domenica 6 giugno 2010

L'enciclopedia delle xxxxxxx

Penso che episodi come questo, ormai di routine, diano l'esatta misura della mentalità burocratica e sostanzialmente stupida che ci governa da qualche anno in qua. Riporto la notizia e poi aggiungo il mio commento:
Compra sulla spiaggia per sette euro un borsellino griffato, ma autenticamente falso da un 'vu cumprà' e viene sanzionata con una multa da 1.000 euro dai vigili urbani che avevano assistito alla scena. È accaduto sulla spiaggia di Jesolo, dove da qualche giorno è stata dichiarata guerra al commercio abusivo.
A vedersi consegnare il primo verbale di multa della stagione è stata una turista austriaca di 65 anni, in vacanza nella località balneare veneziana. La donna è stata colta sul fatto da due agenti della polizia locale appostati con il binocolo in una altana di salvataggio nei pressi di Piazza Mazzini, che le hanno contestato l'acquisto, avvenuto tra gli ombrelloni della spiaggia. Dopo aver atteso il pagamento del borsellino, i due vigili urbani sono entrati in azione.
A Jesolo mille euro di multa
Il primo verbale di multa della stagione è stato notificato a una turista austriaca, che aveva acquistato un borsellino per sette euro da un 'vu cumprà'. L'assessore alla sicurezza: "Questa estate nessuna tolleranza"VENEZIA -
"È doveroso combattere un fenomeno - spiega il sindaco Francesco Calzavara - che rischia di diventare ingestibile: ricevo lamentele tutti i giorni, in una un turista mi ha segnalato di aver avuto 48 visite di ambulanti in spiaggia". Sulla stessa linea anche l'assessore comunale alla sicurezza Andrea Boccato. "Mi spiace per la turista - commenta -, ma questa estate non ci sarà nessuna tolleranza".
(da "La Repubblica" on line, 06 giugno 2010)

Per un cd o un dvd, posso capire: si sa che c'è la Siae, eccetera eccetera. Ma le cose cambiano per occhiali, borsette, portafogli: che ne so io delle marche "griffate"? Confesso la mia assoluta ignoranza.
Ne consegue che, per legge, adesso devo sapere assolutamente che esiste quella tal griffe e quell'altra, saper distinguere i marchi commerciali, eccetera.

A me è successo questo, per esempio: ero in giro e non avevo gli occhiali da sole; siccome il sole cominciava a dar fastidio, sono andato da una bancarella (la prima che ho trovato) e ne ho comperati un paio. Costavano poco, non erano un gran che: ma comunque meglio che niente.
La marca, la griffe? Ho portato gli occhiali da vista per più di trent'anni, per me - dieci diottrie - gli occhiali erano solo quelli, da portare tutto il giorno. E le montature erano scelte in base alla loro robustezza, perché le lenti erano pesanti.
Ho da tempo le mie teorie in proposito: siamo in mano ai paninari, solo a un paninaro degli anni '80 poteva venire in mente di multare qualcuno perché non sa riconoscere le griffes, oppure perché delle griffes se ne frega.

12 commenti:

Ermione ha detto...

Già, se vovessimo fare un'antologia delle cazzate ne verrebbe fuori un tomo voluminoso. Non penso, però, che ci sia parecchia gente che non conosce le griffes o, meglio, a cui non interessa un fico di indossare capi firmati; e infatti questa delle contraffazioni è un business lucrosissimo. Per curiosità, dopo aver letto il tuo post, sono andata a vedere sul sito della Vuitton, uno dei marchi più contraffatti, il prezzo di un borsellino autentico: si va dai 260€ per quelli orrendi di plastica con le iniziali, a 500-600€ per quelli di pelle. Roba da matti. Se la signora austriaca lo avesse saputo...

Giuliano ha detto...

Ma io non conosco il marchio della Vuitton...non lo distinguerei da un Gucci o da un Armani (e così ho messo tutti e tre i nomi che mi ricordo).
Dovrò stare attento anche a mia mamma, se passa dal mercato e vede qualcosa che le piace?
Che mondo!
Penso proprio che un qualunque avvocato potrebbe fare ricorso e vincere la causa: come si fa a sapere quali sono i marchi "veri" e quelli "contraffatti"? Esiste un albo, un'appendice al codice civile o penale, qualcosa da consultare?
Che si punisca chi vende, passi; ma queste multe per chi compera sono una vera xxxxxxx.

