Incubi e profezie, n.1 – Io sono la leggenda
Ci sono letture, o film, che ti rimangono dentro. Non sono necessariamente capolavori: anzi, spesso è vero l'opposto. I grandi capolavori ti rimangono dentro come una visione completa, con grandi personaggi e grandi temi, in positivo o in negativo. Per esempio, uno dei grandi interrogativi del Novecento, il terrorismo, è già quasi tutto nei Demoni di Dostoevskij. Ma io sto parlando di libri più piccoli, meno noti, o noti solo a cultori di genere, o che hanno avuto grande notorietà ma sono ormai - come dire? - passati di moda e magari è diventato difficile trovarli.
Il primo di questi miei incubi ricorrenti è un libro che è sempre stato reperibile, per fortuna; lo si trova tra negli scaffali dedicati alla fantascienza, ha avuto molte versione cinematografiche (quasi tutte brutte, meglio evitarle), ed è un piccolo capolavoro che nell'originale si chiama "I am the legend", opera di Richard Matheson.
Vi si immagina un mondo dove un misterioso morbo ha trasformato via via gli uomini in vampiri; il protagonista, rimasto isolato, li deve combattere duramente di notte mentre di giorno va in giro a cercare altri superstiti sani; e ne approfitta per eliminare i mostri che dormono. Ma, alla fine del libro, dovrà arrendersi alla realtà: il mondo si è rovesciato, ed ora è lui, il nostro eroe, ad essere in minoranza. Anzi, ad essere indicato come mostro e a incutere terrore: come prima capitava ai vampiri, che ora sono la normalità. "Adesso, sono io la leggenda…" sono le sue ultime parole; e così Matheson chiude il libro.
Un mondo rovesciato, dove il male e l'orrore sono la normalità; dove tutto quello di buono che ti è stato insegnato è stato messo in discussione. Un mondo che abbiamo cominciato a intravedere, in questi ultimi anni, con il revisionismo fascista per esempio. Potrebbe essere solo una mia suggestione, ma (ahimè) i ministri (ministri!) che si dichiarano orgogliosamente fascisti e razzisti non sono una mia invenzione: "La realtà è quella cosa che non se ne va quando tu smetti di pensarci", diceva Philip K. Dick. Speriamo che passi presto, che l'incubo finisca e che si possa tornare a dormire tranquilli…
Ci sono letture, o film, che ti rimangono dentro. Non sono necessariamente capolavori: anzi, spesso è vero l'opposto. I grandi capolavori ti rimangono dentro come una visione completa, con grandi personaggi e grandi temi, in positivo o in negativo. Per esempio, uno dei grandi interrogativi del Novecento, il terrorismo, è già quasi tutto nei Demoni di Dostoevskij. Ma io sto parlando di libri più piccoli, meno noti, o noti solo a cultori di genere, o che hanno avuto grande notorietà ma sono ormai - come dire? - passati di moda e magari è diventato difficile trovarli.
Il primo di questi miei incubi ricorrenti è un libro che è sempre stato reperibile, per fortuna; lo si trova tra negli scaffali dedicati alla fantascienza, ha avuto molte versione cinematografiche (quasi tutte brutte, meglio evitarle), ed è un piccolo capolavoro che nell'originale si chiama "I am the legend", opera di Richard Matheson.
Vi si immagina un mondo dove un misterioso morbo ha trasformato via via gli uomini in vampiri; il protagonista, rimasto isolato, li deve combattere duramente di notte mentre di giorno va in giro a cercare altri superstiti sani; e ne approfitta per eliminare i mostri che dormono. Ma, alla fine del libro, dovrà arrendersi alla realtà: il mondo si è rovesciato, ed ora è lui, il nostro eroe, ad essere in minoranza. Anzi, ad essere indicato come mostro e a incutere terrore: come prima capitava ai vampiri, che ora sono la normalità. "Adesso, sono io la leggenda…" sono le sue ultime parole; e così Matheson chiude il libro.
Un mondo rovesciato, dove il male e l'orrore sono la normalità; dove tutto quello di buono che ti è stato insegnato è stato messo in discussione. Un mondo che abbiamo cominciato a intravedere, in questi ultimi anni, con il revisionismo fascista per esempio. Potrebbe essere solo una mia suggestione, ma (ahimè) i ministri (ministri!) che si dichiarano orgogliosamente fascisti e razzisti non sono una mia invenzione: "La realtà è quella cosa che non se ne va quando tu smetti di pensarci", diceva Philip K. Dick. Speriamo che passi presto, che l'incubo finisca e che si possa tornare a dormire tranquilli…
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