sabato 14 dicembre 2019

Una donna come capo


Il dodecil benzene è un liquido leggero, trasparente, un po’ untuoso, incolore. L’odore e la consistenza mi ricordano qualcosa di familiare, ma lì per lì non saprei dire cosa.
Dopo un po’ ci arrivo: il gas degli accendini, quando la fiamma non si accende e te ne esce un po’ sulle dita. La somiglianza non è casuale perché, dal punto di vista chimico, il dodecilbenzene e il gas propano sono molto simili. La differenza è nelle dimensioni delle molecole: minuscole per propano e butano, piuttosto lunghe nel dodecilbenzene: e questo è anche il motivo principale per cui, alle condizioni normali sul pianeta Terra (su Venere e su Giove sarebbero tutti solidi) uno è gas e l’altro è liquido.
Il dodecil benzene ha anche un’altra particolarità: è idrofobo. Non nel senso di Pasteur, ma nel senso che non trattiene l’acqua e se ne separa subito. Non la sopporta proprio, e al massimo crea delle pallide emulsioni. Ne consegue che le autobotti che lo trasportano devono essere assolutamente asciutte, oltre che pulite: la qual cosa non succede sempre e non è successa nemmeno oggi, perché spiegare ai camionisti le ragioni per le quali l’autobotte deve essere assolutamente asciutta non è facile. Per loro “asciutta” è quando non sgocciola più, e quando si tratta di un’autobotte da ventimila litri questo non basta; e in un impianto di solfatazione o di solfonazione ritrovarsi quell'acqua crea problemi seri.
La conseguenza finale di tutto questo discorso è che oggi il dottor Biribò è molto arrabbiato, intrattabile. L’autobotte di dodecilbenzene che è appena arrivata era infatti annacquata. ce ne era almeno un secchio, forse anche due. In queste condizioni il dodecilbenzene non si può solfonare: si formerebbe acido solforico, diventerebbe tutto nero, eccetera; e, non potendo utilizzare questo carico, l’impianto rischia di fermarsi. Che fare? Si telefona subito al fornitore della materia prima, che arriva senza perder tempo.
 
Ricevo io la visita del fornitore, visto che è mattina presto (diamine, sono solo le otto e venticinque del mattino!) e il nostro capo non è ancora arrivato. Il fornitore si rivela una fornitrice, anzi una Dottoressa; viene da una grossa ditta petrolchimica, un colosso multinazionale che ha una sede non molto lontana da qui. Infatti, il dodecilbenzene è una frazione delle benzine, la più leggera; inutilizzabile come carburante ma piuttosto parente delle benzine avio che si usano per smacchiare i vestiti (no, la trielina è tutta un’altra cosa!).
Spiego quello che so alla Dottoressa: non è molto, e poi ieri io non c’ero, sto facendo il primo turno e quando è successo il fatto ero a casa mia; però i miei colleghi mi hanno dato le consegne in modo chiaro e completo, i campioni sono sul tavolo, mostro tutto ed espongo brevemente i fatti. Ho una lieta sorpresa: la Dottoressa è gentile, simpatica, tosta e competente. Si capisce subito che sa il fatto suo.
Ha un cognome siciliano, ed in effetti è un tipo mediterraneo, anche se non ha un accento particolare. E’ anche una bella donna, ora che la guardo meglio. Devo ammettere che mi piace, ed è anche piacevole parlarle insieme. Penso che mi sarebbe piaciuto averla come capo, e che non dev’essere male avere una donna come capo – ma a questo punto (si sa, i pensieri corrono veloci e ci vuole un attimo a fare tutta questa sequenza: a scriverla e a leggerla non si direbbe, ma è così che funziona) mi rendo conto che io una Dottoressa per capo ce l’ho già. Peccato solo che non sia una Dottoressa in Chimica, e che la sua competenza sia ancora tutta da costruire.

Dovrebbe arrivare a momenti, il mio Capo, ma non arriva. Così provo ad intavolare un discorso con la Dottoressa, che è tutt’altro che seccata del fatto. La cosa comincia a piacermi, ma a questo punto arriva il dottor Biribò, che di tempo da perdere non ne ha, e interrompe la mia conversazione. Del resto, io non ho più nulla da dirle – nulla di tecnico, intendo. Il dottor Biribò è gentilissimo e più che educato, anche in questi incresciosi frangenti: è la sua vera natura e ormai dovrei saperlo, ma ci si stupisce sempre di vederlo così gentile. In fabbrica non ci siamo abituati...
Dopo un quarto d’ora ecco  anche l’altra Dottoressa, il mio capo. Arriva trafelata e cerca di farsi spiegare, ma Biribò e la Dottoressa Vera ormai hanno già concluso il colloquio e preso le loro decisioni; e dunque l’impianto non si fermerà, perché è già in arrivo un’altra autobotte in attesa di decidere di cosa fare di questa.

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