giovedì 15 aprile 2010

Ambra grigia ( IV )

- Moby Dick, romanzo di Herman Melville (1851)
- Moby Dick, film di John Huston (1956)

E siamo infine arrivati all’ambra grigia, che ho scelto come titolo per questi post. E’ per questo che non posso esimermi dal parlarne, però attenti: perché in questo punto del libro (che nel film non c’è) il Pequod incontra una nave francese che sta lavorando ad una balena in stato di putrefazione. Il secondo ufficiale Stubb sospetta che vi si possa trovare dell’ambra grigia; spaventa lo sprovveduto capitano del “Bocciolo di Rosa” parlandogli di epidemie, e gli fa sganciare il cadavere, poi si butta in cerca del prezioso tesoro, sapendo di trovarlo ed incurante del terribile odore.
XCI – IL PEQUOD INCONTRA IL BOCCIOLO DI ROSA
(...) Di colpo sorse la brezza. Stubb finse di staccarsi dal pesce. Issando le lance, la nave francese aumentò presto la distanza, mentre il Pequod scivolava in mezzo tra essa e la balena di Stubb. Al che Stubb accostò svelto il corpo galleggiante, e gridando al Pequod di segnalargli le sue intenzioni, procedè subito a raccogliere il frutto della sua furberia disonesta. Con la vanga da lancia affilata cominciò a scavare la carcassa un po' dietro la pinna laterale. Si poteva quasi pensare che scavasse una cantina nell'acqua; e quando infine la vanga urtò contro quelle magre costole, fu come tirare fuori antiche tegole romane e cocci sepolti in grassa marna inglese. Gli uomini della lancia erano tutti eccitatissimi, e aiutavano avidi il capo, con certe arie ansiose di cercatori d'oro. E di continuo uccelli innumerevoli si tuffavano e sbucavano dall'acqua e stridevano e strillavano e s'azzuffavano attorno a loro. Stubb cominciava a mostrare in faccia la delusione, sopratutto perchè l'orrendo puzzo aumentava, quando all'improvviso proprio dal cuore di quella peste venne fuori una lieve zaffata di profumo, che passò attraverso il flusso degli odori cattivi senza esserne assorbita, come un fiume si versa in un altro scorre assieme per un po' di tempo senza mescolarvisi affatto.
« Eccola! Eccola! A gridò Stubb con gioia, palpando qualcosa nelle zone sotterranee: « Un sacco! Un sacco! » Buttando la vanga cacciò dentro tutte e due le mani, e trasse fuori qualcosa che pareva sapone Windsor maturo, o vecchio formaggio grasso e variegato, ma molto untuoso e saporito. Si può facilmente inciderlo col dito: è di un colore tra il giallo e il cinerino. E questa, amici miei, è l'ambra grigia, che vale una ghinea d'oro all'oncia in qualunque farmacia. Se ne cavarono circa sei manciate, ma altra se ne perdette inevitabilmente in mare, e forse avrebbe potuto trovarsene molto di più, se non fosse stato per l'impazienza di Achab che urlò a Stubb di farla finita e tornare a bordo, altrimenti la nave li avrebbe lasciati in asso.


