sabato 30 luglio 2011

Fannulloni

Con i fannulloni abbiamo fatto il boom economico. Non ci credete? E’ con l’impostazione del lavoro che c’era negli anni ’60 e ’70, con lo “strapotere dei sindacati”, con le pause caffè, con i dipendenti che potevano fermarsi a riprendere fiato, che abbiamo mantenuto quel ritmo elevatissimo per quasi quarant’anni. Adesso, adesso che l’Italia (Padania compresa, e anzi in prima linea), è scivolata molto in basso nella classifica dei Paesi industrializzati, adesso che c’è una crisi economica molto preoccupante e che il futuro di molte famiglie è messo a rischio, adesso c’è chi si si alza la mattina e come prima cosa se la prende con i fannulloni.
Ce l’abbiamo tutti con i fannulloni, tutti quelli che lavorano non sopportano i fannulloni: su questo non c’è alcun dubbio, ed è stato così da sempre. Fannulloni e menefreghisti ci sono sempre stati; la tendenza è innata in molti di noi, e viene contrastata di solito in questo modo: con capi e colleghi all’altezza della situazione. Un capo efficiente, anche un caporeparto o un collega anziano, vede presto se il nuovo assunto ha voglia di impegnarsi oppure no. In un posto di lavoro efficiente, anche chi non ha voglia di lavorare viene cooptato e finisce col fare il suo dovere.

Il problema dei fannulloni nasce quando il posto di lavoro non è ben organizzato, e soprattutto quando i capi non sono all’altezza. Perché, parliamoci chiaro, i fannulloni possono esistere solo se sono ben protetti, raccomandati da qualcuno che ha potere: nel qual caso non si possono toccare e anzi il fannullone prospera e si ritaglia un suo spazio consistente. Il lavoro va però avanti ugualmente, perché le persone attente e scrupolose si prendono la responsabilità di fare anche la parte che spetterebbe ai fannulloni: capita così ovunque, da sempre, e penso che molti abbiano già capito di cosa sto parlando.
Il problema dei fannulloni prende importanza quando i capi non sono all’altezza, cioè, per esempio, quando i capi non conoscono bene il lavoro che stanno facendo perché hanno ottenuto quel posto essendo stati a loro volta raccomandati; e anche di questo esistono da sempre molti esempi, sia nel pubblico che – udite udite – nel privato. La spiegazione di questo fatto è sempre la stessa che ho fatto prima: il lavoro va avanti lo stesso perché le persone attente e scrupolose si prendono la responsabilità di fare anche la parte che spetterebbe ai fannulloni e ai capi incompetenti, che a loro si appoggiano sempre volentieri.

Conclusione: quando si parla di fannulloni da licenziare stanno parlando di voi, di voi che mi state leggendo. Voi protesterete: «Ma io non sono un fannullone!», e avete ragione sicuramente; ma il fannullone vero, se è un raccomandato, non può essere toccato: e quindi tocca a voi essere licenziati o messi in mobilità. Se su un posto di lavoro c’è un fannullone, statene certi, non è lì per caso.
PS: tutto questo discorso, ovviamente, non porterebbe nemmeno un voto al politico che volesse farlo; se invece un qualsiasi politico fanfarone (uno dei tanti) volesse per pura ipotesi continuare a ripetere il luogo comune sui fannulloni da licenziare, qualche ingenuo che lo segue lo trova sempre. Ahinoi, è una storia che non finirà mai.

2 commenti:

annarita ha detto...

È vero, alla fine i fannulloni sono quelli che si fanno in quattro per mandare avanti il lavoro con pochi mezzi e poche risorse umane, lo vedo tutti i giorni nel mondo della scuola. Stai leggendo anche tu le notizie di questi giorni sul caos che oramai governa una sfera come l'istruzione, che dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una società che voglia dirsi civile. È avvilente, c'è di che perdersi d'animo. Buon fine settimana, nonostante tutto. Annarita

Giuliano ha detto...

In tema di sicurezza, la prima misura è proprio questa: che il lavoratore possa fermarsi quando è stanco. E deve essere chi lavora a deciderlo, non il suo capo.
Poi, se ci sono i furbi, il capo dovrebbe saper distinguere uno scansafatiche da uno col mal di testa, o di schiena. A me sembrano banalità...
Le statistiche dicono che gli incidenti sul lavoro diminuiscono, in realtà hanno chiuso tante di quelle fabbriche...Ma questo è un altro discorso, mi unisco a te nell'esprimere solidarietà a chi lavora e magari svolge anche due o tre mansioni contemporaneamente, magari anche quelle dei suoi capi.