Un paio d’anni fa ero lì con una bella mora (una signora milanese un po’ più giovane di me) e mi sono ritrovato a parlare per un quarto d’ora dell’alcool denaturato.
Insomma, io pensavo che fosse qualcosa di banale, invece lei non ne sapeva niente: “Ho sempre usato l’alcool denaturato ma di queste cose non ne sapevo niente”, mi ha detto con gran sorpresa.
E dunque, considerato che forse non è un concetto così scontato, ecco quello che so.
Alcool denaturato è un alcool etilico a cui sono stati aggiunti un colorante e una sostanza odorosa, che dà cattivo sapore nel caso lo si voglia bere. L’alcool etilico è lo stesso che si usa per dolci e liquori; di per sè costa poco, ma sull’alcool etilico puro c’è una tassa da pagare, ben evidenziata dall’apposita strisciolina di carta sul tappo di grappa, whisky, brandy. Invece l’alcool etilico denaturato si usa per le pulizie di casa e per disinfettare: per evitare che lo si ricicli in liquori e ciliegine sotto spirito lo si rende sgradevole al gusto e all’odorato.
Il trucco è questo: le sostanze sgradevoli, l’odore e tutto il resto (hanno nomi complicati che non sto qui a trascrivere, ma li dovreste trovare sull’etichetta), sono studiate in modo da avere lo stesso punto di ebollizione dell’alcool etilico, così che non si possano allontanare distillando. E’ ancora possibile rendere puro l’alcool denaturato, ma farlo verrebbe a costare uno sproposito. Insomma, non conviene: ecco perché sull’alcool denaturato non c’è l’etichettina che troviamo sui liquori.
A mio parere, sull’etichetta dell’alcool denaturato manca un’informazione essenziale: il contenuto d’acqua. Infatti, può capitare che due bottiglie apparentemente uguali contengano una percentuale diversa di alcool: non è un gran problema perché l’alcool denaturato costa poco, ma è comunque un’informazione che viene a mancare – più acqua c’è, meno l’alcool sgrassa e disinfetta.
Giurato Numero 2 - Clint Eastwood
11 ore fa
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