Attenzione alla data: 1989. Berlusconi c’era già, ma a quei tempi bastava cambiar canale.
(Un omaggio a Enzo Biagi, soprattutto.)
- Quando si è accorto che esistevano le donne?
- (!) Ma che bella domanda che dà soddisfazione alla risposta! Avercela bella anche quella! Diciamo, questa è una risposta che si consuma nella domanda: “quando ti sei accorto che c’erano le donne…” Ma quando mi sono accorto che c’era il resto del mondo, caro signor Biagi! La donna… ma mi mette una parola in bocca che non solo riempie la bocca, che riempie proprio tutta l’otorinolaringoiatria del corpo umano, perché la donna… ! Si vive solo per la donna, io personalmente penso, non le dovrei dire direttamente queste cose, dovrebbero sempre venire indirette ma non riesco ad andare sotto la metafora, sotto un simbolo, una cosa! E’ la donna, diciamo… penso d’avere forse vissuto solo per la donna, è l’unica cosa che m’ha attratto, ma molto più dell’uomo, molto più del cane, molto più del…dei…
- Dei tramonti?
- Dei tramonti, dei panorami, che non me ne interessa niente, ma un panorama con una donna in mezzo diventa un panorama, un panorama femminile, ma, ma…
- Che cosa la attrae soprattutto in quel paesaggio?
- Ecco, diciamo, delle donne, uno si innamora ma non c’è la parola spiegazionale per questo agglomerato fisico e dell’anima e del creato umano, che poi, ecco, gli volevo dire che m’è venuto che quando dicevo che noi si cantava con questi poeti, noi si cantava con l’Ariosto, del quale le ottave sulle donne erano meravigliose, dell’Orlando Furioso, non so se lei se le ricorda: “Le donne han fatto tal mirabil cose / che l’uom di loro niuna si ricorda…” Tutte quelle ottave che l’Ariosto dedica alla donna nel cervello e nel corpo, dal quale ovviamente noi ne siamo attratti da questo cosa qua e, là, lò, mi viene proprio delle impuntature su questo argomento perché non so che cosa , e con quale espressione del viso potrei fare presente la risposta a questa domanda.
- Lei alle donne che cosa ha dedicato?
- Ma, diciamo così, dedicato, non è che ho fatto delle dediche alle donne…
- Dei versi.
- Dei versi, delle canzoni, sì, ma qui verrebbe da rispondere banalmente “tutto”, ma insomma, effettivamente, credo che non ho mai pensato all’uomo quando che ho scritto una cosa, o recitato. Quando ride una donna, signor Biagi, non è la risata dell’uomo: la risata della donna nasce proprio dalla profondità dell’essere, ci ha uno stimolo e un movimento di nervi e di sensi che l'uomo...
- Un terremoto.
- Che l’uomo non se lo sogna, che lo si vede anche a teatro, quando si fanno quelle serate volgarmente dette seratacce, quando ci sono le donne che ridono in prima fila è un altro… La donna è proprio l’immagine di Dio, la donna che ride, ecco, gli organi genitali intendo, che nella Cabala hanno scoperto che sono l’immagine di Dio, proprio la cosa più sacra, che per gli organi genitali noi usiamo quei brutti termini, che li ammazziamo, li facciamo passare male, li deturpiamo, ecco, in qualche maniera, invece sono per natura votati alla riproduzione, alla fedeltà, all’amore, sono proprio l’immagine di Dio, e le donne più di tutti hanno quest’immagine di Dio dentro di sé. Perché, diciamo, le donne hanno misteriorizzato più dell’uomo quest’immagine (…) ho scritto anche, come tutti gl’imbecilli del mondo, delle poesie (…)
- Mi dica Benigni, se non sono indiscreto, come le corteggia le donne? Le fa ridere…
- Ma io gli salto addosso, è sempre stata una mi’ tecnica, diretta, perché, nel senso, è sempre stata una tecnica diretta, perché quando vedo una donna che mi piace io proprio gli vado a toccare la veste per andare a sentire l’odore della carnagione, quel bel termine italiano, “l’incarnato”, la carnagione, che è, diciamo, mi piace proprio buttarmici a corpo morto, e a mente viva, diciamo, nel sentimento della donna. Il mio sistema di corteggiamento è sempre stato piuttosto brutale, che non è come l’umorismo, non ci aveva delle vie di mezzo,
- Lei non allude.
- Non alludo, no: ci vo diretto, ho sempre voluto far sapere quali fossero le intenzioni.
- E che risposte ha trovato? Capivano o no?
- No.
- Non capivano?
- No! E a me m’hanno rovinato le donne, infatti: troppo poche… (…)
- Ma c’è una domanda che vorrei farle, dopo questo suo elogio alle donne. Lei una volta è andato a un convegno di femministe e ha esordito dicendo: “Buonasera, brutte maiale”…
- Sì, è vero, è vero…
- E come andò a finire?
- Mi hanno rotto una costola. In senso che era una festa delle donne, un otto marzo. Quale omaggio maggiore, volevo dire, “buonasera brutte maiale” era, secondo me, è difficile dire, ma, come atto d’amore (…) mi sembrava anche un bel verso, “buonasera brutte maiale” (…) l’ho detto proprio buttandomi nella vita.
- E loro hanno reagito con cordialità?
- Con cordialità no, perché loro sono salite sul palcoscenico e mi hanno dato una ginocchiata, non so in che punto mi volevano prendere ma io mi sono piegato, mi hanno preso nelle costole e io sono caduto in terra e sono svenuto, e da allora ho sempre salutato “Buonasera signorina”.
(Enzo Biagi intervista Roberto Benigni, da “Linea diretta”, Rai1, marzo 1989)
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