sembra poterla
intaccare; su internet ho trovato curiose risposte alla questione dei
gas e delle armi chimiche usate dai fascisti in Etiopia, del tipo
"gli inglesi usarono le pallottole dum dum". Dico "curiose
risposte" perché è evidente che un crimine non annulla
l'altro. Un morto di qua e un morto di là non fanno zero morti, la
somma è di due morti. Provate a usare questo tipo di ragionamento in
tribunale o magari anche soltanto a scuola, "io non ho studiato
ma neanche quello là lo ha fatto"... In tribunale sarebbe
un'ammissione di colpa, a scuola porterebbe alla bocciatura.
L'antica Abissinia corrisponde
all'Etiopia, più o meno; comprendeva la Nubia e non solo le attuali
Etiopia ed Eritrea. L'etimologia dice che per gli antichi greci e
romani il significato del nome Abissinia è "pelle bruciata",
a indicare il colore della pelle dei locali: "Faccetta nera",
per l'appunto, che di per sè non è un insulto e anzi - nel
prosieguo della canzone - è quasi una dichiarazione d'amore.
Leggendo il testo, o cantando la canzone, appare evidente che gli
attuali nostalgici di quel periodo dovrebbero accogliere a braccia
aperte gli immigrati di queste settimane, almeno i somali e gli
etiopi ed eritrei, come compatrioti. Io direi anche i libici, ma
"Faccetta nera" parla delle belle abissine, e quindi per
ora le belle libiche rimarranno fuori da quello che sto scrivendo. In
effetti, va detto, ci furono molti matrimoni misti e molti italiani
si comportarono bene in Etiopia e in Eritrea; non i capi militari, ma
la gente comune (contadini e lavoratori) sì.
Passando a "Bella ciao", si
tratta dell'elaborazione di una canzone popolare molto più antica e
si riferisce, nel testo che conosciamo oggi, alla Resistenza contro
il fascismo cioè dopo il 1943. I primi versi, "una mattina mi
son svegliata / ed ho trovato l'invasor" mi fanno pensare a
Sant'Anna di Stazzema, a Boves, a Marzabotto, a Civitella, a tutte le
stragi nazifasciste di quel terribile anno 1944. E' possibile passare
sopra a queste stragi nazi-fasciste? Ognuno ha la sua coscienza, non
sto qui a discutere ma tengo a rimarcare che affrontare la questione
con "uno di qui, uno di là" è davvero una cosa troppo
superficiale per una persona con un minimo d'intelligenza.
C'è poi il lato estetico, tutt'altro
che secondario. "Faccetta nera" è una marcetta molto
rudimentale, una di quelle cose che ti si appiccicano addosso e non
riesci più a mandarle vie. Jovanotti una volta ebbe a dire che
"tanti auguri a te" è la canzone più brutta del mondo, ma
secondo me si era dimenticato del trio Faccetta nera / Giovinezza/
Inno dei sommergibilisti, che meritano il primo posto ex aequo. Non
per motivi storici o politici, ma proprio perché sono brutte. (Al
quarto posto metterei Toto Cutugno, ma qui mi devo fermare per non
uscire fuori tema). "Bella ciao", come si diceva, riprende
una canzone molto più antica; Moni Ovadia ne ha trovato, nella
melodia, un antecedente perfino nella musica klezmer; ma il tema
musicale sembra essere ancora più antico. Dal punto di vista
musicale, "Bella ciao" è una canzone ben costruita e ben
armonizzata, tutt'altro che banale, come molte composizioni del
nostro folklore. Non a caso, è stata ripresa e cantata da artisti di
fama internazionale, come Yves Montand. Piace a tanti, "Bella
ciao", al di là del testo.
Davanti alla dichiarazione di bruttezza
per "Faccetta nera" c'è chi vorrebbe obiettare: e allora,
"Fratelli d'Italia"? La pensavo anch'io così, tanti anni
fa, ma poi ho ascoltato il nostro inno nazionale diretto da Salvatore
Accardo e da Riccardo Muti, e ho cambiato idea. "Fratelli
d'Italia" è spesso cantato male, ma non è così brutto come
sembrerebbe. Allargando il discorso ad altri inni famosi, La
Marsigliese, L'Internazionale, God save the Queen, sono musiche ben
costruite e ben armonizzate, con temi e melodie non banali. Il lato
estetico, la bellezza della melodia, è importante: per l'inno russo
è stata conservata la musica dopo la caduta dell'Urss, così come
per quello tedesco (opera di Franz Joseph Haydn, nel '700) dopo la
caduta del nazismo. Non a caso, Arturo Toscanini si rifiutò di
dirigere "Giovinezza" all'apertura di un concerto. Al di là
delle opinioni politiche, certe musiche sono davvero troppo brutte
per essere accettate in concerto.
In conclusione, la domanda d'obbligo è
questa: serve poi fare l'analisi del testo, l'esegesi? No che non
serve, chi canta "Faccetta nera" o "Giovinezza"
non è il tipo che ascolta e che ragiona. So già cosa potrebbe
succedere se qualcuno di loro leggesse ciò che ho appena scritto:
farebbero come i fumatori degli anni passati, incuranti di tutto, che
davanti al divieto di fumare ti buttavano il fumo in faccia. E
allora per chiudere suggerisco testi alternativi: come "quando
saremo a Macallè / noi mangerem la pastasciutta insieme a te".
Non solo questa variazione è autentica (d'epoca) ma è divertente e
nobilita molto la canzone. Buona pastasciutta a tutti.
(la foto di Abebe Bikila, due volte campione olimpico nella maratona, viene da Wikipedia.it)