giovedì 29 agosto 2019

No-blob


Devo molto a Enrico Ghezzi, senza di lui non avrei mai visto e conosciuto tanti film importanti e tanti autori fuori dal circuito commerciale. Lo ringrazio, quindi, ma non mi unisco al coro di chi festeggia i trent'anni di "Blob". Lo dico apertamente: quando so che sta per cominciare Blob, su Raitre dopo le 20, cambio canale o spengo la tv. "Blob" è stata una trasmissione divertente e persino istruttiva nei suoi primi anni; erano divertenti le pause, i piccoli disguidi, gli strafalcioni, ed erano istruttive le scelte su spezzoni più impegnati. E poi c'erano Ciprì e Maresco, tante altre cose piccole o grandi. C'erano già molte cadute di stile (vedi la ripetuta presa in giro di Sandra Milo, che fu sbeffeggiata mentre era in ansia per la sorte del figlio Ciro), ma in fondo "Blob" piaceva. Poi le cose sono cambiate, da almeno una decina d'anni siamo ormai alla prevalenza del cretino - chiedo scusa per il luogo comune, ma non saprei come dirlo in altra maniera. "Blob" è di fatto diventato un'antologia di quanto c'è di cretino in tv, e nient'altro. Mi si risponderà che così è l'Italia di oggi e che "Blob" la rappresenta fedelmente; ed è vero, ma di un'antologia delle scemenze dette in tv farei volentieri a meno. Il tizio o la tizia avevano detto o fatto una cretinata in tv, io ero riuscito a schivarla ed ecco che "Blob" me la mette davanti, magari per una settimana intera. No, grazie, devo molto a Enrico Ghezzi, ma questa deriva di blob proprio non la reggo.

 
(disegno di Robert Crumb, anni '70)

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