giovedì 22 agosto 2019

Come ti racconto la crisi

Qualche settimana fa, nella sua trasmissione su Raitre a mezzogiorno, Corrado Augias deplorava il fatto che sui siti dei quotidiani le più cliccate siano le notizie leggere. Vale a dire: invece di informarsi e di approfondire, come dovrebbe fare ogni cittadino in una democrazia, si va a cercare quello che c'è di più futile e che ti porta lontano dalla realtà.
In tempi normali sarei d'accordo con Augias, ma poi mi rendo conto che anch'io faccio lo stesso. In questi giorni, per esempio, schivo con estrema cura tutti gli "speciali" sulla crisi di governo, i pareri ponderosi, le interviste a questo e a quello. Sono informazioni, in gran parte, inutili. Personalmente, peferisco aspettare e vedere cosa succede.
La vera questione in ballo, ed è cosa che preoccupa, è la sopravvivenza della democrazia. Se si andasse a votare adesso, in Parlamento avremmo una maggioranza che potrebbe cambiare la Costituzione da capo a fondo, ricostituzione del partito fascista compresa. Di più non mi interessa sapere, spero solo che almeno per i prossimi tre anni si possa evitare il danno. Un rinvio, come per i condannati a morte, sperando che qualcosa cambi.

Sembra che informare sia mettere cinquanta microfoni davanti a questo e quello, compreso Berlusconi che è stato condannato a cinque anni di carcere per truffa ai danni dello Stato ma è ancora lì, a discutere della crisi di governo con il Presidente della Repubblica. E chissà se il Presidente della Repubblica, che ha avuto un fratello ucciso della mafia, pensa nel frattempo che un amico fraterno di Berlusconi e fondatore di Forza Italia è in carcere proprio per vicinanza alla mafia.
Ma, intanto, i cronisti dei telegiornali e di tutti i media vanno avanti a porgere il microfono, a prendere appunti e a commentare le dichiarazioni di chi ha governato per decenni, e ancora governa, con quel partito fondato da quasi mafiosi, corruttori di giudici, frodatori dello Stato. In più, uno di quelli che più spingono per l'affossamento della democrazia straparla di democrazia (Salvini: andare al voto, andare al voto), forse senza neanche aver mai capito che cosa è veramente la democrazia (il rispetto delle minoranze, per esempio). Ancora: Salvini bacia il crocifisso e invoca la Madonna, incurante perfino delle parole del Papa e non solo dell'intelligenza e del buon senso ("buon senso" è un'altra delle parole che Salvini adopera spesso a vanvera).
Insomma, quasi nessuno dice le cose come stanno e si ascoltano invece molti discorsi che ci potrebbero essere risparmiati. Mi piacerebbe dare ragione ad Augias, ma in questi giorni se c'è un algoritmo che monitora quello che faccio on line mi troverebbe sempre più su notizie futili o senza importanza, compreso il calciomercato. Perché mai dovrei approfondire ciò che dice la Meloni? Perché dovrei stare ad ascoltare e commentare le parole di persone che stanno con pregiudicati e pluricondannati, o che magari fanno apologia aperta di un regime dittatoriale che ci portò a una guerra disastrosa e all'isolamento internazionale?

La questione dell'informazione, e di come è ridotta oggi, è di quelle che inducono al pessimismo totale. E' mai possibile, crisi di governo a parte, che sia impossibile sfuggire alla notizia delle dimissioni di Totti da dirigente della Roma (data ovunque e con un risalto eccezionale) quando poi passa senza traccia un'epidemia devastante di ebola? No, io proprio non ce la faccio ad approfondire il nulla, e vado piuttosto a far impazzire l'algoritmo di Google saltando da Hans Hotter a Bugs Bunny, da James Joyce a Paulo Dybala, dalle strutture di Kekulé a Paperino. Io mi sono sempre informato e ho sempre cercato di approfondire, il risultato è che mi trovo in questo Nuovo Millennio in mezzo a gente che invece non lo ha mai fatto, e che adesso detta legge - non per modo di dire, proprio le leggi che poi saremo costretti a seguire. Mah.

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