XCII -AMBRA GRIGIA
Ora quest'ambra grigia è una sostanza molto curiosa, e così importante come articolo di commercio che nel 1791 un certo capitano Coffin nativo di Nantucket fu interrogato sull'argomento dai giudici inglesi della Camera dei Comuni. Perchè a quei tempi, e in realtà fino a giorni relativamente recenti, l'origine esatta dell'ambra grigia, come dell'ambra stessa, era per i dotti un problema. La parola ambergris è soltanto il composto francese per ambra grigia, però le due sostanze sono affatto distinte. L'ambra, sebbene la si trovi qualche volta in riva al mare, viene anche scavata in lontani terreni dell'interno, mentre l'ambra grigia non si trova mai che sul mare. Inoltre l'ambra è una sostanza dura, trasparente, friabile e inodora, usata per bocchini di pipa, grani di collana e altri ornamenti; ma l'ambra grigia è molle, cerosa, e talmente fragrante e aromatica che viene largamente usata in profumeria, o per fare pasticche deodoranti, candele costose, polveri per i capelli e pomate. I turchi l'adoperano in cucina e inoltre la portano alla Mecca, allo stesso scopo per cui si porta incenso a San Pietro in Roma. Certi mercanti di vino ne mettono alcuni grani nel chiaretto, per profumarlo.
Ma chi direbbe che signore e signori così distinti possano deliziarsi di un'essenza trovata nei visceri indecorosi di una balena malata? Eppure è così. Da alcuni si suppone che l'ambra grigia sia la causa, e da altri l'effetto, della dispepsia della balena. Come curarla, questa dispepsia, sarebbe difficile dirlo, tranne che non si pensi di somministrare un tre o quattro barcate di pillole di Brandreth, e poi correre a mettersi al sicuro come fanno gli operai che mettono le mine alle rocce.
Ho dimenticato di dire che in mezzo all'ambra grigia si trovarono certe dure e rotonde schegge d'osso, che dapprima Stubb scambiò per bottoni dei calzoni di marinai, ma che altro non erano, si vide poi, che pezzi di ossicini di seppia imbalsamati a quel modo.
Ora che la purezza di questa profumatissima ambra grigia si debba trovare nel cuore di una tale corruzione, non è cosa notevole? Ricòrdati di quel detto di San Paolo ai Corinzi, a proposito della corruzione e dell'incorruzione: sul come siamo seminati nel disonore ma cresciuti nella gloria. E ricorda inoltre quel detto di Paracelso su ciò che fa il migliore dei muschi. E non dimenticare inoltre il fatto curioso che di tutte le cose che fanno cattivo odore, l'acqua di Colonia, nelle fasi iniziali della preparazione, è la peggiore. (...)
(Herman Melville, Moby Dick, trad. di Nemi D’Agostino, ed. Garzanti)

da Wikipedia:
L'ambra grigia è una sostanza fortemente odorosa prodotta dall'intestino dei capodogli ed è utilizzata per la realizzazione di profumi. La sostanza viene prodotta per difendere le mucose intestinali dai resti indigesti dei molluschi cefalopodi di cui si cibano, indurendosi intorno ad essi ed inglobandoli. Lasciata seccare al sole si ammorbidisce ed acquista un ottimo profumo e la proprietà di fissare gli odori. In passato era bruciata come incenso, perché sprigionava un odore gradevole ed ebbe fama di potente afrodisiaco. Viene citata tra i prodotti della caccia alle balene anche nel "Moby Dick" di Melville. È storicamente un ingrediente di base dell'industria profumiera; l'attrazione che il suo odore esercita è dovuta al grande contenuto di feromone, analogamente ad altre sostanze aromatiche di origine animale (castoreo, muschio). Attualmente è divenuta estremamente rara, in quanto il capodoglio è una specie protetta e non può essere cacciato. L'ambra grigia può dunque essere ricavata solo dagli animali che sono morti per essersi arenati sulle spiagge, ovvero in blocchi rigurgitati naturalmente di tanto in tanto, che possono galleggiare fino ad essere ritrovati sulle coste dell'Oceano Indiano (in India o sulle coste dell'Africa orientale). L'attuale rarità della sostanza naturale ha spinto le industrie profumiere ad associarsi nella ricerca di un sostituto sintetico, che forse potrebbe essere prodotto da molluschi di allevamento o anche, pare, da molluschi modificati geneticamente.
Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Ambra_grigia
Sulla natura e sul modo di estrarre le essenze di origine animale forse è davvero meglio sorvolare. Sorvolano tutti, perché io dovrei approfondire? Le pubblicazioni scientifiche ne parlano invece con molta chiarezza e precisione di dettagli, così come farebbe una pubblicazione rivolta ai medici per l’anatomia umana: ma fuori del loro ambito gli specialisti glissano, e anche su internet non è che le notizie precise abbondino.
Comunque, se chi usa profumi ed essenze vuole informarsi può farlo, ovviamente a suo rischio e pericolo. Per quanto mi riguarda, da bambino ho scoperto di avere una forte allergia per alcune essenze, e ricordo ancora di quella volta (avevo quindici o sedici anni) che ero al cinema e venne a sedersi accanto a me una signora che si era abbondantemente cosparsa di profumo: alla fine del film ero congestionato come se avessi avuto il raffreddore, ma era per via del profumo. Avendo questa fortuna, posso dire che almeno nel caso in questione sono del tutto innocente di quel che può succedere allo zibetto e al bue muschiato.

Però parlando di Melville e di Moby Dick non posso chiudere in questo modo, senza nemmeno una citazione biblica: quella giusta per oggi penso proprio che sia questa, famosissima:
Una mosca morta guasta l'unguento del profumiere:
un po' di follia può contare più della sapienza e dell'onore.
Ecclesiaste-Qoèlet, 10-1

(dalla Bibbia ed. CEI-Conferenza Episcopale Italiana)

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