lunedì 11 luglio 2011

Pubblicità 20

Poi c’è tutta la sequenza degli integratori, dei fermenti, degli sgonfiapancia, delle creme dimagranti... Penso che possa valere per tutti quello che disse Silvio Garattini in tv, alla Rai, nel febbraio 2011: sono cose che non servono a niente. Garattini non è uno qualsiasi, basta farsi un giro su internet per capire che se c’è uno che parla con cognizione di causa è proprio lui; e il fatto che sconsigli l’uso e l’acquisto di questi prodotti è un altro punto a favore della sua attendibilità. Se un luminare della farmacologia come Garattini volesse consigliare un prodotto, le industrie farmaceutiche ed alimentari lo coprirebbero d’oro (con altri luminari della medicina è successo e succede ancora), invece no, fa l’esatto opposto e anzi aggiunge che “integratore” è il nuovo nome di quello che si chiamava ricostituente. I ricostituenti e gli integratori venivano prescritti negli anni del primo dopoguerra, quando il fascismo lasciò in eredità rachitismo e denutrizione. In un organismo debilitato, sotto controllo medico, gli integratori hanno un senso; se invece c’è abbondanza di cibo e anzi il problema è l’obesità, a che serve un ricostituente? Garattini è molto drastico, e ne ha ragione: non serve essere un medico per capire che gli integratori e i ricostituenti servivano in tempi di carestia, di carenze vitaminiche, nell’800 quando la gente si ammalava di pellagra, e in tempo di guerra quando il cibo veniva a mancare; o, senza arrivare a cose così drastiche, magari a chi corre la maratona. Per il resto, le vitamine prese a casaccio fanno male, così come gli integratori e tutti i farmaci; anche gli integratori e le vitamine vanno presi sotto controllo medico, cioè solo quando servono e solo nelle giuste dosi.

Nella pubblicità si sparano termini a casaccio: gli omega 3, il bifidus, il latinorum, la terminologia medica, non serve essere medici per capire che siamo ancora fermi a Dulcamara, all’elisir d’amore, ai filtri che guariscono tutto, agli imbonitori di piazza dei secoli passati.
La pubblicità a questi prodotti, anche di marche importanti, è stata più volte vietata dal Garante e con annesse pesanti multe; ma nessuno poi lo viene a sapere, e intanto gli spot è vanno in onda per mesi e per anni. Capita sempre così, e si ha un bel dire che la gente capisce, che non si fanno prendere in giro, che non siamo mica imbecilli o ignoranti. Una volta, la gente era ignorante perché non aveva la possibilità di studiare e di girare il mondo; oggi il diploma ce l’abbiamo tutti, tutti siamo stati a Sharm e alle Maldive, ma ancora l’altro giorno ho trovato un’amica (non credevo alle mie orecchie, ha fatto anche la giornalista...) che mi ha detto che aveva comperato lo yogurt “per dimagrire”. Non ho più parole: questi spot, integratori, fermenti, alfa e omega, creme dimagranti, pillole, andrebbero semplicemente vietati. Non dovrebbero mai arrivare in tv o sui giornali o su internet, e invece... Invece basta pagare, e tutto passa: tutto, meno le malattie. Per le malattie, anche quelle leggere, è sempre il caso di rivolgersi a un buon medico (a trovarlo, però: oggi nella civile Lombardia bisogna prenotarsi e mettersi in lista anche per parlare col medico di famiglia...).
Il dottore Dulcamara in piedi sopra un carro dorato, avendo in mano carte e bottiglie. Dietro ad esso un servitore, che suona la tromba. Tutti i paesani lo circondano.
Dulcamara
Udite, udite, o rustici: attenti, non fiatate. Io già suppongo e immagino che al par di me sappiate ch'io sono quel gran medico, dottore enciclopedico, chiamato Dulcamara: la cui virtù preclara e i portenti infiniti son noti in tutto il mondo... e in altri siti.
Benefattor degli uomini, riparator dei mali, in pochi giorni io sgombero io spazzo gli spedali, e la salute a vendere per tutto il mondo io vo. Compratela, compratela, per poco io ve la do.
È questo l'odontalgico mirabile liquore, dei topi e delle cimici possente distruttore, i cui certificati
autentici, bollati, toccar vedere e leggere a ciaschedun farò.
Per questo mio specifico, simpatico mirifico, un uom, settuagenario e valetudinario, nonno di dieci bamboli ancora diventò. Per questo Tocca e sana in breve settimana più d'un afflitto giovine di piangere cessò.
O voi, matrone rigide, ringiovanir bramate? Le vostre rughe incomode con esso cancellate. Volete voi, donzelle, ben liscia aver la pelle? Voi, giovani galanti, per sempre avere amanti?
Comprate il mio specifico, per poco io ve lo do.
Ei move i paralitici, spedisce gli apopletici, gli asmatici, gli asfitici, gl'isterici, i diabetici, guarisce timpanitidi, e scrofole e rachitidi, e fino il mal di fegato, che in moda diventò.
Comprate il mio specifico, per poco io ve lo do.
L'ho portato per la posta da lontano mille miglia; mi direte: quanto costa? quanto vale la bottiglia? Cento scudi?... Trenta?... Venti? No... nessuno si sgomenti. Per provarvi il mio contento di sì amico accoglimento, io vi voglio, o buona gente, uno scudo regalar.
Coro
Uno scudo! Veramente?
Più brav'uom non si può dar.
Dulcamara
Ecco qua: così stupendo, sì balsamico elisire, tutta Europa sa ch'io vendo niente men di dieci lire: ma siccome è pur palese ch'io son nato nel paese, per tre lire a voi lo cedo, sol tre lire a voi richiedo:
così chiaro è come il sole, che a ciascuno, che lo vuole, uno scudo bello e netto in saccoccia io faccio entrar.
Ah! di patria il dolce affetto
gran miracoli può far.
Coro
È verissimo: porgete. Oh! il brav'uom, dottor, che siete!
Noi ci abbiam del vostro arrivo lungamente a ricordar.
(Felice Romani, L’elisir d’amore – atto primo scena quinta; messo in musica da Gaetano Donizetti nel 1832)

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