sabato 3 agosto 2019

Quattro riflessioni da Ginevra Bompiani

Nei mesi scorsi, sotto le elezioni, Ginevra Bompiani ha rilasciato a Repubblica un'intervista importante, che ha purtroppo avuto pochissimo risalto. Riprendo alcuni tra i punti di maggior interesse, sperando che si possa ripartire da qui:

1) « ... temiamo i migranti, che sono poveri derelitti, invece di temere il cambiamento climatico che è una delle principali cause delle migrazioni. »

2) « il problema non è l'età dei politici, ma la natura immutabile del potere. Non credo che avere avuto al potere la Carfagna, Renzi o Di Maio ci abbia migliorato la vita.»

3) «... la gente non legge più i libri per la loro qualità formale, libri che non siano di intrattenimento. Si leggono e si scrivono soprattutto gialli: fa parte di questa smania punitiva che si sta diffondendo.»

4) « ... tutto è nato da Berlusconi, che nel 1994 ha dato il via alla deculturazione del Paese.»

I primi tre punti penso che parlino da soli, e non ho niente da aggiungere. Per l'ultimo punto, io direi che Berlusconi influisce pesantemente sul nostro Paese almeno dal 1986, forse anche da prima; e poi che forse questo era il desiderio profondo degli italiani, volevano proprio la deculturazione e infine l'hanno ottenuta.

(intervista pubblicata dal Venerdì di Repubblica il 24 maggio 2019, penso che sia ancora disponibile sul sito del giornale; Ginevra Bompiani ha ottant'anni, è editrice e scrittrice ed è figlia dell'editore Valentino Bompiani) (l'intervista è curata dal giornalista Concetto Vecchio)


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