venerdì 17 aprile 2020

Millennium bug

Gli storici seri dicono che la paura dell’anno mille di cui si favoleggia ancora (”mille e non più mille”, con annesse profezie millenaristiche) non è mai esistita. Per molte ragioni, due delle quali decisive: la prima è che nell’anno 999 il calendario era ancora molto aleatorio, e la seconda è che la gente aveva ben altro a cui pensare, carestie e guerre e invasioni barbariche comprese.
Comunque adesso siamo nel 1999, e le vecchie storie sono tornate d’attualità. A dire il vero non ci crede nessuno, e non ne parla nemmeno nessuno: come al solito, le chiacchiere in fabbrica vertono sul campionato di calcio, sulla tv, su pettegolezzi vari. Però un problema c’è: bisogna sistemare i computer perché non tutti i programmi sono stati studiati per il nuovo millennio. Per dire: è probabile che 01 sulle date venga letto come 1901, e sarebbe un guaio. E poi c’è il millennium bug, il baco del millennio, il terribile virus informatico che potrebbe scatenarsi alla mezzanotte del 31.12.1999.

Contemplo il vecchio 286 al quale è collegato il cromatografo: lo usiamo pochissimo, la Ditta in questo momento non ha soldi, si è stabilito che il pc è vecchio ma funziona, le analisi vengono bene lo stesso, in futuro se arrivano soldi si vedrà. Nel buco del floppy disk abita un ragno, o forse ci abitava: una volta l’ho visto, c’è ancora la ragnatela, ma chi ha mai messo un floppy disk in quella fessura? Quand’era nuovo, forse – ma adesso?
Eppure eccoli lì, la morettina e l’ex chitarrista (il mio nuovo capo e il responsabile dei servizi generali), ad armeggiare anche intorno a questo antico reperto di fine millennio.
« Mi rac-co-man-do: non spegnete questo computer. Il signor Missoni ha appena caricato l’antivirus, il computer deve stare acceso così l’antivirus può controllare e bloccare in tempo ogni tentativo di aggressione. Non spegnete mai questo computer! Anzi, prendimi un’etichetta di quelle grosse, e il pennarello rosso, e facciamo subito un cartello da mettere qui. Mi raccomando, scrivilo bene in grande: NON SPEGNERE!, col punto esclamativo. No, così è troppo piccolo. Lascia, che lo faccio io.»

Ma io adesso so chi ha ucciso il ragnetto nel buco del floppy: è stato Luca, che insiste a giocare col Tetris su questo pc, che è l’unico non collegato in rete. Beh, il ragnetto è stato poco furbo e se l’è cercata, ma io mi ci ero affezionato, mi piaceva vederlo fare capolino mentre titolavo il monocloroacetato libero. Di sicuro sarò stato travolto e spiaccicato dal floppy disk del tetris, povera anima: per lui la fine del mondo è arrivata per davvero.

PS: intanto, sono passati vent'anni; ripubblico questo raccontino di vita vissuta sperando che vi faccia sorridere. Non fidatevi delle superstizioni, dei venerdì 17, dei cambi di millennio: sono solo numeri che ci siamo inventati noi umani.

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