lunedì 10 febbraio 2020

Foibe e negazionismo

Sulla tragedia delle foibe, nel primo dopoguerra, c'è stato un lungo silenzio. Nessuno ne parlava, io stesso ne ho sentito parlare per la prima volta già da adulto, dopo i vent'anni. Di conseguenza, un negazionismo non c'è mai stato, e spiace che anche il presidente Mattarella si sia fatto spingere a dire una cosa che non è vera. Piuttosto, nella ricorrenza di quella strage, bisognerebbe chiedersi il perché di quel silenzio: che è il silenzio dei governi democristiani, perfino di De Gasperi, di Moro, di Fanfani, di Andreotti. Perché nessuno parlò delle foibe dal 1946 in qua, per quasi quarant'anni? Il silenzio si deve alla situazione che si era creata in quegli anni, ed è stato in primo luogo un silenzio voluto dagli americani, dagli Usa. In Jugoslavia si era venuto a trovare un governo antistalinista, ed era una notizia inattesa e, sempre nel contesto di quegli anni, buona per gli americani e per la Nato che stava nascendo. Il governo di Tito non andava contrastato, perché faceva da cuscinetto contro l'avanzata dell'URSS (che già si era presa Ungheria, Polonia, Bulgaria, Cecoslovacchia, metà Germania...). Da qui, l'invito degli americani di lasciar perdere, di far silenzio. Qualcosa di simile avvenne con i processi di Norimberga: ci furono molti processi a Norimberga, che durarono fino all'inizio degli anni '60. I primi processi furono durissimi, poi la durezza venne attenuata e alla fine ci fu l'ordine di lasciar perdere, di attenuare: era la pacificazione che interessava, venne ritenuto inutile rinfocolare ricordi pesanti e dolorosi, e i familiari delle vittime dovettero rassegnarsi e abituarsi a convivere con quelli che avevano denunciato e mandato a morte i loro cari (questa vicenda è descritta, fra l'altro, nel film "Vincitori e vinti" del 1961, regia di Stanley Kramer, con Spencer Tracy nel ruolo dell'anziano giudice spedito a Norimberga dal governo americano: il titolo originale è "Judgement at Nuremberg")

Mattarella, nel suo discorso di domenica scorsa, ha fatto il gioco dei negazionisti, quelli veri: usare le foibe contro Auschwitz. Il gioco dei negazionisti è chiaro e sporco, direi lurido più che sporco, ed è un gioco due volte infame: infame contro le vittime dei lager nazisti, e ancora più infame verso le vittime delle foibe usate come una clava o come un megafono per nascondere altri crimini. La somma di due crimini non è zero crimini, ma una cifra enorme di morti innocenti. Oltretutto, è infame agitare le foibe anche per nascondere la strage delle Fosse Ardeatine, o le innumerevoli stragi compiute dai nazisti e dai fascisti repubblichini nel 1944: Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Boves, quante sono queste stragi? Quasi impossibile ricordarle tutte, per alcune ci fu un silenzio paragonabile a quello sulle foibe... Perché da destra si tace sempre su queste stragi? Si può essere di destra anche senza coprire le dittature, invece da destra si giustificano perfino i Pinochet e le dittature militari dell'Argentina anni '70 (le storie dei desaparecidos sono paragonabili a quelle delle foibe, e durarono per molti anni). 

Ma qui mi fermo, della strage nelle foibe avevo già scritto qui  quiqui  molto tempo fa, portando testimonianze importanti; spiace doversene occupare ancora, in questi termini, anche nel 2020. Le foibe furono una tragedia orribile, ma non furono "i comunisti" a compierla, fu una strage etnica che si spiega meglio con ciò che avvenne a metà anni '90 con il dissolvimento della Jugoslavia: nazionalisti croati e serbi si ammazzarono anche tra fratelli, e stragi paragonabili a quelle delle foibe furono compiute in Bosnia. Tutto già dimenticato? La vera colpa per la strage delle foibe va ricercata nel nazionalismo esasperato, nel sovranismo oggi tanto di moda, nell'intolleranza.

PS: Anche la storia degli esuli fiumani e istriani andrebbe raccontata meglio: come mai Fiume e l'Istria passarono alla Jugoslavia, di chi fu la colpa? De Gasperi dovette lavorare duramente per non perdere anche Trieste, e le altre città perdute da Mussolini in una guerra disastrosa voluta dal fascismo. Nel caso si volesse dare delle colpe ai "comunisti", consiglio i documentari realizzati dal triestino Franco Giraldi: la storia dell'Isola Calva, per esempio, raccontata dai superstiti in "Ex Jugoslavia - Fogli di viaggio" e in "Trieste 1948", prodotti dalla Rai nel 1994. Anche per questa storia, come per le foibe, c'è stato un silenzio totale; che, in questi casi, dura ancora.

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