I luoghi comuni sono la cosa più comune da trovare nei commenti su internet. Sono indice di pigrizia, e molto spesso di ignoranza: ci caschiamo un po' tutti, ed è bene stare attenti. Per esempio, di recente ho letto uno storico del Medioevo (forse Franco Cardini, o Jacques Legoff) che ricordava: i roghi delle streghe non sono medievali, sono del Rinascimento. Ed è vero, i roghi sono concentrati tra il '500 e il '600: quante volte questo errore l'ho ripetuto anch'io...
Perciò sono sempre contento quando trovo qualcuno che mi fa pensare e che mi costringe a riflettere, su quei luoghi comuni. Questo è uno dei primi esempi che mi è capitato di leggere, e me lo porto dietro da più di trent'anni.
(Beh, non è che lì per lì, quando ti smontano un "luogo comune", le nostre reazioni siano delle migliori... Spesso ci siamo affezionati, ai nostri luoghi comuni).
Fjodor Dostoevskij, “I Fratelli Karamazov” (parte terza, libro VII, cap.3)
(...) La gelosia! « Otello non é un uomo geloso, è un uomo fiducioso », osservò Puskin, e questa osservazione testimonia da sola la straordinaria profondità di mente del nostro grande poeta.
Nel caso di Otello si tratta semplicemente di questo, che la sua anima si è spezzata e la sua visione del mondo si è offuscata perché il suo ideale é crollato. Ma Otello non si nasconde, non sta di guardia, non sta a spiare: egli ha fiducia. Anzi, fu necessario guidarlo, spingerlo, aizzarlo con sforzi enormi, solo perché arrivasse a dubitare del tradimento.
Il vero geloso non è così. Non ci si può neppure immaginare a quali vergogne e a quali bassezze morali è capace di adattarsi, senza nessun rimorso, l'uomo geloso. E non è che siano tutte anime basse e sporche. Al contrario, con un cuore elevato, con un amore puro e pieno di abnegazione, un uomo può lo stesso nascondersi sotto i tavoli, comprare la gente più abietta, spiare, origliare e adattarsi a tutto il sudiciume di una posizione simile.
Otello non si sarebbe mai potuto rassegnare a un tradimento, parlo di rassegnarsi non di perdonare, benché la sua anima fosse buona e innocente come quella di un bambino. Non così il vero geloso: è difficile immaginare a che cosa possano adattarsi e rassegnarsi certi uomini gelosi, che cosa possano perdonare!
Gli uomini gelosi perdonano prima degli altri, e questo lo sanno tutte le donne. Un uomo geloso è capace, per esempio, di perdonare straordinariamente presto (dopo una scenata, s'intende) un tradimento ormai quasi provato, di perdonare baci e abbracci visti con i propri occhi, se, per esempio, può convincersi in qualche modo nello stesso tempo che è stata « l'ultima volta» e che il suo rivale da quel momento sparirà, che se ne andrà in capo al mondo, oppure che lui stesso porterà via la sua donna, in qualche posto dove quel terribile rivale non arriverà mai. Si capisce che la riconciliazione dura solo un'ora, perché, anche se quel rivale sparisse per davvero, il giorno dopo lui se ne inventerebbe un altro, uno nuovo, e sarebbe geloso di quest'altro. Vien voglia di domandarsi che cosa rappresenti un amore al quale bisogna fare la guardia continuamente, e quanto valga questo amore se sono necessari tanti sforzi per trattenerlo. Ma è proprio questo che gli uomini gelosi non capiranno mai; eppure fra loro ci sono anche persone di cuore elevato, è la verità.
Un'altra cosa interessante è che questi stessi uomini, quando stanno in qualche bugigattolo a
spiare e a origliare, per quanto con il loro « cuore elevato » comprendano bene tutta la vergogna nella quale sono scivolati volontariamente, pure, almeno in quel momento, finché stanno in quel bugigattolo, non provano nessun rimorso.
Mitja alla vista di Grùshenka dimenticava la sua gelosia, per un momento diventava un uomo nobile e fiducioso, si disprezzava anzi per i suoi brutti pensieri. Ma ciò significava soltanto che il suo amore per quella donna era molto più elevato di quanto egli stesso supponesse (...)
Fiodor Dostoevskij, “I Fratelli Karamazov” (parte terza, libro VII, cap.3)
(ed. Sansoni 1969, traduzione a cura di Ettore Lo Gatto)
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