La notizia è questa, ai primi di
marzo: diversi governi hanno chiesto a Netflix di abbassare la
qualità dell'alta definizione con cui trasmette i suoi film, perché
con la situazione successiva al Covid-19 la rete è stata intasata da
un'enorme quantità di chiamate e c'è il rischio di una saturazione.
Nelle settimane successive, è il governo francese a chiedere alla
Disney di fare altrettanto; e la Disney rimanda il lancio del suo
nuovo canale on line.
Sono due notizie che sono subito
scomparse dalle prime pagine, nascoste non solo dal Covid-19 ma anche
dall'entusiasmo per lo smart working e per le lezioni on line degli
scolari e degli studenti obbligati a rimanere in casa. E' un
entusiasmo che ritrovo anche in molti articoli e commenti sugli
acquisti on line invece che in negozio, con commenti del tipo "siamo
in un momento difficile ma abbiamo finalmente sbloccato il progresso
che prima era bloccato da troppe remore". Mi permetto di dire
che sono commenti molto superficiali, e anche pericolosi. Pericolosi
innanzitutto perché si dà per scontato che potremo contare in ogni
momento sull'energia elettrica, quando invece ci sono già stati
importanti e paurosi blackout in città e luoghi importanti (New
York, il Canada, l'Australia, l'Italia stessa); perché in molte zone
la rete è ancora irraggiungibile, perché la "fibra" da
noi è appena agli inizi, perché c'è chi non può permettersi di spendere soldi per uno smartphone o per un tablet, per tanti motivi - non ultimo dei quali la
posizione dei lavoratori in questo contesto. Per esempio, la consegna
di merci on line è legata ai "corrieri", quasi sempre
malpagati e spesso pericolosi nelle loro corse in strada (fare in
fretta è la loro consegna, "a qualsiasi costo"), e il
lavoro di chi è a casa e fa smart working rischia di non avere orari
e di protrarsi sulle intere ventiquattro ore (provate a chiedere agli
insegnanti). Ma, soprattutto, chi parla così dimostra di ignorare
completamente cos'è una merce: dietro la pizza che avete ordinato ci
sono campi coltivati, stagioni, grandinate, sfruttamento dei lavoratori,
pesticidi, sementi modificate, e lo stesso discorso vale per
qualsiasi cosa si comperi (la guerra per il coltan che ha causato
milioni di morti, lo sfruttamento schiavistico nelle miniere) sulle
quali non si può sorvolare con tanta facilità. Sono ormai parecchi
mesi che non piove, in che condizioni è il Po? Ho provato a fare una
ricerca on line: le ultime notizie sulla siccità e sul livello
dell'acqua nel Po risalgono a febbraio, poi nessuno se ne è più
occupato. Riusciranno a fare il raccolto, gli agricoltori padani? Se
non ci riusciranno, continueranno i canadesi e gli ucraini a venderci
il frumento? E se ricomincia a piovere, ci saranno ancora disastri ed
alluvioni come negli ultimi anni? In che condizioni è il nostro
territorio?
Sono tutte domande che fanno paura, lo
so e vorrei evitare di parlarne ma l'atteggiamento di chi mi sta intorno è tutt'altro che rassicurante e mi spaventa osservare che nessuno si pone questi problemi. Della diffusione dei virus, rapida a causa della
globalizzazione, si parlava già trent'anni fa, al tempo dell'Aids.
Il sistema che stiamo preparando per il dopovirus è molto fragile,
senza contare che ci rende tutti soggetti ad essere spiati e
controllati; ma questo è un altro discorso importante e che
richiederebbe molto spazio, perciò mi fermo qui e aggiungo solo una
cosa: preparatevi al ritorno delle vecchie tipografie degli anni '50,
torneranno utili. Spero che chi ne possiede ancora una la tenga in
ordine, funzionante, con buona provvista di inchiostro e con carta
abbondante: è probabile che il futuro passi ancora da lì, più che
dallo smart working. (Ovviamente, mi auguro di sbagliare)
PS: ci siamo già dentro: due governi europei stanno prendendo pieghe autoritarie, in Slovenia e in Ungheria, e le "app" sullo smartphone sono uno dei punti di forza di questa svolta. Spionaggio, così potente da far impallidire il ricordo di cosa succedeva in Germania Est. Il virus passerà, ma queste cose rimarranno ed è anzi probabile che vengano potenziate.
PS: ci siamo già dentro: due governi europei stanno prendendo pieghe autoritarie, in Slovenia e in Ungheria, e le "app" sullo smartphone sono uno dei punti di forza di questa svolta. Spionaggio, così potente da far impallidire il ricordo di cosa succedeva in Germania Est. Il virus passerà, ma queste cose rimarranno ed è anzi probabile che vengano potenziate.
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