venerdì 29 gennaio 2010

«Sì, ma per fare cosa?»

Due piccole notizie apparse in questi ultimi giorni: i gridolini di giubilo verso il progresso della scuola “che non ha più i quaderni” (perché d’ora in poi si farà tutto al pc) e la protesta di alcune famiglie per aver trovato sul diario scolastico dei figli una canzone fascista, dettata dalla maestra perché fosse imparata e cantata in gita.
Per intendersi: io avevo già un Commodore negli anni ’80, a me il computer piace e mi sono sempre tenuto aggiornato – ma davanti a questi giubili ed entusiasmi perché “non si usa più la biro e il quaderno e quindi è arrivato il progresso” mi viene voglia di buttar via tutto e tornare alla penna col pennino e il calamaio. Il progresso sta nelle coscienze, se si accoppia il gadget tecnologico con le canzoni fasciste (che, per chi non lo sapesse, portano una sfiga tremenda) tanto vale tornare allo stilo e alle tavolette incerate degli antichi romani.

2 commenti:

Amfortas ha detto...

Anch'io imparai una canzone parafascista a memoria a scuola, ma erano 50 anni fa.
Ah, il progresso.

Giuliano ha detto...

Una mia vicina di casa molto simpatica, dovendo cantare una canzone alla nipotina, le cantò l'unica che sapeva...(non "celeste Aida", ma quasi - un soggetto simile). Però è nata negli anni '20, non le piace guardare la tv e ascoltare la radio, e quando le sue figlie l'hanno raccontato ci siamo fatti una bella risata.