giovedì 24 giugno 2010

Achille Campanile ( VI )

E' notte, ed ha paura della vita. Una volta aveva paura della morte, ma adesso ha paura della vita. Questo continuo agitarsi di tutti. Tutti fanno qualcosa. Tutti sono energici, tutti si sono sistemati, e lui no. Se appena uno si ferma, è travolto, non può più mettersi in carreggiata. Ma se ha paura della vita e della morte, dove deve andare?
Vita severa, scherzi, ma non vuoi che con te si scherzi.
(Achille Campanile, il povero Piero, cap. I )

Ci sono giorni in cui, quando si passa davanti alle vetrine a specchio, ci si trova a posto; e giorni in cui è un disastro: la testa è troppo grande o troppo piccola, e non cade a piombo sulle spalle; anzi, è troppo in avanti o troppo indietro, come se fosse stata male avvitata. Gli unici specchi che ci danno soddisfazione sono quelli dove ci guardiamo abitualmente. Gli altri ci riserbano sempre delle sorprese.(Achille Campanile, Se la luna mi porta fortuna, cap. XX )

Se si vedesse la vita scorrer tutta in pochi minuti, ci accorgeremmo di aver commesso delitti, che non sembran tali perché diluiti nel tempo. Ma, concentrati, lo sembrerebbero. Abbiamo commesso delitti con la complicità del tempo.(Achille Campanile, In campagna è un'altra cosa, cap.III )

- Via, - dissi - non si riscaldi. Per farle piacere, darò quattro calci al mio cane.
- Lui non ha colpa. La colpa è del padrone, che dovrebbe badarvi.
- Va bene, - dico - darò quattro calci a mio zio, che è il padrone.
(Achille Campanile, In campagna è un'altra cosa, cap.I )

Ho teso corde da campanile a campanile
ghirlande da finestra a finestra
catene d'oro da stella a stella
e danzo.
(Arthur Rimbaud, les illuminations)

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