lunedì 23 settembre 2019

Il refuso germoglia ( III )


Ecco un piccolo campionario di miei personalissimi errori, tutti autentici (io non so battere a macchina, anche sul pc uso solo due dita - come la maggioranza della gente, del resto):
Un piccolo incubo nucleare: sotto il portone o sotto il protone?
Priamidi, avevo scritto: edifici troiani? Di discendenti o di antenati di Priamo?
Il citrosil disinfetta; ma cosa sarà mai il ritrosil, forse un farmaco contro la timidezza o contro la frigidità?
Una bira direi che la bevono a Roma; una birrra forse su Marte...
L'atomaia non è più una parte della scarpa: è forse la serra dove si coltivano gli atomi?
E il lito, che forse è un antico strumento a pietra.

i.
Non so se dire nàrvalo o narvàlo
non so neppure dove vive lo snualo
non so se vive o non vive il nagualo
e se s'arrampica o se vive al suolo
ma quel che so è che non ve n'è d'ugualo
che il cuor m'opprime e che provoca il duolo.
ii.
Ho poi fatto una ricerca sul mio nàrvalo
ho il risultato ma non so se dirvelo;
snark is the shark as he lives in Carroll,
it was a phantom with a name of animal;
e quanto a Castaneda e al mito del nagual,
no non ve n'è no non ve n'è d'ugual.


I musicisti dicono che quando, suonando, si sbaglia bisogna andare avanti lo stesso, recuperare l'errore e magari approfittarne per cavarne qualcosa di bello o di divertente. Le cronache raccontano che nel 1996 il grande violinista Gidon Kremer, a Milano, mentre suonava Mendelssohn fu disturbato da un telefonino che squillava. Invece di interrompersi, inventò lì per lì una cadenza partendo da quel suono inopportuno, e naturalmente alla fine piovvero applausi (o appalusi? mah!). Io non c'ero, e mi dispiace; però mi sono letto il libro principe di questi inconvenienti, e di altri ancora: si tratta di La vita e le opinioni di Tristram Shandy, di Lawrence Sterne. Siamo a metà del Settecento, non ci sono ancora macchine per scrivere né tastiere del computer; ma quel libro è pieno di pagine bianche, asterischi, capitoli spostati, e tanti altri accidenti (anche il nome del protagonista è un errore: avrebbe dovuto chiamarsi Trismegistus, e invece saltò fuori Tristram) e chissà quante fatiche sarà costato al tipografo che lo stampò la prima volta...
Questo con cui concludo è un piccolo omaggio al Maestro, ripreso dal capitolo 37 del terzo volume del Tristram Shandy (1760). Mi sembra un buon modo per chiudere.

L'Ispirazione
Per cancellare l'errore
uso con cura la gomma
buco 'sto foglio
e attonito resto
di fronte alla pagina rotta.
Cos'è 'sto buco - penso -
che tutto il sottostante mi rivela? Vedo un cartòn
un cartòn grigio e spento:
ecco chi c'era dietro
alla mia opra!
( a L. Sterne )



 

(Emilio Gauna, pubblicato su Golem - L'indispensabile, anno 2001-2003)
 
(3- continua)

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