Anonimo ha detto...

in pieno accordo con l'ultimo paragrafo di Giuliano(xxxxxxx compreso)

Giuliano ha detto...

...senza contare l'incremento al turismo proveniente da boiate come questa. Scommettiamo che la signora in questione l'anno prossimo le vacanze se le fa in Croazia?

Ermione ha detto...

ma sì, hai ragione, mi chiedo anche io come si possa pretendere di far pagare una multa per "acqusto" di merce non autentica: anche il più inavvertito dirà o che non ha mai pensato, mai e poi mai vostro onore, che la merce fosse falsa; oppure che ha comprato in buona fede un portafogliastro in plastica, che non poteva certo costare più di 10€. Sarei curiosa di sapere se la signora ha pagato, o pagherà

Giuliano ha detto...

Hai ragione anche tu, il problema delle contraffazioni è sicuramente serio, è una cosa che si capisce subito: se una persona, o una ditta, impiegano tempo e fatica per arrivare a un brevetto, è sacrosanto che il brevetto (o il copyright) sia protetto.
Però ci sono anche i casi di quelli che mettono il loro marchio su ciofeche mostruose, o magari sull'acqua calda... Ed è chiarissimo, o dovrebbe esserlo, che se uno spende pochi euro per una borsa che gli serve per raccogliere le sue cose in quel momento, prende la prima cosa che capita.

Anch'io sarei curioso di sapere come sono finite queste storie...Probabilmente finiscono come al solito, per vincere la causa bisogna far ricco qualche avvocato, perdere tempo, stare in ballo degli anni - meglio pagare e finirla lì. (amara conclusione)

Ermione ha detto...

Massì, sono d'accordo con te e volevo dire proprio questo; lungi da me l'idea di difendere la Vuitton, figurati.
C'è anche il discorso sulle robacce cinesi che si vendono a 1 euro e che si rompono subito, mentre le cose fatte bene e che costano un po' di più e che durano sono in declino; non parlo certo della pelletteria di lusso, ma di roba normalissima come pentole, bicchieri, asciugamani, vestiti...ma questo è - davvero - un altro discorso.

Giuliano ha detto...

Mah, io spero sempre che siano storie inventate...Questa faccenda dei vigili che spiano con il binocolo, per esempio: ma mi faccia il piacere, come direbbe Totò.
Purtroppo, temo che siano vere, verissime.
(basterebbe designare un'area agli ambulanti, tipo mercatino: penso che a Jesolo lo spazio ci sia - e chi ne esce e disturba viene multato).(troppo semplice?)

angela ha detto...

una mia conoscente, molto ricca, compra le borse Vuitton dagli ambulanti, perchè è convinta che nessuno penserà che lei non possa permettersi quelle autentiche...però mi riesce difficile immaginare che non si sappia che gli ambulanti vendono merce contraffatta

Giuliano ha detto...

sì, infatti: anche questa mi sembra una conferma della stupidità di questa legge, fatta in questo modo.
Ma il problema è grosso e non si risolve con le multe: musiche, film, romanzi, saggi, tutto oggi si copia in un minuto. Di fatto, significa che il copyright non esiste più: non penso che sia un problema risolvibile con le multe, ma il problema esiste.

angela ha detto...

Copiare un romanzo non è come copiare una griffe e comunque dubito che la signora austriaca comprerebbe un romanzo copiato, (improbabilmente) venduto da un ambulante di colore, in quel di Jesolo :))
Le multe servono a fare cassa, sarebbe auspicabile che la polizia locale prevenisse i reati, invece di aspettare -deliberatamente- che venga commessa l'infrazione. Può essere che qualche giudice si sia già espresso in questo senso.

Giuliano ha detto...

Sono d'accordo su tutto - stavo solo allargando un po' il discorso (un po' tanto) perché negli ultimi anni ci sono novità a cui è difficile stare dietro con le leggi, e penso anche alla fecondazione assistita, agli ogm, Dio solo sa quante cose nuove sono arrivate nel giro di pochi anni.
Qui si reagisce con multe e divieti, e i problemi sono non solo enormi, ma anche completamente nuovi. Un altro esempio dell'inadeguatezza dei nostri politici.